Venerdì, 16 Maggio 2025

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Le sfide del giovane imprenditore savese

Il giovane viticultore: tornare ai 17 gradi e restringere l'areale del Primitivo

Paolo Mancino Paolo Mancino

«Tornare al Primitivo di Manduria in purezza da 17 gradi con buona pace dei consumatori che vogliono un vino da 13 gradi». E’ il desiderio di Paolo Mancino, imprenditore, titolare della cantina “Palmento Galilei” di Sava che sfonda un tabù del mercato del vino: quello della gradazione alcolica, appunto, puntellato attorno ma non superiore ai 13 gradi oltre i quali non è gradito dalla stragrande maggioranza dei consumatori, italiani e non, del nettare di Bacco.

Il giovane viticoltore amante del biologico, lancia inoltre un’altra sfida forse ancora più ambiziosa: creare l’élite dei produttori del Primitivo di Manduria blindandoli in un’area ristretta di produzione: «ritornare al nostro Primitivo, quello fatto a Sava, Manduria e qualche altra piccola porzione di paesi vicini, è quello il vino che ha fatto brillare gli occhi al mondo, non quello di Foggia», afferma convinto Mancino che nel 2009 riposte due lauree nel cassetto (Filosofia e Comunicazione), ha scelto di rimettere in piedi il palmento del nonno scomparso nel 2008 con la voglia di non essere l’ennesimo emigrante del sud, ma rimanere nella sua Sava. E puntare tutto sul valore identitario della principale ricchezza di queste terre.

«Mi è capitato di dover spiegare ad un tecnico del Ministero preposto ai controlli che il mio vino è davvero il Primitivo. Evidentemente aveva assaggiato troppe schifezze da 14 gradi che lo aveva confuso», scrive Mancino in un post pubblicato sui social che è un condensato di sfida e audacia. Dove non mancano sfide e provocazioni al mondo dei nuovi investitori folgorati dal Primitivo e dal business che gli gira attorno. E lo fa con termini forti. «Bisogna ritrovare e saper rinnovare la strada battuta dai nostri nonni per fare un buon Primitivo. Stringersi alla corte dei ricchi che non sanno dove buttare i loro soldi, gettarsi a capofitto nella loro mondanità da strapazzo, sinceramente mi ha stancato».

Insomma, un bel sasso lanciato nel mosto quello del giovane viticultore, destinato a far discutere perché tocca argomenti che solo gli addetti ai lavori potranno capire quanti esplosivi possono essere. Di seguito il testo integrale dell’intervento di Paolo Mancino.

Stamattina di 10 anni fa selezionavo il Primitivo in Piccole cassette da 3 kg per una grande cantina del Salento. Eravamo pronti per il riscatto per il volo definitivo, per la consacrazione del nostro vino tra i grandi rossi d'Italia. A buon ragione.

Ma come ci insegnano i cugini francesi, il vino è terroir, cioè un sistema ben organizzato tra la componente Vite, Uomo, Luogo. Nella componente Uomo, ci sono le ragioni di un declino, spero breve del nostro Primitivo.

Bisogna ritornare al nostro Primitivo, quello fatto a Sava, Manduria e qualche altra piccola porzione di paesi vicini. È quello il vino che ha fatto brillare gli occhi al Mondo, non quello di Foggia. Mi è capitato di dover spiegare ad un tecnico del Ministero preposto ai controlli che il mio vino è davvero il Primitivo. Evidentemente aveva assaggiato troppe schifezze da 14 gradi che lo aveva confuso.

Vorrei tornare a sporcarmi i piedi, ad essere tra pochi che fanno un vino davvero eccezionale. Incontrare un Primitivo in purezza, da 17 gradi con buona pace dei consumatori che vogliono un vino da 13 gradi. Che vadano a comprare Tavernello. Perché, sapevatelo, stravolgendo il nostro vino pur di farlo apprezzare alla massa, non è saggio. È abominevole e anche una scelta perdente.. perché alla fine se di 'vinello' dobbiamo parlare, alla copia si preferirà sempre l'originale. Amen. Paolo Mancino

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11 commenti

  • Un manduriano
    sab 2 settembre 2023 12:15 rispondi a Un manduriano

    Pienamente d'accordo con Di Castri. Sono un piccolo produttore e il raccolto non lo conferisco più alla cantina per il semplice motivo dei pagamenti. Infatti tutti sappiamo come funziona. Così ho deciso un po' di anni fa di venderla ai privati. Quindi in questi giorni ho fatto dei giri dai compratori. Lo schifo tanti non prendono il doc ma solo IGT con prezzi da fame . Io pensavo visto che quest'anno c'è un calo per la peronospora almeno il prezzo. Quindi adesso giocano a carte scoperte non si tratta di sovrapproduzione ma di una decisione loro tutti insieme. Se solo noi per un anno e quale se non questo rinunciamo a vendemmiare o di vendere a questi prezzi vorrei vedere con quale uva farebbero il primitivo. Ma il consorzio non dovrebbe tutelarci? Avete autorizzato a piantare anche sui terrazzi a momenti e adesso? Tanto di mezzo va sempre il piccolo produttore .

