Sabato, 14 Giugno 2025

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Il dramma del pizzaiolo, attesa per i funerali

Il dramma del pizzaiolo, attesa per i funerali Il dramma del pizzaiolo, attesa per i funerali | © n.c.MANDURIA - E’ durata dodici giorni l’agonia di Cosimo Perrucci, il proprietario della pizzeria Gyros di Manduria che lo scorso 27 agosto aveva tentato il suicidio impiccandosi all’interno del suo locale. Le speranze di vita si sono spezzate ieri mattina nel reparto di rianimazione del Casa sollievo della provvidenza a San Giovanni Rotondo dove i medici hanno dichiarato la morte celebrale. Dalla terapia intensiva del Giannuzi di Manduria dove era ricoverato in gravissime condizioni, il pizzaiolo che non ha mai ripreso conoscenza, era stato trasferito nell’ospedale di San Pio su richiesta dei famigliari che hanno voluto così tentare l’impossibile per il loro congiunto. Il trentasettenne che con degli Sms inviati alla sua compagna e ad altri parenti aveva preannunciato le intenzioni di farla finita, non è morto subito per l’intervento di un suo zio che abita nelle vicinanze della pizzeria il quale, avvisato da chi aveva ricevuto l’allarmante messaggio sul telefonino,  lo aveva tirato giù ancora agonizzante. All’arrivo del 118, però, le sue funzioni vitali erano assenti. Grazie alle manovre rianimatorie del personale sanitario il cuore era ripreso a battere ma non il respiro. Portato in coma al Giannuzzi lì era stato intubato e ricoverato nella terapia intensiva.  I danni subiti dal cervello per l’assenza prolungata di ossigeno, però, non hanno lasciato scampo al pizzaiolo che è padre di un figlio di dodici anni. Il suo corpo si trova da ieri nell’ospedale dell’ospedale di San Giovanni Rotondo in attesa delle decisioni del magistrato da cui dioenderà la data dei funerali. I parenti non hanno concesso l’espianto degli organi. Le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Manduria non avrebbero fatto emergere motivi diversi dal profondo stato di depressione che ha portato l’imprenditore a compiere l’insano gesto. Spiegate anche le ustioni trovate sul torace e sugli arti della vittima dovute ad un primo tentativo autolesionistico messo in opera prima di impiccarsi. Evidentemente aveva tentato di darsi fuoco. Questa mattina intanto i familiari sono tornati a San Giovanni Rotondo per riprendersi il corpo di Mimmo che è ancora a disposizione della magistratura.

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