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Dieci ore di interrogatorio: Michele conferma le accuse a Sabrina
Dieci ore di interrogatorio: Michele conferma le accuse a Sabrina | © n.c.AVETRANA — Fu Sabrina ad uccidere Sarah strangolandola con una cinta nel garage di casa, lui si sarebbe occupato solo dell’occultamento del cadavere e non ne avrebbe abusato in campagna, così come una settimana prima del delitto non avrebbe tentato approcci sessuali nei confronti della nipote. È l’ultima versione, ancora una volta diversa dalla precedente, di Michele Misseri sull’omicidio di Sarah del 26 agosto, fornita nell’incidente probatorio. Una versione identica a quella del 5 novembre scorso nella parte in cui ribadisce che l’autrice materiale dell’omicidio è la figlia Sabrina; una versione modificata, invece, quando ritratta l’ autoaccusa del vilipendio del cadavere e delle avances sessuali alla nipote. Una ricostruzione complessiva che in ogni caso, com’era accaduto nei precedenti interrogatori, non coinvolge la moglie Cosima. L’esame di Michele Misseri, nella forma dell’incidente probatorio, è iniziato poco dopo le 12.30 in un salone al primo piano della ex sezione femminile del carcere di Taranto. Miche ha parlato circondato da una decina di agenti di polizia penitenziaria per evitare che incroci lo sguardo della figlia Sabrina, anche lei protetta da un cordone di guardie carcerarie. Michele Misseri ha confermato tutte le accuse rivolte alla figlia: «Ad ucciderla è stata lei e io ho provveduto a nascondere il cadavere». E ha spiegato che Sabrina, per strangolare Sarah, utilizzò una cintura. Lo ha ribadito ieri nel carcere di Taranto alla presenza del gip Martino Rosati e dei pubblici ministeri che conducono l’inchiesta sulla morte della nipote Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana strangolata e seppellita in un pozzo dove è rimasta per 42 giorni. Zio Michele ha detto questo sapendo che c’era la figlia ad ascoltarlo al di la della barriera umana delle guardie carcerarie che lo separavano da Sabrina, la presunta assassina che si trova in carcere con lui dal 15 ottobre con l’accusa di omicidio volontario e sequestro di persona. La confessione, la quarta da quella notte del 6 ottobre quando Michele ha fatto ritrovare il cadavere della nipote all’interno del pozzo-cisterna in contrada Mosca, dove il 26 agosto l’aveva gettata, è avvenuta nel corso di un interminabile interrogatorio svolto con la formula dell’incidente probatorio. Un sistema che permette all’accusa di utilizzare ogni parola come prova nella fase dibattimentale. Un confronto molto duro, iniziato alle tredici e terminato quando era quasi notte, che ha avuto dei momenti di tensione. Dopo circa quattro ore dall’inizio, Misseri avrebbe manifestato un forte stato di stress emotivo che ha fatto pensare all’opportunità di rimandare l’appuntamento ad altra data. Ipotesi poi scongiurata dall’indisposizione della difesa che avrebbe insistito perchè si proseguisse con l’incidente probatorio. Così si è andati avanti sino alla fine con Misseri che rispondeva alle difficili domande degli avvocati di Sabrina, cadendo a volte in contraddizione e con la figlia Sabrina che a distanza scuoteva la testa e in qualche occasione esprimeva dei commenti prontamente stigmatizzati dal giudice. Michele sarebbe apparso molto teso ma ha risposto a tutte le domande. In queste ore ha sostanzialmente confermato la versione del 5 novembre quando addossava sulla figlia la responsabilità dell’omicidio mentre a lui il solo occultamento del corpo. Ha però negato sia il vilipendio del cadavere che gli approcci sessuali del 20 agosto quando, così aveva raccontato lui nelle precedenti versioni, aveva allungato una mano al sedere di Sarah che si era ribellata energicamente minacciando di raccontare tutto a Sabrina. Misseri non avrebbe poi fornito alcun movente all’omicidio, parlando genericamente di incidente. L’interrogatorio fiume era iniziato poco dopo le tredici quando tutte le parti erano presenti nell’aula attrezzata per l’occasione nell’ex cappella al primo piano della sezione femminile del carcere tarantino. La prima a varcare il cancello del penitenziario è stata la criminologa consulente di Michele Misseri, Roberta Bruzzone, che ha preceduto di poco l’avvocato dell’indagato, Daniele Galoppa. E’ stata poi la volta del procuratore aggiunto, Pietro Argentino, del procuratore capo Franco Sebastio e via via tutti gli altri. Il giudice delle indagini preliminari, Martino Rosati, è arrivato pochi minuti prima del pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Mariano Buccoliero. Ultime ad arrivare, alle 12,40, sono state le avvocatesse Francesca Conte e Emilia Velletri che difendono Sabrina Misseri. Una volta dentro gli aventi diritto a partecipare (una ventina) hanno preso posto nella sala secondo la disposizione assegnata: tutti seduti dietro la barriera umana degli agenti di custodia che separava Misseri Michele seduto di spalle agli ospiti e di fronte ai tre magistrati inquirenti e al giudicante. Nel pubblico c’era Sabrina che ascoltava il padre senza proferire parola; a sera, la ragazza non ha retto più, è scoppiata in lacrime ed ha lasciato la sala prima della fine dell’udienza. Presenti anche gli avvocati della parte offesa, la famiglia Scazzi, che si è affidata ai tre legali perugini, Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. Nutrita anche la presenza dei consulenti: la criminologa Cinzia Gimelli per Sabrina, l’ex comandante del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano e lo psichiatra Massimo Picozzi che assistono i genitori e il fratello di Sarah Scazzi. Tra la folla di operatori dell’informazione fermi nel piazzate antistante la casa circondariale di via Bruno Magli c’era anche chi parlava francese. L’interesse sul giall o-S c a z z i , i nf a t t i , non ha lasciato indifferenti i canali televisivi d’oltralpe che dopo avere inviato, venti giorni fa ad Avetrana, Mathieu Benoist della rete nazionale TF1, ieri hanno spedito a Taranto la troupe di una televisione privata francese per girare un documentario sull’interrogatorio che andrà in onda durante una trasmissione che viene irradiata la domenica pomeriggio. Gli operatori francesi si sono recati anche ad Avetrana. Nazareno Dinoi
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