
TARANTO — A sollevare forti dubbi sull'autopsia eseguita sul corpo di Sarah Scazzi dal professore Luigi Strada, è stato ieri l'avvocato Raffaele Missere, difensore di Cosimo Cosma, il nipote di Michele Misseri accusato di avere aiutato lo zio a sopprimere il corpo della ragazza con il concorso dell'altro zio, Carmine Misseri. Dello stesso reato rispondono anche Cosima Serrano e Sabrina Misseri rispettivamente moglie e figlia del contadino di Avetrana che si autoaccusa di essere l'autore dell'omicidio. Nel suo intervento nell'udienza preliminare di ieri, il penalista di Torre Santa Susanna ha parlato di gravi lacune nel lavoro svolto da Strada, medico legale perito della Procura, il 7 ottobre dello scorso anno.
Secondo l'avvocato, l'esame non avrebbe spiegato l'ora esatta della morte la cui datazione certa, ha detto Missere, sarebbe dovuta venire proprio da quegli accertamenti scientifici «imprecisi e carenti» che non avrebbero saputo dare risposte certe circa la presenza di alimenti nello stomaco. Inoltre perché mancanti di «una radiografia total body per verificare se partendo dalla testa e giungendo ai piedi potessero esserci lesioni ossee». «Non parliamo di fratture macroscopiche - ha precisato il legale - ma anche di segni da ricollegare a traumi ante mortem o post mortem». Assente, secondo l'avvocato di Cosma, uno studio approfondito sulla massa polmonare, atteso che il corpo della ragazza è rimasto sommerso per 42 giorni. «Se si cerca nell'esame autoptico un qualche riscontro alla verità dei testi, si trovano solo smentite reciproche», ha concluso il legale che ha chiesto «l'esumazione del cadavere per una nuova autopsia». Possibilità che la famiglia Scazzi, attraverso i suoi avvocati, ha già fatto sapere di non voler concedere. Sulla richiesta dell'avvocato Missere, il giudice delle udienze preliminari, Pompeo Carriere, ha detto che renderà nota la sua decisione dopo aver letto la memoria depositata dal legale insieme a considerazioni tecniche chimico - biologiche svolte dalla biologa Valeria Scazzeri, riguardanti il contenuto dello stomaco di Sarah Scazzi così com'è stato rilevato in sede di esame autoptico dal professore Strada. A contestare l'operato del professionista barese è anche la biologa Valeria Scazzeri, autrice di una relazione scientifica per conto dell'imputato Cosma che smonterebbe la tesi del medico legale della procura circa l'ora della morte della quindicenne. Secondo la consulente di parte che ha illustrato la fisiologia dell'apparato digerente e della digestione, la morte di Sarah deve essere spostata in avanti di almeno 7, 8 ore. La biologa ha presentato una sperimentazione relativa ai tempi di digestione completa di un cordon bleu come quello assunto il 26 agosto 2010 da Sarah prima di lasciare la casa dei genitori per recarsi dagli zii in via Deledda dove troverà la morte. I dubbi che pone la biologa riguardano la circostanza rilevata da Strada in sede autoptica secondo cui il contenuto gastrico di Sarah e quello del suo primo tratto dell'intestino erano privi di residui di cibo. Provare questo per la difesa significa discreditare le numerose testimonianze che invece collocano l'arrivo di Sarah in via Grazia Deledda non più tardi delle 14,10. Per Cosimo Cosma, in particolare, lo spostamento di sette ore della presunta soppressione, lo affrancherebbe dall'accusa di cui deve rispondere in quanto a quell'ora si trovava lontano dal pozzo di contrada Mosca.
N. D.
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