
«In qualità di presidente dell’organo di revisione, insiemi agli altri colleghi avvertimmo i commissari straordinari, oggi i risvolti». Massimo Legittimo, capo del gruppo di revisori dei conti, ricorda così quando nel 2018, con i suoi colleghi Madia Maria Capitano e Francesco Lanera, tentò di fare aprire gli occhi agli inviati del ministero che non si curarono degli avvertimenti affidando incarichi dirigenziali plurimi all’avvocato Enzo Dinoi. Quegli avvertimenti sono diventati ora materia di indagine della Procura generale della Corte dei Conti che proprio su questo ha chiesto ai commissari una relazione dettagliata.
Lo specialista di contabilità pubblica e di correttezza amministrativa, Legittimo, non nasconde la sua soddisfazione nell’apprendere che le sue avvisaglie (inascoltate dai commissari) avevano evidentemente un fondamento. «A volte – scrive in un commento - fare il proprio dovere dei revisori dei conti (con coscienza e professionalità), rappresenta sempre un elemento che a "qualcuno" (le virgolette sono dell’autore del commento, Ndr), potrebbe sfuggire». E poi la frase finale che chiama direttamente in causa i tre commissari e l’indagine della magistratura contabile a cui dovranno rispondere con la relazione richiesta. «A distanza di anni la Corte dei Conti sta procedendo nella verifica sulla nomina di un "superdirigente" in qualità di presidente dell'organo di revisione nel 2018, insieme agli altri colleghi avvertimmo i commissari prefettizi. Oggi, i risvolti».
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1 commento
Domenico
sab 30 maggio 2020 01:00 rispondi a DomenicoUtililissimo dichiarare: L'era dittu ju! Ma a chi? Fare il nostro dovere senza ostentazione sarebbe la normalità, o no?