Domenica, 11 Maggio 2025

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La Shoah dimenticata come Elisa Springer

La Shoah dimenticata come Elisa Springer La Shoah dimenticata come Elisa Springer | © n.c.MANDURIA - Giornata della memoria il 27 gennaio, domani, che quest’anno, a Manduria, scivola in sordina senza manifestazioni organizzate. Eppure Elisa Springer, manduriana di adozione, invitava i giovani a essere testimoni di pace e a non dimenticare; questo il messaggio che aveva voluto trasmettere raccontandosi, rivivendo gli episodi che l’avevano vista coinvolta suo malgrado e che continuavano a produrgli tanta sofferenza. Nella sua autobiografia, «Il silenzio dei vivi», nel filmato in cui rivisita il campo di concentramento di Auschwitz, si tocca quella sofferenza che è prodotta dal ricordo e dalla rabbia dell’impotenza. Elisa Springer, ha vissuto per molti anni a Manduria conservando quel dolore nell’eleganza e riservatezza che molti ricordano. Così si raccontava ai giovani quando aveva ottanta anni “Nel Maggio del ‘46, ho conosciuto mio marito che era pugliese, ecco perché io oggi vivo in Puglia; lui mi ha sposato e mi ha portato a Napoli. Sapete in meridione non è come nell’alta Italia: per me era molto difficile inserirmi nella vita, prima di tutto dopo la mia esperienza vivevo con una paura continua, non riuscivo a parlare e poi ho incontrato una grande indifferenza perché la guerra non era passata nel meridione, non era stata vissuta come nell’alta Italia, lì non si sapeva a della Resistenza e, specialmente in Puglia, ci sono stati pochi bombardamenti e quindi non volevano saperne niente: c’era una grande indifferenza. Qualche volta ho cercato di aprirmi, di parlare, ma nessuno mi voleva ascoltare e allora mi sono chiusa sempre di più’ in me stessa, finche dopo molti anni avevo il bisogno di aprirmi e di parlare e allora mi sono aperta un po’ con mio figlio, che voleva sapere, che voleva conoscere le sue radici. Arrivata ad una certa età, ho capito che dovevo parlare anche per voi giovani, perché il futuro è nelle vostre mani, ma non esiste un futuro senza passato e perché queste cose non avvengano più, io mi sono auto-violentata e, per amore di mio figlio che voleva sapere e per amore anche verso voi giovani, ho scritto questo mio libro che spero possa in qualche modo contribuire a rendere un po’ migliore il mondo perché, sapete ragazzi, come ho già detto prima, siamo tutti figli di un unico Dio e siamo tutti della stessa razza, non esistono razze diverse, ci sono solo due categorie di uomini: quelli buoni e quelli cattivi.”  Vari i commenti raccolti negli anni e che si rinnovano sempre con maggiore gratitudine quando Elisa Springer viene ricordata a testimonianza reale di una parte di storia contemporanea che si vorrebbe anare.  Unendoci al ricordo, citiamo un commento scritto lo scorso anno da un padre manduriano: «Dice che tu gli hai insegnato a non odiare. Dice che il rancore è qualcosa che rode dentro chi lo porta, quindi lui ne fa volentieri a meno. Dice che tu gli hai insegnato… tu: non io! Grazie Elisa di quello che hai fatto per mio figlio». Peccato che di tutto questo non è rimasto niente alle istituzioni messapiche, alle associazioni e ai manduriani che non sono stati nemmeno capaci di intitolare una via alla loro concittadina sfuggita all’eccidio nazista. Mirella Minerva

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COMMENTA

22 commenti

  • Cosimo
    lun 28 gennaio 2013 05:02 rispondi a Cosimo

    Le celebrazioni e le manifestazioni pubbliche lasciano il tempo che trovano, ma la tragedia della Shoah e la testimonianza di questa GRANDE DONNA non verranno mai dimenticate.

  • Fernando M.
    lun 28 gennaio 2013 04:33 rispondi a Fernando M.

