Mercoledì, 2 Luglio 2025

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È la storia di un errore, di una svista, di una sconsideratezza che pesa come un macigno sulle sorti di un territorio, già tanto depauperato dalla mala politica negli ultimi decenni

L'Einaudi declassato perde la dirigenza per errore: la rabbia dei docenti

Istituto Einaudi Istituto Einaudi | © La Voce di Manduria

Un errore (così sostengono i docenti) di chi è deputato a correggerli agli altri, ha determinato il declassamento dell’Istituto scolastico Luigi Einaudi di Manduria che perde l’autonomia e oltre mezzo secolo di storia di eccellenza formativa del territorio. Con un provvedimento del Ministero dell’università e della ricerca, già dal prossimo anno scolastico l’istituto tecnico manduriano perderà la dirigenza (l’attuale dirigente Anna Maria mele sarà trasferita a Martina Franca). Motivo: non ha raggiunto il numero minimo degli iscritti che fissa il tetto a 600 unità. «Ma la nostra scuola ne ha venti in più e glielo abbiamo detto e ripetuto in tutte le lingue», afferma il personale docente e amministrativo dell’Einaudi che parla di «un errore paradossale, una svista da non credere». La «brutta storia di una scuola del Sud», come la descrivono i docenti in una lettera aperta indirizzata agli organi d’informazione, è fatta di numeri e di date. Nel mese di marzo la direzione dell’istituto ha comunicato all’ Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale il numero di iscrizioni registrati al momento che sono effettivamente al di sotto del limite. Ma le iscrizioni non sono ancora chiuse perché mancano quelle dei corsi serali. Gli organi competenti lo sanno, il Miur pure, tant’è che, per norma statale, ha istituto da anni una seconda data per la comunicazione finale del numero degli iscritti, compresi quelli delle serali. Il termine è il 30 maggio e il 21 di quel mese, con dieci giorni d’anticipo, la segreteria dell’Einaudi trasmette il pacchetto complessivo di 620 studenti, abbondantemente oltre il minimo previsto.

«Accade, però – fanno sapere i docenti – che il 15 maggio, quindici giorni prima della scadenza, una rilevazione "precoce" da parte del Ministero, definisce il "sottodimensionamento" dell’Einaudi, trascurando la possibilità, da parte della scuola, di poter trasmettere i dati relativi ai corsi serali fino all’ultimo giorno del mese di maggio, negando, peraltro, il sacrosanto diritto allo studio di una quota di alunni (adulti), iscritti nei tempi e nei modi previsti dalla legge».

Sarebbe accaduto, insomma, che un solerte funzionario del Miur, ha aperto il computer di casa (il periodo è quello dello smart working) ed è entrato nel sistema centrale del Ministero ed ha aperto il form della consistenza numerica della popolazione studentesca delle diverse istituzioni scolastiche. L’Einaudi di Manduria non ha ancora comunicato la sua popolazione studentesca per il nuovo anno (lo farà sei giorni dopo) così il funzionario mette la croce sull’istituto manduriano condannandolo alla retrocessione.

A a sono valse le comunicazioni al Ministero, i molteplici tentativi di chiarimento da parte della dirigente, le speranze, poi deluse, di risolvere un malinteso che grava sul destino di un’intera comunità educante. «Negligenza? Colpa di un decreto ministeriale siglato troppo in fretta e prima dei tempi consentiti?», scrivono i docenti. Oppure semplicemente di un funzionario sin troppo zelante che dal suo studio «made in casa» avrà accelerato inspiegabilmente i tempi. Intanto tutti all’Einaudi sperano in un miracolo o in una risposta che solo un ricorso al Tar potrà dare.

Nella lettera dei professori tutta l’amarezza per l’incredibile epilogo. «Manduria, terra di sole, di archeologia millenaria, terra di un Sud tanto amato, quanto bistrattato. È la storia di un errore, di una svista, di una sconsideratezza che pesa come un macigno sulle sorti di un territorio, già tanto depauperato dalla mala politica negli ultimi decenni. Un comune commissariato per mafia, in cui le istituzioni scolastiche svolgono spesso il difficile ruolo di uniche agenzie educative per i giovani».

Nazareno Dinoi

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3 commenti

  • Manduriano
    mar 21 luglio 2020 01:06 rispondi a Manduriano

    Sempre peggio. Depuratore quasi realizzato, ospedale ridotto ai minimi termini, scuole prive di autonomia, Manduria sempre a perdere. Mi chiedo: hanno ancora il coraggio di candidarsi? Ma peggio è chi ancora va dietro e vota. Chi doveva e poteva tutelare la nostra città a livello regionale in questi anni cosa ha fatto? Sarebbe interessante sapere ma non a parole ma dimostrare i fatti. Il mio augurio è che i cittadini Manduriani, gente sicuramente intelligente, il 20 e 21 settembre p.v sappia ben regolarsi e ponderare con il medesimo peso!!!

  • Marco
    mar 21 luglio 2020 08:00 rispondi a Marco

    Che figura demm

  • alberto altamura
    mar 21 luglio 2020 06:58 rispondi a alberto altamura

    Se le cose stanno così come esposte nell'articolo mi sembra strano che sia stata adottata una decisione del genere sulla testa di una comunità scolastica e di una intera cittadinanza. Mi auguro che il TAR possa porre rimedio, ma quando si adiscono le vie legali, la strada è sempre in salita. Quello che va sottolineato è che il decreto legge sul dimensionamento scolastico non può essere così rigido, anche perché bisogna tener conto della situazione storica della scuola, cioè la media degli iscritti nell'ultimo quinquennio e consentire, a fronte di un minimo scarto (15/20 iscritti in meno), la possibilità di mantenere l'autonomia per almeno un altro anno. Ritengo che la legge vada rispettata sì ma anche interpretata. Insomma, come dicevano i latini summum ius summa iniuria.

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