
Un altro tesoro del passato sta venendo fuori dal sottosuolo di Manduria dove da giorni le squadre della Soprintendenza archeologica di Taranto sono all’opera per portare alla luce quello che potrebbe rivelarsi come una delle più importanti testimonianze della civiltà Messapica: un ampio ipogeo risalente al terzo secolo avanti Cristo a cui si accede attraverso una scalinata scavata nella roccia. Quasi sicuramente una cripta dedicata a qualche antica divinità, sostengono i ricercatori che ancora non si esprimono sull’esatta natura del reperto non del tutto emerso.
Il sito, scoperto per caso qualche mese fa nel corso dei lavori per la metanizzazione, si trova in via Chioccia d’Oro nella parte archeologica più sommersa perché nascosta dalle abitazioni circostanti edificate negli anni. Un luogo di culto, si ipotizza, oppure l’anticamera di un sepolcro a corredo di una sepoltura importante ancora non riaffiorata. E la fantasia corre all’antica leggenda della tomba mai trovata del condottiero Archidamo, re di Sparta, morto a Manduria nel 388 avanti Cristo durante la sanguinosa battaglia dell’esercito tarantino contro il popolo messapico. L’ultima dimora del re, ricca di ori e ornamenti preziosi che per secoli è stata l’ossessione d’intere generazioni di ricercatori e di tombaroli che da queste parti, ognuno nelle proprie specialità e competenze, hanno trovato sempre dimora e fortuna. A dimostrazione che il ritrovamento di via Chioccia d’Oro non è di quelli più comuni, la presenza a pochi metri di distanza dalla cripta di numerose cisterne-granai, di depositi d’acqua e le fondamenta di un’imponente costruzione.
Le foto
I resti sinora affiorati e le dimensioni dei pezzi di tufo alla base del muro, fanno pensare ad un’antica villa o comunque ad un fabbricato di grandi dimensioni magari adibito ad attività pubbliche. Di scarso valore, invece, i reperti trovati sinora: frammenti di utensili e un peso di terracotta, ciò che resta, insomma, del passaggio dei trafugatori che negli anni passati hanno alimentato il florido mercato dei reperti tuttora in bella mostra nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo. Oltre alle vasche di raccolta e deposito dell’acqua e ai granai, il nuovo sito archeologico contiene delle tombe scavate nella pietra senza lastra di copertura e quindi già profanati e ricoperti di terra. I lavori di scavo che sono finanziati dal Ministero dei beni culturali, sono eseguiti dall’impresa manduriana di Gregorio Tarentini con il coordinamento scientifico dell’archeologo Arcangelo Alessio della Soprintendenza archeologica di Taranto.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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5 commenti
Gregorio GENNARI
mer 1 agosto 2012 10:11 rispondi a Gregorio GENNARInessun politico, ma solo cultura per tutti coloro che vorranno visitarla.-
TD
sab 28 luglio 2012 06:51 rispondi a TDIn tutto questo spero che non entrino personaggi politici, altrimenti addio cripta messapica.
Gregorio Gennari
sab 28 luglio 2012 06:28 rispondi a Gregorio Gennari@Raffaella Stranieri: Gent.ma Raffaella in risposta alla sua speranza le dico che presto mi prodigher affinch questa struttura sia fruibile a tutti. il problema che no ho disponibilit economica, quindi sono alla ricerca di sponsor per poter realizzare la struttura che sar spero meta di numerosi appassionati e non. con affetto Gregorio.-
Raffaella Stranieri
ven 27 luglio 2012 09:29 rispondi a Raffaella Stranieriche spettacolo!!!!! speriamo che predispongano presto l'accesso al pubblico: mi piacerebbe vederla:-)
Davide Burchiello
ven 27 luglio 2012 08:44 rispondi a Davide BurchielloGrande occasione per rilanciare la zona archeologica. Incrociamo le dita Dacide Burchiello