    Ho ancora nella mente Elisa, una vita annientata allapice della giovinezza, era bellissima Elisa, elegante, dai modi nobili e gentili, Elisa era di Vienna ed a Vienna aveva dovuto lasciare i suoi cari, la sua casa, le sue cose per essere internata in un campo di concentramento. Spogliata, umiliata, denigrata, non ha mai smesso di credere nellamore profondo dellessere umano. Non era solo ebrea Elisa, Elisa era una donna, un essere umano in balia di un orribile destino fatto di uomini atroci che consideravano il mondo una loro cosa, da plasmare a propria immagine e somiglianza. Era ancora bellissima Elisa quando usc dallinferno dellodio e ritorn a casa ma la sua casa non era pi sua, la guerra gliela aveva requisita e consegnata con tutti i suoi ricordi a chi, non era ebreo come lei, e non aveva su un braccio dei numeri scalfiti sulla carne. Era sempre bellissima Elisa, quando si innamor di un uomo che la condusse lontano, dove si respirav

  • Fernando M.
    lun 28 gennaio 2013 04:33 rispondi a Fernando M.

    a laria di vite ed il sole scaldava la pelle, ma quel calore era soffocato dallipocrisia della gente che di quella memoria non voleva far parte. Ma forse per questo Elisa non ha mai smesso di amare, accompagnandosi con quei ricordi, cercando di offrirli a chi come noi non capiva il soffrire. Il tempo sembr essersi fermato sul volto di Elisa, la sua espressione serena, i tratti morbidi e dai riflessi di seta quando quel giorno decise di andar via, in silenzio e tra il silenzio di chi come lei in vita non visse. Shalom Elisa. Fernando M.

  • ROSY
    dom 27 gennaio 2013 10:14 rispondi a ROSY

    Elisa e' andata, ma di lei e' rimasto tanto nei nostri cuori, quando mi faceva lezioni di inglese o quando sorseggiava il suo te' e mi raccontava di nascosto episodi della sua vita, e quando tante volte e' venuta a casa mia ed il suo cuore era segnato per la morte di Silvio. Quanti onori, quanti inviti politici, quante persone intorno e quanti pseudoamici che come neve al sole sono scomparsi. Eppure noi parenti di Elisa a Manduria ed a Maruggio ricordiamo di aver avuto una zia speciale, la sentiamo viva e il dolce ricordo si confronta spesso con la spoglia realta' dei nostri giorni, dove sono finite le testimonianze, le foto, i filmati ? Ce lo chiediamo mentre ti dimenticano ancora una volta. Cosa rimane della cara Elisa : un mazzo di fiori al suo sepolcro e una targa in plastica.......e' l'insegnamento pedagogico di oggi.

  • Giulia2
    dom 27 gennaio 2013 06:27 rispondi a Giulia2

    Il 27 Gennaio 1945 furono aperti i cancelli dellorrore, furono spenti i forni e riaccese le speranze di tutte quelle matricoledei tantissimi uomini, bianchi o neri, omosessuali o meno che furono massacrate e derubate dei propri cari, delle proprie abitudini, della loro privacy ma soprattutto della loro dignit. A24020 la matricola di una grande donna che ha vissuto nella nostra citt fino a otto anni fa: Elisa Springer. A distanza di otto anni il suo ricordo caduto nel dimenticatoio. A malincuore, ci duole constatare che spesso al ricordo di questi eroi viene riservato poco spazio o, peggio, assoluta indifferenza da parte dellintera comunit che non ha onorato nella maniera adeguata la memoria di Elisa. N una corona, n un manifesto, n un fiore, n un semplice pensiero per colei che ha vissuto in questa cittadina. A tal proposito ci piacerebbe ricordarla con una sua citazione: A distanza di cinquantanni, nel mondo si fatto ancora poco pe

  • Giulia2
    dom 27 gennaio 2013 06:27 rispondi a Giulia2

    r far comprendere alla gente, cosa sono stati il nazismo e la Sho. C stato anche chi ha negato, e nega tuttora, a volta anche per nascondere le proprie colpe o la propria vergogna! Ma in questi anni qualcosa si mosso sulla scia di questo pensiero ci piace pensare che qualcosa potrebbe muoversi ancora !! - Due scolte del gruppo scout.

  • Davide
    dom 27 gennaio 2013 06:17 rispondi a Davide

    Il suo il commento pi azzeccato.....purtroppo :(

  • danilo dinoi
    dom 27 gennaio 2013 02:57 rispondi a danilo dinoi

    di tutto quanto scritto nell'articolo e nei commenti ritengo proprio Elisa non sia affatto meravigliata.

  • Angela M.
    dom 27 gennaio 2013 02:57 rispondi a Angela M.

