
Circa trecento persone, ieri, sono scese in piazza in occasione del primo corteo «E le stelle stanno a guardare» in memoria delle 108 donne uccise, in un anno, fino ad oggi che, come stelle in cielo, sicuramente ci guardano e attendono risposte dalla società civile. Una manifestazione organizzata dal Comitato spontaneo contro il femminicidio, un gruppo nato all’indomani della scomparsa di Giulia Cecchettin e che, alla scoperta del corpo, ha sentito il bisogno di protestare, di far rumore.
Tanti i volti segnati di rosso e, ben 108, i cartoncini con il volto delle donne uccise nell’ultimo anno portati al collo dai presenti. Fischietti, tamburelli e cori hanno animato il corteo partito da Piazza Sant’Angelo e arrivato in Piazza Garibaldi dove è stato letto, infine, il manifesto contenente i nomi delle vittime di femminicidio e dove sono state condivise storie personali ed esperienze toccanti.
Il corteo ha attraversato le strade principali della città, trasmettendo un messaggio chiaro di consapevolezza e richiesta di azione. Donne di diverse età, uomini e attivisti si sono uniti per gridare contro l'ingiustizia e onorare le vittime di femminicidio. «È importante essere qui, per le future generazioni, per le nostre figlie» dichiara una donna ai nostri microfoni, «Da uomo è importantissimo essere qui. Io ho una madre, una moglie e due figlie ed è giusto che stia al loro fianco», «Il patriarcato esiste ancora. Non è possibile andare avanti in questo modo. Non se ne può più di vedere donne alle quali viene strappata la vita» urlano. Ci sono, però, studentesse che decidono di non rilasciare interviste. «No per favore, che se no a scuola poi…» dice una di loro. Sarà perché i professori non vedono di buon occhio l’esprimere liberamente la propria opinione? O perché ciò causerebbe l’ilarità dei propri compagni e amici? In ogni caso, importante è educare al rispetto: una donna non deve mai essere privata del suo diritto di dire come la pensa e, di certo, non deve essere presa in giro per aver espresso, solo, la propria opinione.
Di seguito il servizio video di Silvia Dimagli
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.