Venerdì, 26 Aprile 2024

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Critiche da chi vive fuori

Dialogo al bar con una turista manduriana che vive al Nord

Caffè brioche
Caffè brioche

Mattinata sfavillante di un autunno babbasone. Al bar per il solito caffe'. Indispensabile rito d'inizio giornata piena d'impegni. Come e' per tutti noi manduriani, sempre indaffarati. Mi accompagno con la rilassante lettura della nostra VOCE DI MANDURIA; immancabile. Casualmente l'occhio mi cade sulla ragazza del bar. Minigonnata e mediterraneamente solare. Lo sono tutte le nostre femmine. Ti tirano fuori persino l'anima. Serve al mio lato. Mentre cerco di misurare le lunghe gambe di costei, non puo' il mio orecchio non aprirsi alla sequela di giaculatorie che una signora, alla quale sta porgendo la colazione, recita ad alta voce. Per farsi notare, probabile... L'aspetto e l'accento sono, palesemente, settentrionali. Sciorina i soliti luoghi comuni. Con veemenza. Poco riguardo per noi e cose nostre. Il suo sillogismo, poco aristotelico, e': "il sud Italia...puah...!; Manduria e' in questo sud: e' una citta,quindi, penosa".

Credo d'essere abbastanza tollerante. Possono toccarmi tutto, proprio tutto. Quando pero' attaccano la mia Manduria...non mi trattengo. Mi faccio la faccia tosta. Intervengo. Per sganciare, anche, la ragazza, poverina, dall'imbarazzo. Mi presento. Chiedo alla signora da dove viene. "Mi sun de Milan", risponde compiaciuta. - Il mio compagno (termine, oggi, molto usato, come mai dai tempi comunisti) Ambrogio, è un vero milanese -. Ambrogio ( il suo nome non poteva essere tale) col collo del maglioncino, falsamente griffato, alzato sulla nuca per la cervicale, sta pasticciando con un pasticciotto. No...vengo corretto, è un colombino di Manduria. - Da quando lo ha scoperto - dice la signora- ne fa di abbuffate. Col colombino sempre in bocca...e ci ha pure la glicemia alle stelle. Mi chiamo Corina, Gregoria. Il mio papà manduriano, per questo devoto al San Gregorio. A Milano ci ando', negli anni sessanta, per il lavoro. Se restavi qui, allora, non ne portavi pane a casa. Ieri non era come l'oggi. Qui vedo tanti, tantissimi, che ci stanno bene. Giovani, persone, anche femmine, di ogni età, col SUV sotto il sedere. Sono imprenditori? ( lascio a lei questa supposizione. I SUV li compriamo con le pensioni dei nonni). A Milano ebbe lavoro in fabbrica. Fece famiglia. Mia madre, siciliana di origine. Poi negli anni settanta, tra terrorismo, scioperi, lotte, bombe e sequestri, nacqui io, figlia unica. Mio padre, rimase sempre legato alla sua Manduria. Tornava per le vacanze. Piccolina io, mi portava al mare. Nei decenni scorsi ancora bellissimo. Il territorio, con le sue campagne, prima, sano e, poi, guasto. Anno dopo anno ho visto fare costruzioni nella macchia, sulle dune e sulla sabbia. Il " CHITRU", il fiume santo, chiamato CHIDRO, per civilizzarlo. Quest'anno, ed in quelli passati, l'ho visto preso d'assalto. Tutti a fare di tutto. Manco un controllo. Chi volava, con tuffi carpiati, da quel ponte sbriciolato; chi cercava pesce con la canna; chi faceva campeggio con tende. Come dire che in piazza Duomo, a Milano, parcheggiano camper e gazebi e dall'alto della madonnina ci si lancia col deltaplano...-

Intervengo: - ma, vede, per vietare il vietato, il nostro sindaco di ordinanze ne ha firmate a centinaia; anchilosandosi, persino, la mano. La gente se ne infischia...in democrazia non si possono usare metodi militareschi dittatoriali -

- Noi a Milano ( ...e dalle...!) come cittadini siamo doverosi e partecipi. Pensi, quando abbiamo la neve, pure un centimetro, il nostro Beppe, Sala il sindaco, non se ne sta minga fermo come un pirla. Lo si vede con la sua bella pala in mano, tra gli spalatori, in piazza Duomo. Qui, quando il mare vomita sulle spiagge le sue alghe, non ho visto il vostro primo cittadino dare esempio a far pulizia con le pale in mano -.

