Lunedì, 5 Maggio 2025

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Ho le prove, mio padre era Steve Reeves, Ercole nei film

Ho le prove, mio padre era Steve Reeves, Ercole nei film Ho le prove, mio padre era Steve Reeves, Ercole nei film | © n.c.

MANDURIA - E’ stata sempre convinta che nelle sue vene scorre il sangue del divo di Hollywood, Steve Reeves, l’americano tutto muscoli morto nel 2000, indimenticato interprete di «Ercole e Maciste», mito della filmografia epica degli anni Cinquanta e Settanta (Ercole e la regina di Lidia, Romolo e Remo, Gli ultimi giorni di Pompei o La guerra di Troia, per ricordare alcune pellicole di successo). Adesso, dopo una lunga battaglia per scoprire e ottenere il riconoscimento delle proprie origini italoamericane, la signora Patrizia Reeves, all’anagrafe con un altro cognome, cittadina romana, figlia presunta di «Ercole», sembra di avercela fatta: quella che per tutti e per cinquant’anni è stata la sua vera madre, avrebbe confessato di non averla mai partorita e che quella che ha cresciuto come una figlia, altro non è che il frutto di una relazione extraconiugale tra una sua sorella, all’epoca piccola soubrette a Cinecittà e il mito di Hollywood.

L’incredibile storia di Patrizia Reeves affonda le radici in Puglia, nel tarantino, a Manduria per l’esattezza, dove vive ancora la sua vera mamma e dove, secondo il racconto della protagonista che si avvale di testimonianze, foto e ricordi riferiti da altri parenti, sarebbe stata anche battezzata dal suo vero padre. Il divo americano, prosegue il racconto di Patrizia, per nascondere il frutto del suo tradimento («Ercole» aveva una famiglia regolare in America), avrebbe elargito generose e continuate ricompense ai genitori della sua giovanissima amante. Per nascondere la vergogna di una figlia illegittima, poi, la neonata fu affidata ad una sorella dell’avvenente ballerina che se la portò con sé a Roma, dove è cresciuta.

I sospetti hanno angosciato la presunta figlia di Reeves sin dall’età di sette anni, dal giorno in cui la nonna paterna, manduriana, le disse questa parole: «Tu non sei mia nipote. E poi non somigli a tua madre, sei uguale a sua sorella». Un’altra prova dei suoi natali manduriani, sarebbero contenuti nei registri della chiesa dove fu battezzata che gli avvocati di Patrizia non sono ancora riusciti ad ottenere. «Il mio battesimo è stato fatto a Manduria, tutto a spese di mio padre Steve Reeves. Il padrino è stato l’attore Louis De Funes», sostiene Patrizia che ora ha riposto le speranze nella giustizia romana che già una volta non le aveva creduto ma che di fronte all’autodenuncia della falsa madre dovrebbe rivedere tutto.

Un terribile segreto durato mezzo secolo quello della madre putativa che avrebbe aperto il suo cuore in una drammatica confessione che la figlia dell’americano dagli occhi e dai lineamenti incredibilmente somiglianti al vero padre, ha avuto la premura di registrare e consegnare al suo avvocato, la penalista Serena Gasperini. Il video con la trascrizione della choccante rivelazione fa parte di un fascicolo aperto della Procura della Repubblica di Roma che indaga per l’ipotesi di rato di falsità di stato, per ora a carico di ignoti.

Nella denuncia è contenuta un’incredibile vicenda fatta di tradimenti, di paternità negata, di maternità scambiate, di una bimba strappata dal grembo materno troppo giovane per sopportare la condanna di antichi pregiudizi di paese. Ma anche di interessi di chi, così sostiene oggi quelle bimba cresciuta, per tanti anni ha coperto, non senza interessi, un peccato che avrebbe potuto compromettere la brillante carriera del divo e creare sicuro scompiglio nel suo ricco ranch dell’Oakland, in California.

Sempre secondo il racconto della donna, dopo il frettoloso battesimo in una chiesa di Manduria, la sua nascita fu registrata diversi giorni dopo in un ospedale romano. Un clamoroso falso, sostiene Patrizia, scoperto quando chiese la copia della cartella clinica dove risulterebbero delle macroscopiche manomissioni. Il cognome della madre ha una consonante in più, del padre non c’è traccia, mancano i gruppi sanguigni e i risultati delle analisi fatte per il parto.

Nazareno Dinoi

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