
DAL NORD - Ieri sera sono andata a mangiare una pizza in una pizzeria napoletana a Pinerolo. Meglio: i gestori sono figli di napoletani ma con un accento spiccatamente pinerolese. Eravamo in due e ci hanno sistemati ad un tavolo piccino tra due tavolate. Da una parte un gruppo di meridionali, dall’altro uno di settentrionali. Allora mi sono gustata la scena: a sinistra i meridionali hanno ordinato ognuno un antipasto, un primo e un secondo di pesce. Ora Pinerolo non è che sia proprio sul mare, ma il meridionale vuole mangiare i piatti a cui è affezionato ovunque vada. Va in Grecia, invece della mussaka cerca gli spaghetti al pomodoro, in Norvegia non si abbuffa di salmone come la logica prevederebbe, ma va alla ricerca del ristorante italiano ad Oslo. Quelli a destra hanno preso chi una pizza, chi un primo chi un secondo. Il settentrionale è sempre misurato col cibo. Quando va fuori dall’Italia si prepara i panini all’hotel, non va a mangiare fuori, ma se accade, preferisce i posti tipici, assaggia un po’ di tutto, ma con parsimonia. Avevo un’amica milanese sposata con un uomo di Ginosa marina. Quando andavano in vacanza e organizzavano e gite con i parenti di lui, questi preparavano le teglie di pasta al forno, il pollo con le patate, la focaccia pugliese e tutte quelle leccornie tipiche, la bottiglia di vino di due litri, esclusivamente rosso; la mia amica si portava uno zainetto con dentro un panino ciascuno, non troppo grande perché ci si appesantisce, una bottiglietta di acqua ciascuno, da mezzo litro, sennò lo zaino è troppo pesante. Avevo una collega quando lavoravo in una fabbrica metalmeccanica dove forgiavamo pezzi di lamiera pesanti che in pausa pranzo mangiava mezza spinacina, un pacchetto di cracker e mezza banana, tutto diviso rigorosamente a metà con la figlia. Io tornavo a pranzo da mia zia, di Manduria e non vi dico cosa c’era su quella tavola. A me piace mangiare e non riuscivo certo a rinunciare ai suoi piatti ma durante il pomeriggio che abbiocco! Tutte le volte che vado a cena da qualche mia amica del nord ho sempre il terrore di rimanere a digiuno. Fanno i piatti tipo ristorante per aristocratici, un mestolo di risotto, quattro patatine fritte con una cotoletta piccola, i grissini. Quando vai a mangiare da uno del sud invece non sai mai come ti viene: antipasti vari, due primi, due secondi, i contorni, la fritta, il dolce, il gelato, il caffè, l’ammazza caffè e guai se dici di avere lo stomaco pieno. Ogni rinuncia è un affronto. “Non era di tuo gradimento?” ti senti chiedere. No è solo che dopo mezzo chilo di pasta, cinque antipasti, e due secondi, magari non ci sta più niente!
Simona Dimitri
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2 commenti
francesca
ven 9 dicembre 2011 02:42 rispondi a francescaVivo al nord ormai da 3 anni e francamente non capisco perch noi meridionali sembriamo prenderci gusto ad aumentare quelli che sono semplicemente dei luoghi comuni. Aver conosciuto una persona di Torino che divideva il pranzo a met con la figlia non sufficiente per esprimere un giudizio sui piemontesi; allo stesso modo io, che sono pugliese, se vado a fare una gita non sono mai portata dietro una teglia di lasagne. Questi giudizi sono totalmente parziali e gratuiti e non rispecchiano n il nord n il sud, soprattutto non rispecchiano tutte le persone che non si considerano "noi e loro" ma "italia". un po' di provincialismo in meno, grazie...
desirè dimitri
mer 7 dicembre 2011 04:15 rispondi a desirè dimitriPer non parlare delle pause pranzo!A Manduria:un bel piatto di pasta con il sugo e la carne,un'arancia e magari un pezzettino di tiramis (per ritrovare le forze perse in mattinata!),il tutto in un tempo di 2 o 3 ore..A Torino:pausa pranzo dalle 12.15 alle 12.30,pacchetto di crackers(barretta energetica al posto del tiramis!)e un caff annacquato della macchinetta,35 centesimi!