  • Gianfranco Argentina
    ven 1 settembre 2023 10:10 rispondi a Gianfranco Argentina

    Sono d'accordo con tutto quello che ha scritto,si dovrebbe restringere i territorio e vinificare solo uva di alberello di vitigno primitivo e uva rosa in giusta quantità per avere un 18 /17 gradi come quello che faceva mio padre nel nostro podere di Pane molle agro di Francavilla Fontana BR.

  • matteo smeraldi
    gio 31 agosto 2023 07:06 rispondi a matteo smeraldi

    Tanto di cappello all'imprenditore che vuole andare contro corrente ma è un'impresa impossibile vuoi perché il clima non è più quello dei tempi del nonno, vuoi perché il primitivo stesso non è quello di 50/70 anni fa, oramai è un ibrido oltre a questo le piantagioni sono interamente impiantate a primitivo e basta, mentre il vecchio tipo di coltivazione(dai racconti di mio nonno che lo produceva) prevedeva solo 80% di primitivo mentre il restante 20 erano varietà per dare il colore perlato e la giusta "umidità" al vino(nessuno ha notato che dopo aver bevuto il vino di oggi vi rimane la bocca secca?) quindi ripeto tanto di cappello all'imprenditore per il coraggio dimostrato nel mettere in evidenza uno dei motivi di decadenza del primitivo(vedi il vino invenduto) ad avercene come lei sarebbe stato tutto molto diverso invece...

    • Umberto Di castri
      ven 1 settembre 2023 07:03 rispondi a Umberto Di castri

      Sono proprietario di pochi ettari di primitivo sulla provinciale francavilla-sava. Impianti nati nel 1992 con Barbarella selvatiche innestare con marzo prelevate in un vigneti di primitivo nella città di Manduria. Vorrei conoscere,mi sto mando,quel voglio ne che ha deliberato la nascita del primitivo Puglia consentendo ai fogiani di produrre univa che niente ha da vedere con il nostro primitivo vuoi per condizioni climatiche,vuoi per la natura del terreno, vuoi per la tipologia di impianto. Di tutto questo,vi d' un responabile:il governo regionale baricentrico. D' arrivata l'ora di ribellarsi,di unirci per avere più potere contrattuale nei confronti dei vinificatori per evitare la speculazione. Dottor Umberto Di Castri

  • Un manduriano
    gio 31 agosto 2023 03:34 rispondi a Un manduriano

    Sono pienamente d'accordo con limitare il territorio solo così si potrà eliminare dal mercato i falsi primitivo nel senso che di primitivo hanno solo la pianta ma non hanno il nostro territorio quindi clima e di conseguenza diverso gusto. Ma dubito che avverrà per tutti questi politici, giornalisti che hanno investito ovunque. Speranzoso aspetto. Un produttore.

  • Enrico Toigo
    gio 31 agosto 2023 03:25 rispondi a Enrico Toigo

    Sono pienamente d'accordo con te..un cavallo di razza non puoi farlo diventare un mulo.. complimenti...continua così..buona vendemmia

  • Immacolata Mariggiò
    gio 31 agosto 2023 03:02 rispondi a Immacolata Mariggiò

    Bravo, ha perfettamente ragione! Chapeaux!!! Mio padre aveva a Manduria un vigneto di "Primitivo di Manduria" con viti ad alberello e ricordo ancora quando controllava la gradazione prima della vendemmia: prendeva alcuni acini e li schiacciava in uno strumento che lui chiamava "mostimetro" e non so se abbia un nome specifico in italiano, i gradi erano anche parecchi piú dei 17 invocati qui per il vino "finito" e imbottigliato. Il Primitivo non é un "vinello". Il Primitivo é un gran rosso che ha la forza, la sostanza e il carattere della terra in cui nasce, ridurlo a vino da tavola che possa piacere a chiunque ne decreta la rovina. Il Primitivo originario non piace a tutti? Pazienza, noi che lo amiamo ce ne faremo una ragione e gli altri non sapranno mai cosa si sono persi. Meglio una produzione originale d nicchia, piuttosto che una larga produzione di prodotto snaturato.

  • Giuseppina Massafra
    gio 31 agosto 2023 12:39 rispondi a Giuseppina Massafra

    Mi sembra interessante ma io capisco poco di vino e anche di mercato del vino. In bocca al lupo

  • Ferdinando Arno
    gio 31 agosto 2023 09:13 rispondi a Ferdinando Arno

    magari 16? :)

  • Gregorio
    gio 31 agosto 2023 07:53 rispondi a Gregorio

    Sono d’accordo.nelle cantine manduriane girano troppi vinelli spacciati per primitivo..oltretutto se si esagera durante un pranzo o una cena ti viene il mal di testa…

    • Gianni
      gio 31 agosto 2023 04:47 rispondi a Gianni

      Sig Gregorio,il Vino si fa anche dall'una 😉😉😉👍👍👍

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