Ero all’ospedale di Manduria per dei controlli del sangue quando ho assistito ad una spiacevole scena. Eravamo in tantissimi a fare la fila quando è arrivata una giovane donna incinta di circa 5,6 mesi e ci ha chiesto di poter passare avanti. La gente in coda ha subito accettato ed ha fatto passare avanti la giovane donna ma agli sportelli una signora con faccia severa le ha chiesto di tornare indietro e rispettare la coda a meno che non fosse in possesso di un certificato che dimostrasse di essere una gravida a rischio. La donna incinta ha cercato di insistere ma il risultato non è cambiato.
Così è tornata indietro e mentre in silenzio ci raccontava l’accaduto, due lacrime le sono scese dal viso.
Ha aspettato il suo turno dopo circa venti persone, prima per ritirare le provette e poi altre venti in fila per fare il prelievo (perchè per completare bisogna superare due file differenti). Ho trovato questa cosa indelicata ed incivile.
Persino nei banalissimi supermercati, all’ufficio postale, farmacie e così via si dà sempre la precedenza a donne incinta, come agli anziani e i disabili. Perché al Cup di Manduria no? E dire che sul muro e nelle bacheche del Cup fanno anche gli splendidi esponendo locandine che invitano gli utenti a lasciare la precedenza alle categoria deboli.
Ines Tripaldi
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