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Dubbi sui tempi dell'occultamento del corpo di Sara
Dubbi sui tempi dell'occultamento del corpo di Sara | © n.c.AVETRANA - Nuovi inquietanti dubbi si affacciano sulla morte di Sara Scazzi e non riguardano le fasi della sua uccisione, sulle quali si conosce quasi tutto, ma quelle dell’occultamento del corpo. Analizzando i tempi descritti nell’ordinanza con cui il gip Martino Rosati ha stabilito la reclusione di Sabrina Misseri, la ragazza accusata con il padre Michele di avere strangolato la quindicenne, sua cugina, emerge una grossolana incongruenza difficile da spiegare se non con il fatto che quel 26 agosto, giorno della scomparsa di Sara, lo zio accusatosi di averla materialmente uccisa, non si trovava da solo dove è stato poi ritrovato il cadavere. Qualcuno, o più di uno, deve averlo aiutato a scavare e smuovere il metro e mezzo di terra e argilla che ricopriva la botola del pozzo-cisterna dove è stato infilato l’esile corpo di Sara. Per fare lo stesso lavoro, 42 giorni dopo, i vigili del fuoco hanno impiegato tre ore e non con una pala, ma facendo uso di un escavatore. Lo ricorda bene chi dirigeva i pompieri che la mattina del sette ottobre hanno condotto la parte finale del recupero della salma. «I colleghi della squadra che ci aveva preceduto – ricorda il caposquadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Manduria, Angelo Preite -, avranno impiegato non meno di tre ore per raggiungere la botola ed hanno usato un escavatore». Dal riscontro dei testimoni (il cognato e la moglie di Michele Misseri), ma soprattutto dalla lettura dei tabulati telefonici che contestualizzano orari e luogo in cui il telefonino del contadino ha transitato, il tempo che avrebbe avuto per compiere tutto è di appena 55 minuti (dalle ore 14,55 quando il ripetitore Vodafone lo «cattura» nell’area del pozzo, alle 15,45 quando il cognato, Giuseppe Serrano, lo vede arrivare nell’orto vicino casa per raccogliere i fagiolini. In meno di un ora, dunque, zio Michè avrebbe caricato il corpo di Sara sulla sua Seat Marbella, sarebbe andato in contrada Mosca distante circa sette chilometri, l’avrebbe scaricato e trascinato sotto un albero di fico di un suo podere, poi avrebbe consumato un breve rapporto sessuale necrofilo, quindi l’avrebbe rivestito e ricaricato in macchina per portarsi in un vigneto a circa settecento metri dove l’avrebbe scaricato dall’auto e nuovamente spogliato. Lì si sarebbe ricordato che due anni prima il proprietario del fondo (Michele Rizzato) gli aveva commissionato il sotterramento della vecchia cisterna («puzzedda») perché non più utilizzata e pericolosa. Michele avrebbe quindi scavato (con un badile?) l’enorme buca profonda un metro e mezzo di pesante terra-argilla e pietre, avrebbe rimosso la pietra che ricopriva l’ingresso della cisterna calandovi il cadavere della nipote. A questo punto l’uomo avrebbe ricoperto tutto livellando nuovamente il terreno avendo premura di piantarvi sopra un ceppo di vite posticcio per mimetizzare la tomba. Si sarebbe allontanato in macchina fermandosi ancora nel posto dove ha bruciato i vestiti e lo zaino della nipote prima di presentarsi dal cognato. Da quando ha lasciato il garage con il cadavere di Sara in macchina sono passati 55 minuti. Assolutamente incompatibili con i tempi necessari ai pompieri di fare solo una parte di quel lavoro: tre ore per scavare la buca e portare allo scoperto la bocca della cisterna ed altrettante per allargare la botola ed estrarre il copro. Alla luce di questo, le considerazioni logiche che si possono fare sono le seguenti: o che Misseri sia stato aiutato da più persone, oppure che le stesse si siano occupate dell’opera permettendo a Michele di tornare a casa. Ultima ipotesi è che il cadavere di Sara sia rimasto nascosto provvisoriamente (magari sotto l’albero di fico o nel casolare vicino) per essere occultato il giorno dopo (con molti rischi) dallo stesso Misseri. Non si capirebbe, però, la sua reticenza nel raccontarlo. Nazareno Dinoi
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3 commenti
Sandro
lun 25 ottobre 2010 12:29 rispondi a SandroSe l'omicidio non fosse stato causato da un "raptus" come dice il Misseri, ma fosse premeditato, Michele avrebbe avuto a disposizione tutto il tempo necessario per preparare a proprio piacimento ogni particolare (anche in giorni precedenti al 26 Agosto). Non ritengo che questa ricostruzione sia corretta, cos come non penso che la premeditazione sia potuta avvenire in collaborazione tra padre e figlia, ma penso non si possa tralasciare nulla. Il mio intervento aveva solo lo scopo di dare un'idea alternetiva, al COME Misseri possa aver fatto "tutto" da solo in quel poco tempo.
Guglielma
dom 24 ottobre 2010 11:23 rispondi a GuglielmaMa siamo sicuri che il corpo in medio tempore non sia stato custodito da qualche altra parte? 1) Misseri ha lavorato in Germania, potrebbe conoscere i metodi di conservazione dei cadaveri (mi pare di aver letto qualcosa a proposito sui giornali) 2) La ragazza era poco pi di uno scricciolo...nella perquisizione della casa dei Misseri si rinvenuta una sorta di grosso contenitori refrigerante o oggetti similari?
maria
dom 24 ottobre 2010 05:35 rispondi a mariaall`inizio era stato pubblicato che il terreno dove c`e`la "pizzedda" fosse di proprieta`del padre di misseri ( forse mi ricordo male?). Per me tra le due opzioni scritte sopra non escluderei che il Misseri incaricato del proprietario del terreno di rendere sicura la "puzzedda" in realta`si sia fatto pagare per aver messo al sicuro la puzzedda solo con una enorme pietra, ma in realta` non era mai stata "riempita". Gettare il corpo e riempire con terra o pietre richiede molto meno tampo di quello impiegato dai vigili del fuoco per estrarre il corpo della piccola per evitare di danneggiarlo il meno possibbile. Io verifecherei se ; sono certi che fino al 26 agosto quella puzzedda fosse piena di terra, fango e pietre o semplicemsnte coperta con un grosso masso?