Domenica, 4 Maggio 2025

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Il resoconto e le preoccupazioni dei volontari

La denuncia dell'ambientalista: "le luci dell'hotel hanno disorientato le tartarughe appena nate"

Caretta Caretta Caretta Caretta

"Le tartarughe vanno verso la luce delle stelle e non verso il mare. Molti anni fa alle spalle della spiaggia c'era il buio e, vedendo solo il riflesso delle stelle sul mare, loro andavano subito verso il mare. Ora ci sono molte più luci alle spalle e le piccole tartarughe che nascono vengono disturbate e indotte a percorrere strade sbagliate che le portano anche a venire schiacciate dalle macchine che transitano sulla litoranea". 

L'avvocato ambientalista Francesco Di Lauro, che parla, è molto contrariato per come si è svolta la schiusa delle uova nell’ultimo nido. "In località Donna Elena – spiega Di Lauro -, il ristoratore/albergo vicino al nido, non ha mai spento il faro, nonostante gli avessimo chiesto di farlo e le piccole tartarughe nate durante la notte, sono andate nella direzione opposta al mare, andando incontro a molti più rischi. Abbiamo impiegato un'intera notte per far andare una piccola tartarughina verso il mare, ma lei continuava ad andare verso la luce del ristorante. Pensavamo alla fine di esserci riusciti ma, al mattino, sono stati alcuni bagnanti a trovarla ancora rivolta dalla parte opposta al mare. L'anno prossimo faremo uno screening nei luoghi dove hanno nidificato e chiederemo di schermare o spegnere le luci", conclude l’ambientalista manduriano.

Le tartarughe marine, appena nascono, si dirigono verso il mare utilizzando segnali visivi come la differenza di luminosità tra la luce percepita nella direzione del mare e quella percepita nella direzione delle dune, un meccanismo visivo che, in termini tecnici, si chiama "fototassi positiva" e che le porta a muoversi verso l'orizzonte più intensamente illuminato. L'illuminazione stellare e/o lunare viene riflessa dalla superficie dell’acqua, ma assorbita dalla vegetazione sulla terra, così i livelli di luminosità verso il mare superano o dovrebbero superare quelli verso la terra e le tartarughe neonate con il risultato che le tartarughe rispondono a questa differenza scegliendo il mare. Purtroppo però la capacità dei piccoli di tartaruga di trovare il mare può essere disturbata nelle zone fortemente antropizzate, modificato dall'uomo, con la conseguenza che le luci intense possono disorientarle o addirittura confonderle, attirandole a sé, così che non riescano a raggiungere il mare. 

Non è certo un aspetto da sottovalutare, soprattutto perché la tartaruga marina "Caretta Caretta" è una specie che rischia l'estinzione a causa degli stabilimenti balneari, del degrado delle coste, della pesca accidentale e della minaccia dei predatori. 

"Quest'anno sono state tante le tartarughe che sono venute sulle spiagge tarantine a deporre le loro uova, abbiamo calcolato circa 20 nidi nel Golfo di Taranto, 13 solo tra Pulsano e San Pietro in Bevagna" spiega Mino Manna, coordinatore responsabile del monitoraggio delle tartarughe nel Golfo di Taranto. "Le piccole tartarughe marine che sono nate – prosegue -, hanno avuto bisogno di molto aiuto da parte dei volontari del WWF che, aiutati da turisti e privati cittadini, hanno individuato i nidi, transennati, monitorati e, finalmente, indicato loro, con torce, la via più semplice per raggiungere il mare. Bisogna stare molto attenti quando queste piccole tartarughe nascono perché hanno un carapace molle e fragile (occorre fare molta attenzione a non schiacciarle e a non toccare il loro dorso perchè sono portatrici di salmonella) e sono attratte dalle luci (e anche una semplice luce come quella del telefonino può far deviare il loro percorso verso il mare)".

Quest'anno oltre alle luci alle spalle del mare e ai gatti che facevano capolino vicino ai nidi, si è aggiunto anche il "granchio fantasma", un predatore opportunista che di giorno rimane nella sua tana e di notte esce per procurarsi il cibo ed è ghiotto di piccole tartarughe marine. Piccoli e grandi difficoltà che sia tartarughe che volontari hanno dovuto fronteggiare per far si che le tante tartarughine nate (più di 350 tra Torre Colimena e San Pietro in Bevagna) potessero raggiungere il mare e, si spera, fra cinque anni riuscire a tornare  nella stessa spiaggia dove sono nate per deporre le uova.

Un meraviglioso ciclo di vita che la costa salentina ha il privilegio di ospitare e che, per nessun motivo, dovrebbe venire intaccato o messo in pericolo. Le piccole tartarughe nate sulla spiaggetta di Torre Colimena, quando ritorneranno a deporre le loro uova cosa troveranno?

Se non ci saranno modifiche al progetto del depuratore consortile di Sava e Manduria, lo scarico complementare andrà a finire nel bacino e, tramite il canale, direttamente in mare, proprio nel punto in cui hanno nidificato le tartarughe. Troveranno acque reflue quindi, acque che altereranno il grado di salinità e, di conseguenza tutto l'ecosistema marino. Quando abbiamo la fortuna di incontrare una tartaruga marina, ricordiamoci sempre che quel essere ricoperto da un carapace apparentemente massiccio e impenetrabile ha, in realtà, una vita vulnerabile, delicata e degna di rispetto. 

Monica Rossi

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