
Quando Nino fu destinato a quella caserma nessuno conosceva quale era il paese. Tuttavia, in modo fortunoso, riuscì a rintracciare il paese ed organizzare il tragitto che avrebbe dovuto fare dalla Puglia alla sua destinazione. La caserma era immersa nei campi di granturco, in cui si poteva notare solo se sapevi cosa cercare una porticina, oltre cui c’era la più grande struttura militare d’Italia. Era un posto in cui venivano relegati i militari peggiori che si potessero trovare. Non c’erano molte possibilità di divertimento ed i “superiori” si divertivano a infierire sui “sottoposti”. Gli stessi militari di leva esercitavano tra di loro un nonnismo che rendeva la vita dei nuovi insopportabili, per il divertimento degli anziani. Ora militari di leva non ce ne sono più e l’economia di quel paesello è deceduta. I leghisti dicono di voler ripristinare la leva militare per “raddrizzare” la schiena dei giovani, ma la scuola e la famiglia che ruolo hanno? Intanto la caserma punitiva è stata “punita”, ed è finita, come tante altre strutture, abbandonata.
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