Martedì, 6 Maggio 2025

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Il Riesame scarcera Carmine Misseri e Mimino Cosma

Il Riesame scarcera Carmine Misseri e Mimino Cosma Il Riesame scarcera Carmine Misseri e Mimino Cosma | © n.c.TARANTO— Sono tornati liberi Carmine Misseri e Cosimo Cosma, in carcere dal 23 febbraio scorso perché accusati entrambi della soppressione del cadavere di Sarah Scazzi in concorso con Michele Misseri, fratello e zio dei due indagati. La decisone del Tribunale del Riesame (presidente De Michele, relatore De Tomasi, a latere Incalza), è stata presa ieri alle 21 dopo otto ore di camera di consiglio. Sono state quindi accolte le argomentazioni dei due avvocati difensori (Lorenzo Bullo per Misseri e Raffaele Missere per Cosma). I magistrati inquirenti che indagano sul giallo, il sostituto procuratore Mariano Buccoliero e il procuratore aggiunto, Pietro Argentino, avevano chiesto trenta giorni di detenzione per due indagati. Richiesta che era stata poi accolta dal gip Martino Rosati. Gli indagati negano l’evidenza» , aveva detto Rosati respingendo la richiesta di anamento della misura detentiva in carcere o la trasformazione con i domiciliari presentata dall’avvocato di Cosma. Posizione mutata per i giudici del Riesame che evidentemente non hanno ritenuto sufficientemente validi, ai fini della reclusione, gli elementi dell’accusa e gli «accertamenti tecnici» depositati dalla procura l’altro ieri ad apertura dell’udienza del Riesame. Si trattava di nuove intercettazioni ambientali su Cosimo Cosma, detto Mimino, e la moglie Maria Ferrara. In quelle conversazioni gli inquirenti vedono il tentativo della coppia di aggiustare i rispettivi alibi e in alcuni quello di altri familiari. I due pm si erano opposti alla richiesta di scarcerazione e restano quindi convinti che i due parenti, zio e nipote, hanno risposto alla chiamata di aiuto di Michele Misseri che chiedeva loro un amano per disfarsi del corpo della nipote Sarah. Un’operazione che da solo non avrebbe potuto fare in 45 minuti» , afferma la procura convinta dello scellerato patto familiare: Carmine Misseri, chiamato al telefono dal fratello quando era nella sua casa a Manduria e il nipote Mimino prelevato direttamente da dove abita, una zona rurale situata vicino alla contrada Mosca dove si trova il pozzo-cisterna che per 42 giorni è stato la tomba di Sarah. Tutti e tre avrebbero compiuto l’operazione quel pomeriggio del 26 agosto, sostiene l’accusa, che non esclude lo slittamento dell’occultamento in una fase successiva (la notte o la mattina dopo). Sono risultate quindi vincenti le tesi della difesa che ha cercato di smontare le accuse producendo prove tecniche. L’avvocato Bullo, ad esempio, ha presentato una perizia giurata sulle distanze che Carmine Misseri avrebbe dovuto percorrere per raggiungere la contrada Mosca: 18 chilometri da Manduria, incompatibili per rientrare nei tempi che la stessa procura traccia nelle sue ipotesi. Anche l’avvocato Missere ha presentato una perizia tecnica sulle distanze e sui tempi di percorrenza da casa del suo assistito, Mimino Cosma e la contrada Mosca. In questo caso dimostrando l’impossibilità di raggiungere il posto e compiere tutte le manovre in così poco tempo. Non sufficientemente probanti anche le copiose intercettazioni telefoniche e ambientali prodotte dall’accusa. Impossibile nascondere la soddisfazione dei due difensori. «L’ordinanza è stata anata non sappiamo se per la mancanza di gravi indizi o altro. Prima di esprimere giudizi compiuti, però, preferisco leggere le motivazioni che saranno rese note entro cinque giorni» dichiara l’avvocato Bullo. Più esultante il suo collega Missere. «Ero tranquillo e fiducioso di questi giudici perché sapevo di parlare con esperti che conoscevano molto bene il processo» . Ieri pomeriggio, intanto, la moglie di Michele Misseri, Cosima Serrano, ha presentato una denuncia per diffamazione nei confronti della mamma e sorella di Cosimo Cosma. Le due donne in un intervista a Porta a Porta avrebbero accusato lei e la figlia Sabrina di avere responsabilità dirette nel’omicidio di Sarah Scazzi. Discorso ovviamente diverso per l’avv.Vito Russo, ex legale di Sabrina Misseri, per il quale è stata confermata l’interdizione dall’attività professionale sino al 2 maggio. Le esigenze cautelari restano «inalterate», anche perchè il fatto che gli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri (sua consorte) abbiano rinunciato al mandato difensivo per Sabrina Misseri è «irrilevante». Così ha scritto il gip rigettando l’istanza di revoca della misura interdittiva che il difensore di Russo, l’avv.Gianluca Pierotti, aveva presentato al termine dell’interrogatorio di lunedì scorso. Russo è indagato per tentato favoreggiamento personale, intralcio alla giustizia e soppressione di atti veri. Il 24 marzo prossimo il legale sarà ascoltato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Taranto che gli notificherà il provvedimento di sospensione. Nazareno Dinoi

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