Martedì, 15 Ottobre 2024

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Intervento di Alessandro Scarciglia

Film Disney su Avetrana, la voce "fuori dal coro"

Alessandro Scarciglia nel riquadro Alessandro Scarciglia nel riquadro

La mia sarà, probabilmente, una voce “fuori dal coro” ma consapevole, nello stesso tempo, di rappresentare il pensiero di molti.

Mi spiego: già quando arrivarono le richieste per ricevere il permesso a girare delle scene sul territorio di Avetrana io espressi il mio punto di vista. Le richieste arrivavano dalle case produttrici Disney Plus e Groenlandia, due colossi indiscussi dell’industria cinematografica internazionale; dissi, all’epoca, che Avetrana doveva autorizzare le riprese per due semplicissimi motivi:

  1. nessun comune, tantomeno Avetrana, avrebbe mai potuto impedire la realizzazione del film e se Avetrana avesse negato le autorizzazioni (cosa avvenuta), la produzione avrebbe girato le scene in altri comuni (cosa avvenuta anche questa) ma agli occhi del grande pubblico sarebbe apparso sempre e comunque il nome di Avetrana;
  2. per il precedente motivo, Avetrana ha perso l’occasione di “intascare” un bel po' di soldini sia dalla produzione cinematografica, sia dall’indotto che, evidentemente, veniva a crearsi intorno alla realizzazione della fiction stessa.

Soldini che sono andati a finire in altri paesi vicini…

Ricordo che durante il periodo del delitto in questione, tra il mese di agosto e 2010 e gran parte del 2011, quando Avetrana era letteralmente invasa da giornalisti provenienti da tutta Italia (e non solo), diversi cittadini chiedevano a noi amministratori comunali di trovare la soluzione a far smettere il circo mediatico che si era creato intorno al nome del nostro paese; d’altra parte, però, la maggior parte dei commercianti e dei proprietari di strutture ricettive ci pregava di non far nulla perché, diciamolo chiaramente e lontani do ogni forma di ipocrisia, si era venuto a creare un indotto economico non indifferente anche nei mesi invernali che, notoriamente, sono sempre quelli “peggiori” per i commercianti locali.

Quindi, la serie TV andava registrata a prescindere da tutto e nessuno poteva fermare tutto ciò per un evidente motivo: la normativa è chiara sul fatto che in presenza di sentenze definitive non c’è bisogno di chiedere alcuna autorizzazione per le riprese di un film o per la pubblicazione di un libro, né alle famiglie delle vittime né a coloro che abbiano ricevuto delle condanne in merito al procedimento penale in questione.

Per questi motivi non riesco a comprendere le esternazioni di dissenso o di protesta che, soprattutto la politica locale tutta, sta ponendo in essere in questi giorni, creando in questo modo una notizia da dare in pasto ai giornalisti e riaprire il “caso mediatico”.

Non ho mai creduto che il delitto avvenuto il 26 agosto 2010 nel nostro paese potesse peggiorare la situazione turistico-economica del comune di Avetrana. O, meglio, in principio avevo dei timori come tutti gli avetranesi, ma poi i numeri degli anni successivi mi hanno tranquillizzato di molto.

Avetrana negli ultimi 14 anni non ha visto cali turistici durante i periodi estivi se non gli ultimissimi periodi che, comunque sono in linea con il resto dei comuni della zona.

Avetrana non deve aver paura di ripercussioni negative a causa della fiction che sarà trasmessa ad ottobre o da altre manifestazioni pubbliche che potranno essere collegate a quel tristemente noto delitto. Palermo e la Sicilia, Napoli e la Campania ce lo dimostrano!!! Quanti film sono stati girati sull’argomento mafia riportando tra i titoli il nome dei paesi i cui fatti criminosi si sono avverati? Eppure, Napoli, Palermo e la Sicilia tutta risultano località ad altissima attrazione turistica.

Avetrana non deve aver paura e non deve continuare a piangersi addosso.

Invece, con l’aiuto di tutti, a partire dalle istituzioni locali per arrivare ad ogni singolo cittadino, passando dalle associazioni culturali e dalle associazioni di categoria commerciali, deve crearsi le condizioni affinché possa emergere l’altra parte di Avetrana. Quella fatta di storia, di architettura, di paesaggi invidiabili e di ottima tradizione enogastronomica.

Autori, scrittori, registi, ecc… continueranno a parlare e a scrivere di quel delitto perché il pubblico lo richiede. E finché ci sarà richiesta, gli imprenditori dell’informazione e della cinematografia continueranno a parlare di Sara Scazzi e di Avetrana, proprio come da anni si parla di mafia e di Sicilia. Spetta a noi dare un volto diverso ad Avetrana.

Alessandro Scarciglia

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