    @Giuseppe: Nelle scuole si ricorda. Da insegnante, posso dire che si fa, anche con i bambini delle scuole elementari. Ma serve la memoria nelle scuole e serve la memoria di una citt. Serve tutto. La scuola non l'unica agenzia educativa a dover fare questo. Se sola, non serve a niente.

  • Giuseppe
    sab 26 gennaio 2013 11:48 rispondi a Giuseppe

    Non credo che intitolare una via o piazza serva a far ricordare, bisogna parlarne nelle scuole suscitare l'interesse degli studenti e quindi organizzare delle manifestazioni per il giorno della memoria, le istituzioni in particolare devono prodigarsi per tutto questo

  • Emanuele
    sab 26 gennaio 2013 08:13 rispondi a Emanuele

    Chi non "ricorda" e/o non vuole "far ricordare" commette gli stessi reati.

  • roberto
    sab 26 gennaio 2013 07:01 rispondi a roberto

    Quelle atrocit che si sono perpetrate in quei campi di sterminio, disseminati in quasi tuta l'Europa centrale, sono il simbolo della ferocia dell'uomo che si manifesta in tutta la sua efferatezza non solo su chi ne ha subito le barbarie , ma rivolta e ricade su tutta l'umanit la quale deve assolutamente riconoscerne la responsabilit e da questi episodi trarne lezione per il futuro. Tutti noi abbiamo ascoltato, attraverso i mass-media in trasmissioni monotematiche, i racconti dei sopravvissuti e le testimonianze di coloro che hanno subto sulla propria pelle quelle nefandezze. I racconti delle vicissitudini trascorse in quei luoghi che Elisa, dopo anni di silenzio, ha resi pubblici in prima istanza a noi manduriani ed in seguito a tutto il paese, sono da interpretare come monito per le future generazioni e che si tramandassero come memoria in modo che tali barbarie siano messe al bando da tutta l'umanit. Dopo la narrazione pubblica di

  • roberto
    sab 26 gennaio 2013 07:01 rispondi a roberto

    Elisa, avvenuta nell'occasione della visita di ex piloti americani soggiornanti nel nostro campo d'aviazione nel periodo bellico, ho avuto l'opportunit di visitare quei luoghi che la signora aveva menzionato. I campi erano pieni di gente, ma il silenzio che vi regnava era impressionante e rendeva pi profondo il sentimento di compassione che si amplificava man mano che si visitavano quei luoghi di sofferenza e vedendo quelle celle , quei forni e tutto ci che era servito per annullare l'uomo e la sua dignit, la percezione di tali disumanit era viva e la si poteva toccare con mano. I nostri ragazzi, tramite iniziative scolastiche ,dovrebbero visitare quei posti per rendersi conto mediante i propri occhi di ci che i libri ed i giornali descrivono con parole che difficilmente possono rappresentare la realt. Chi come me ha avuto il piacere di conoscere la signora Elisa, accompagnata dal suo inseparabile collie, non pu che rimanere amaregg

  • roberto
    sab 26 gennaio 2013 07:01 rispondi a roberto

    iato e quasi disgustato per l'indifferenza che le istituzioni, i circoli che millantano essere culturali,i partiti che fino all'altro ieri si sono sempre proclamati antifascisti e la citt tutta hanno finora manifestato con il loro silenzio verso una concittadina, che per chi ancora ci crede, l'icona da seguire per il coraggio con cui ha per molti anni nascosto la sua storia e per il coraggio avuto in seguito nel renderla pubblica. Manduria ha un debito di riconoscenza verso Elisa, in quanto un popolo che non ha memoria difficilmente potr avere futuro.

  • Marinella
    sab 26 gennaio 2013 02:56 rispondi a Marinella

    @Maria Difficilmente si pu ritornare ad essere normali dopo l'esperienza del lager. un tunnel nero che si insinua dentro l'anima e vi resta per sempre. Forse l 'esperienza del tuo uomo con la sua mamma (per fortuna conclusasi bene) stata di breve durata, per cui non ha fatto in tempo a produrre danni indelebili, sia nel corpo che nella mente e nello spirito. Ho letto moltissimo del nazismo e della shoah e ti assicuro che la sola lettura di certe situazioni ( talmente atroci e assurde da poter essere umanamente sopportate) in grado di colpire e trasformare una persona, figuriamoci un 'esperienza diretta! Molti ex deportati sopravvissuti non sono mai stati in grado di parlare della loro esperienza, altri hanno avuto il timore di non essere creduti, altri non sono mai riusciti a superare il trauma e cos, scampati alla morte prima, l'hanno cercata poi, in solitudine, per mettere fine al loro tormento. L'olocausto un buco nero nella

