
Una lettera scritta in CAA Comunicazione alternativa e aumentativa dal figlio affetto da una sindrome molto rara, è la sorpresa più bella e sbalorditiva che la manduriana Fabiola Molendini, madre e attivista per le pari opportunità, abbia mai ricevuto per la festa della mamma.
«Mi piaci perché sei felice, simpatica e divertente». «Mi piaci perché sei forte». Ecco alcune delle frasi sintetizzate in simboli CAA che Ludovico ha scritto alla madre come miglior augurio: un cuore, un orologio e faccine sorridenti, tra queste, che racchiudono concetti necessari per chi una voce non c’è l’ha o non riesce ad utilizzarla. Così, Ludovico, ha comunicato attraverso simboli, in questa lettera indirizzata alla madre e come nella vita di tutti i giorni. «Mi piaci perché sei pazza, perché mi dai affetto anche quando sono capriccioso, mi piace quando mi abbracci». E ancora, «Mi piaci e ti voglio bene», ha riportato il poco più che dodicenne manduriano incollando pezzi di parole e figure. Una gioia immensa per la madre che ha voluto condividere il momento sul social Facebook. «Oggi, ho trovato nella buca delle lettere una busta. Non era una multa, né una lettera dalla Asl, né dal comune, né dalla banca, né da lavoro, né da vodafone, né l'invito ad un matrimonio - ha riportato la donna -. Era la lettera più bella di tutta la mia vita. Una lettera di Ludovico!!!». E, in effetti, è proprio lui l’autore grazie all’aiuto della sua docente di sostegno, Ilaria Cianciotta, e della sua assistente alla comunicazione Alessia Maiorano Decataldo.
Le parole di affetto hanno riempito il cuore di Fabiola che ha visto il figlio, finalmente, sereno e aperto dopo le lunghe e logoranti battaglie che ha dovuto combattere contro il comune di Manduria e l’Ambito 7 per dargli una vita scolastica dignitosa e di diritto. Una guerra giudiziaria vinta che sta portando, a ben vedere, i suoi frutti.
«Lulù, spero di farti divertire per sempre, mamma», ha scritto ancora la donna per poi incalzare, in conclusione, un appello generale: «Non pensate mai, neanche per un momento, che chi non parla non abbia niente da dire. Bisogna sempre dargliene la possibilità, permettendolo con la strategia giusta».
Marzia Baldari
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