
L’età non conta, l’importante è essere giovani dentro. Mai detto fu più azzeccato con i Kool & The Gang, storico gruppo americano che ieri sera sulla rotonda del Lungomare di Taranto ha festeggiato i suoi 60 anni di carriera, nella prima serata dell’Ultrasuoni Music Fest.
Avere 60 anni e non sentirli. È bastato un “Are you ready to party?” per scatenare il delirio. Ed è così che alle 21.32, un componente per volta, la band ha iniziato a formarsi sul palco, mentre un led wall sullo sfondo proiettava immagini psichedeliche ed eteree, ripercorrendo tutta la storia del gruppo: per primo arriva il batterista, poi lo seguono i fiati, il basso, le chitarre ed ecco che è il momento delle vere star: Robert Bell (conosciuto come "Kool”), fondatore del progetto, e il frontman Shawn McQuiller.
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Brano di apertura: Open Sesame, colonna sonora del celebre film Saturday Night Fever. E subito un’esplosione di braccia al cielo a portare il ritmo.
È stata poi la volta di Fresh, la storia di una ragazza “fresca” e molto misteriosa, e delle storiche Joanna, Take My Hearth, Let The Music Take Your Mind, aforisma che racchiude la mission della Gang, per continuare con la pazzesca Jungle Boogie e Summer Madness, la prima usata come colonna sonora di Pulp Fiction, la seconda nel film Rocky. Un mix di melodie che solo gli americani sono in grado di produrre restando fedeli a se stessi.
I Kool & The Gang hanno cantato e ballato (sempre, e sottolineo sempre, ininterrottamente per due ore, facendo le due cose insieme), si sono divertiti, tutto in modo essenziale. E così ha fatto il pubblico, perlopiù formato da boomer, in un’aria genuina, di fratellanza e abbracci tra sconosciuti, trasformato la rotonda del Lungomare in un gigantesco dance floor;, dove i sessantenni sono tornati ventenni, con i propri ricordi e gli stessi occhi innamorati di allora, soprattutto quando è partita Cerish, con i suoi cori eterei, che già dalle prime note ci ha trasportati altrove, in un posto lontanissimo e di pace, dove si ammira il sole al tramonto abbracciati alla persona che si ama (magari con la band live in secondo piano o su una nuvoletta, come nei film americani). Tant’è che due ore di concerto sono volate e ad ogni brano cominciava un nuovo viaggio e un nuovo ballo.
Celebration, la loro hit più famosa, si è fatta attendere, ed è arrivata solo alla fine. Il risultato è stato grandioso: anche a concerto finito, la folla continuava ancora a reclamare un secondo e un terzo bis. I più temerari, per niente stanchi, hanno continuato a ballare nell’aftershow organizzato dai dj del Cinzella Festival (che si terrà sempre alla rotonda del Lungomare di Taranto a partire dal 15 agosto con Trentemoller e Vitalic).
La storia dei “giovani” Kool affonda le sue radici in un periodo molto lontano, parliamo del 1964, e anche se negli anni molti componenti del gruppo sono cambiati, tra volti nuovi e ritorni, lo spirito è rimasto sempre lo stesso. Il loro funk a prova di proiettile e gli arrangiamenti jazzistici li hanno resi la band R&B più campionata di tutti i tempi. I loro samples sono inseriti infatti nei dischi di Madonna, Jay-Z, Beastie Boys, Janet Jackson, Cypress Hill e P. Diddy. “Una band che è ormai una leggenda vivente”, ha sottolineato a inizio serata Carlo Massarini, conduttore dell’evento, che avevamo già conosciuto col MediMex, e ormai tarantino di adozione.
“Taranto sta diventando un punto di riferimento per le band internazionali” ha aggiunto Adriano di Giorgio, organizzatore e proprietario del Teatro Orfeo, e “questa sera abbiamo realizzato un sogno!”. Il sogno di far esibire una band che ha vinto due Grammy Awards, sette American Music Awards e 31 tra album d'oro e di platino, con un ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame 2024 fresco di candidatura: la cerimonia si terrà in ottobre a Cleveland, in Ohio.
Un concerto che non solo ha scritto la storia della musica della Città dei Due Mari, ma che è anche stato interattivo: avreste mai immaginato che proprio i Kool & The Gang ci avrebbero insegnato come si costruisce un pezzo funk? Così è stato: i 9 componenti si sono disposti in formazione piramidale, il cui vertice era costituito dalla batteria, che ha così messo le basi della costruzione del brano, per fare poi spazio alla chitarra (il ritmo), al basso (il corpo), e a tutto il resto, trombe, tromboni, voci e melodie.
La prima edizione di Ultrasuoni Music Fest ha un filo narrativo ben preciso e l’ha rispettato pienamente: raccontare in 4 giorni la house music dai suoi esordi fino agli anni Novanta. La prima serata è promossa a pieni voti.
Seconda data questa sera con gli Earth Wind & Fire.
Davide Re
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