Il borgo antico, il Centro Storico di Manduria, non è una "Terra di nessuno" o un pezzo di "Favelas". Purtroppo, di giorno, così appare per l'immondizia, le erbacce, le case in abbandono e il loro degrado, i muri e le porte di case imbrattati di scritte oscene, e quando viene sera, il buio e un senso di insicurezza, la fa da padrone. E ciò, incoraggia nugoli di ragazzini e ragazzine appena adolescenti a scorrazzare, gridare, sporcare impuniti davanti gli usci di casa di ignari o forse consapevoli cittadini. Cittadini, che avendo paura di ribellarsi per eventuali ritorsioni o vandalismi, hanno trincerato con sbarre e cancelletti i propri ingressi, nonché, piazzando telecamere e videocitofoni sulle porte di casa. Anch'io, sono stato a giocare tra quei vicoli, ma giocare aveva uno risvolto educativo. Suonare alla porta e scappare, giocare a pallone rompendo a volte un vetro, correre in bici tra gli anziani seduti in strada a vedere la TV, portava un sicuro rimprovero da parte di qualche sconosciuto, ma che conosceva sicuramente tuo padre, che proseguiva con un meritato schiaffone e un ringraziamento a quel signore per averglielo detto. E così, si cresceva imparando il rispetto per i più grandi, gli anziani, i genitori e le loro cose.
Genitori, che prendendo coscienza della irruenza giovanile, diventavano animatori al Villaggio del Fanciullo, alle Opere Parrocchiali, organizzavano sagre e feste in campagna o permettevano, con le dovute raccomandazioni, balli nel bel salone di casa propria. Genitori, che ci hanno cresciuto aprendo cinema, discoteche, teatri, circoli per svago o per cultura, sicuramente diversi da una grigia e buia strada. E leggere, in questi giorni, che tra quei vicoli, tra i tanti ragazzini ancora adolescenti, c'è già chi ha aperto un florido mercato di stupefacenti, il problema, diventa molto serio e pericoloso.
Allora, mi appello ai futuri rappresentanti di questa Città, affinché si torni a puntare sui giovani ed il loro futuro. Riprovarci perché ci crediamo, già, questo dovrebbe essere il motto, riprovarci per dimostrare che abbiamo rispetto per i nostri ragazzi. Riprovarci, perché quegli anni, vanno vissuti e ricordati con un sorriso, non gettati o bruciati tra i marciapiedi di un vicolo sporco e buio nel cuore di una fredda Città.
Fernando Maria Maurizio Potenza
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