  • Marinella
    sab 26 gennaio 2013 02:56 rispondi a Marinella

    storia dell'umanit. Nulla di ci che accadeva in quei campi di sterminio era da considerarsi normale. Quindi, come non considerarne i sopravvissuti persone "speciali"? Un pensiero sentito alla Sig.ra Elisa Springer che, con le sue testimonianze, ha contribuito a far luce su quel periodo nero e una preghiera per tutte le vittime della follia umana sperando (ma non ne sono convinta) che certe atrocit non debbano pi verificarsi.

  • gerardo
    sab 26 gennaio 2013 02:37 rispondi a gerardo

    D'ACCORDISSIMO CON IL SIG. TONINO, AI VARI CONSIGLI COMUNALI SONO TROPPO IMPEGNATI A LITIGARE, A FARSI LA GUERRA DI POLTRONE, E AI VARI GNAM GNAM, DIMOSTRANDO CHE NON SI HA L'UMANITA' IL SENSO CIVICO, LA CULTURA E SOPRATUTTO LA GRATITUDINE NEI CONFRONTI DI UN GRANDE PERSONAGGIO COME LA SPRINGER PER RICORDARLA IN UNA DELLE NOSTRE STRADE !

  • gabriele
    sab 26 gennaio 2013 02:32 rispondi a gabriele

    l'inventore del motore diesel, sar sconosciuto a lei, non al mondo. Detto questo la Sig.ra Elisa Springer, come credo dica implicitamente Maria G. solo una delle tante vittime dell'orrore umano, che tra l'altro nel '98 fu invitata a parlare della sua esperienza (per non dimenticare) da un gruppo di giovani di Manduria, ma lei rifiut. Non sta a me dire il perch,per il motivo non era dei migliori. Sarebbe pi giusta una via dedicata alle vittime dell'olocausto o ai sopravvissuti, non alla singola persona.

  • fulvio
    sab 26 gennaio 2013 12:15 rispondi a fulvio

    Sono perfettamente d'accordo con l'articolista; siamo tutti responsabili per questa "dimenticanza" nei confronti di questa donna straordinaria !

  • Davide Burchiello
    sab 26 gennaio 2013 10:59 rispondi a Davide Burchiello

    Kaddish Io saro' magnificato e santificato, e saro' conosciuto agli occhi di numerose nazioni, ed esse sapranno che io sono adonai (Ezechiele 38:23).

  • maria,g
    sab 26 gennaio 2013 10:34 rispondi a maria,g

    Puntuale ogni anno si parla/ scrive di questa "illmustre" signora. Sara`stata una presenza unica per manduria, per me che ho conosciuto centinaia di deportati e fortunatemente sopravvisuti ai campi di concentramento do`un "valore" diverso senza ovviamente disminuire le atrocita`avvenute nei campi di strerminio tedeschi. Anche il mio compagno e`stato portato in quei lager (per pochi mesi) insiema alla mamma, bimbo piccolo nutrito solo con caffe, niente latte o pappine. Ma il destino le ha dato il dono di sopravvivere, hanno imparato a lottare, a credere, a perdonare a vivere una vita nel rispetto di tutti. Una donna, la mamma, oggi 93enne e un uomo, il mio uomo che non si e`mai sentito "speciale" ma normale, come tanti, come tutti.

  • Tonino Roberto
    sab 26 gennaio 2013 09:36 rispondi a Tonino Roberto

    Chiss perch c' stata questa assurda dimenticanza (altro che memoria) di intitolare almeno una via alla signora Elisa Springer. C' stata parecchia e ingiustificata distrazione a livello comunale, forse avevano da risolvere ben altri problemi pi gravi e importanti della toponomastica. Sinceramente avrei preferito intitolare una via manduriana alla illustre signora che tutti abbiamo conosciuto e apprezzato; e non allo sconosciuto sig. Diesel (che ho sempre creduto fosse il funzionamento di un'auto a nafta).

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