La mia sarà, probabilmente, una voce “fuori dal coro” ma consapevole, nello stesso tempo, di rappresentare il pensiero di molti.
Mi spiego: già quando arrivarono le richieste per ricevere il permesso a girare delle scene sul territorio di Avetrana io espressi il mio punto di vista. Le richieste arrivavano dalle case produttrici Disney Plus e Groenlandia, due colossi indiscussi dell’industria cinematografica internazionale; dissi, all’epoca, che Avetrana doveva autorizzare le riprese per due semplicissimi motivi:
- nessun comune, tantomeno Avetrana, avrebbe mai potuto impedire la realizzazione del film e se Avetrana avesse negato le autorizzazioni (cosa avvenuta), la produzione avrebbe girato le scene in altri comuni (cosa avvenuta anche questa) ma agli occhi del grande pubblico sarebbe apparso sempre e comunque il nome di Avetrana;
- per il precedente motivo, Avetrana ha perso l’occasione di “intascare” un bel po' di soldini sia dalla produzione cinematografica, sia dall’indotto che, evidentemente, veniva a crearsi intorno alla realizzazione della fiction stessa.
Soldini che sono andati a finire in altri paesi vicini…
Ricordo che durante il periodo del delitto in questione, tra il mese di agosto e 2010 e gran parte del 2011, quando Avetrana era letteralmente invasa da giornalisti provenienti da tutta Italia (e non solo), diversi cittadini chiedevano a noi amministratori comunali di trovare la soluzione a far smettere il circo mediatico che si era creato intorno al nome del nostro paese; d’altra parte, però, la maggior parte dei commercianti e dei proprietari di strutture ricettive ci pregava di non far nulla perché, diciamolo chiaramente e lontani do ogni forma di ipocrisia, si era venuto a creare un indotto economico non indifferente anche nei mesi invernali che, notoriamente, sono sempre quelli “peggiori” per i commercianti locali.
Quindi, la serie TV andava registrata a prescindere da tutto e nessuno poteva fermare tutto ciò per un evidente motivo: la normativa è chiara sul fatto che in presenza di sentenze definitive non c’è bisogno di chiedere alcuna autorizzazione per le riprese di un film o per la pubblicazione di un libro, né alle famiglie delle vittime né a coloro che abbiano ricevuto delle condanne in merito al procedimento penale in questione.
Per questi motivi non riesco a comprendere le esternazioni di dissenso o di protesta che, soprattutto la politica locale tutta, sta ponendo in essere in questi giorni, creando in questo modo una notizia da dare in pasto ai giornalisti e riaprire il “caso mediatico”.
Non ho mai creduto che il delitto avvenuto il 26 agosto 2010 nel nostro paese potesse peggiorare la situazione turistico-economica del comune di Avetrana. O, meglio, in principio avevo dei timori come tutti gli avetranesi, ma poi i numeri degli anni successivi mi hanno tranquillizzato di molto.
Avetrana negli ultimi 14 anni non ha visto cali turistici durante i periodi estivi se non gli ultimissimi periodi che, comunque sono in linea con il resto dei comuni della zona.
Avetrana non deve aver paura di ripercussioni negative a causa della fiction che sarà trasmessa ad ottobre o da altre manifestazioni pubbliche che potranno essere collegate a quel tristemente noto delitto. Palermo e la Sicilia, Napoli e la Campania ce lo dimostrano!!! Quanti film sono stati girati sull’argomento mafia riportando tra i titoli il nome dei paesi i cui fatti criminosi si sono avverati? Eppure, Napoli, Palermo e la Sicilia tutta risultano località ad altissima attrazione turistica.
Avetrana non deve aver paura e non deve continuare a piangersi addosso.
Invece, con l’aiuto di tutti, a partire dalle istituzioni locali per arrivare ad ogni singolo cittadino, passando dalle associazioni culturali e dalle associazioni di categoria commerciali, deve crearsi le condizioni affinché possa emergere l’altra parte di Avetrana. Quella fatta di storia, di architettura, di paesaggi invidiabili e di ottima tradizione enogastronomica.
Autori, scrittori, registi, ecc… continueranno a parlare e a scrivere di quel delitto perché il pubblico lo richiede. E finché ci sarà richiesta, gli imprenditori dell’informazione e della cinematografia continueranno a parlare di Sara Scazzi e di Avetrana, proprio come da anni si parla di mafia e di Sicilia. Spetta a noi dare un volto diverso ad Avetrana.
Alessandro Scarciglia
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