Il Tar di Lecce ha respinto il ricorso presentato dalla «Sailing & Sea Project» di Avetrana contro il Comune di Manduria che aveva respinto l’istanza di concessione di un’area demaniale marittima per la realizzazione di una base nautica, di punti di ormeggio attrezzati e di servizi al diporto e turismo nella baia di Torre Colimena, marina di Manduria, attualmente gestita dalla Lega Navale locale. I giudici ad ottobre dello scorso anno avevano accolto la sospensiva rimandando la decisione del merito definita l’altro ieri con la sentenza di rigetto. L'accoglimento della sospensiva aveva dato buone speranze agli imprenditori anche alla luce del fatto che gli stessi giudici, in quella decisione, avevano stigmatizzato i ritardi del comune che non era ancora riuscito ad adottare un piano regolatore della fascia costiera.
Salvo possibili ricorsi al Consiglio di Stato, naufragano per ora le ambizioni degli investitori che da anni aspirano a fare concorrenza al vicino porticciolo turistico di Campomarino, unico approdo per fuoribordo, escluso Taranto, su tutto il versante orientale ionico ionico sino a Porto Cesareo.
A sostegno del ricorso, l’avvocato della società ricorrente, Massimiliano Musio, censurava il rifiuto del comune che si basava sulla mancata approvazione del Piano Comunale delle Coste. Presupposto falso, secondo gli investitori che chiedevano, nelle more di un piano locale, l’applicazione delle norme previste nel Piano Regionale delle Coste.
«L’assunto è infondato», hanno decretato i giudici amministrativi i quali, pur riconoscendo che la mancata approvazione del Piano Comunale delle Coste non è sufficiente a giustificare il diniego dell’amministrazione nei confronti di istanze aventi ad oggetto nuove concessioni o ampliamenti, così come aveva correttamente fatto notare l'avvocato Musio, «la diretta applicabilità delle previsioni del Piano regionale delle coste presuppone che quest’ultimo detti disposizioni immediatamente precettive, come tali immediatamente applicabili da parte del Comune».
Nella fattispecie di un porto con modificazioni della linea di costa e con l’interessamento dei fondali, fanno notare i giudici, l’esame delle norme tecniche di attuazione del Piano particolareggiato regionale «demanda al Piano comunale l’ubicazione di punti di ormeggio, nonché le connesse indicazioni circa la qualità e sostenibilità massima del fondale dei punti di ormeggio, oltre che la riorganizzazione dei punti di ormeggio esistenti, al fine di razionalizzare l’uso del mare».
Questa particolare attribuzione del potere di controllo attribuito ai comuni rimette, invece, ha sostenuto il Tar, «la individuazione concreta dei punti di ormeggio alla pianificazione comunale, non ancora ultimata, essendo il Piano comunale già adottato ma non ancora definitivamente approvato». Per tali ragioni, l’atto impugnato deve ritenersi legittimo, in quanto assunto sulla base della corretta applicazione della normativa tecnica di riferimento.
Sancito questo, la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, definitivamente pronunciando sul ricorso, lo ha rigettato compensando le spese di lite. Il comune di Manduria era difeso dall’avvocato interno, Annalisa Di Giovanni.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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2 commenti
Fernando Maria Maurizio Potenza
ven 8 dicembre 2023 04:22 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaE certo, meglio lo scarico emergenziale dì un depuratore che uno sviluppo del territorio con un piccolo porticciolo turistico.
Egidio Pertoso
ven 8 dicembre 2023 08:20 rispondi a Egidio PertosoDi appigli di natura ambientale ce ne sono stati ? Con le normative europee emanate per rinaturalizzare l' ambientuomo, qualsiasi intervento sul territorio - nella fattispecie in prossimità dell' oasi della salina ( tra un po' il sale, il sodio ci servirà per sostituire il litio nelle batterie ! ) - è semplicemente deleterio, anche, e soprattutto, economicamente. Per i "capricci" di qualcuno, non si dia il via ad una ulteriore antropizzazione del territorio che, già, ci ha molto dato.