- Ma...noi...- balbetto - siamo attenti all'ambiente. Le alghe ce le teniamo per produrre, come alcuni hanno proposto, utile biogas. Di questi tempi...segneremmo un punto contro il Putin che col suo gas ci sta asfissiando...-

- Ma quale gas...ancora CO2 per sempre? Mi consenta farle notare che voi avete un corso con un traffico altamente inquinante. Automezzi vari per tutte le ore. Non si resiste ad una passeggiata in centro. Neanche gli alberi (quelle rachiteche magnolie) possono depurare quando ci si siede sulle panchine, nelle belle serate,ad ascoltare le canzonette diffuse ad alto volume, dalle autoradio di qualche giovinastro. Pero' ho notato ( meno male)  che vi piace la musica. Avete un bel teatro in piazza ( l' Ideal...non sa che è chiuso da tempo). Noi abbiamo la Scala ( non le faccio intendere che non so cosa sia. Penso alle scale che un tempo si usavano per fare la monda agli ulivi). Sono dispiaciuta. C'era in programma, per la festa di sangregorio, la tanto attesa esibizione del bravissimo Clementino ( chi è costui...il mandarino della clementina ?): non c'è stata, mannaggia...Io vado pazza per lui. Anche le mie amiche milanesi sarebbero venute a piedi da Milano a Manduria per vedere il Clementino. Guardi...io lo sostituirei col mio uomo...!-

A ciò, Ambrogio, un " ma che dici...?" bofonchia preoccupato.

Lei, la Corina, per rassicurarlo, gli fa un buffetto sulla guancia inzuccherata dal colombino: - stai sereno. Lo sai che sei il mio uomo... E poi come mi suoni la tromba tu...Deve sapere ( rivolta a me) che lui è stato, è, un grande suonatore di tromba. Pochi anni addietro aveva " LA PICCOLA MENEGHINA JAZZ BAND". Si esibiva in tanti locali della provincia ed oltre. Al tempo delle tivvù private, telemilano 69, trasmise varie sessioni di jazz, col mio Ambroeus e la sua tromba sempre in primo piano. Lo voleva, pensi, anche "lu sciur Silvio", per inserire un assolo di tromba nell' inno del suo partito. Il Silvio, gran galantuomo, porto' il mio uomo nella villa in Sardegna. Per strabiliare il suo amico russo. Noi italiani, a far vedere, che siamo bravi con la tromba; loro, i russi, al massimo, con la balalaika. Oggi, gli anni passano, raramente suona. In condominio,poi, non si puo' fare minga. Voi qui fate tutto quel che volete. A Milano arrivano subito le forze dell'ordine; basta una chiamata. I vostri poliziotti hanno sempre da fare. Ti rispondono che manderanno qualcuno quando si libera da qualche gravoso impegno. Ma anche voi il jazz lo apprezzate. Quei concerti d'estate allestiti dall' amministrazione. Tanto seguiti ed apprezzati...Ce l' avrete qualche complessino jazz?-

Preso alla sprovvista, inventando, ho balbettato per bella figura: - ...si'...noi manduriani la musica ce l'abbiamo nel sangue, il jazz in particolare. Un lascito dei nostri progenitori, i Messapi. Gli archeologi, studiando i reperti, hanno scoperto questo popolo pazzo per la musica. Pare che ai neonati, già, mettessero in mano uno strumento musicale. Oggi abbiamo la nostra "Fellone messapica jazz band"-

La sciura Corina ci elogia compiaciuta ( me la sono cavata, egregiamente, pur con asserzioni fasulle).

Poi si passa, dopo il profano, al sacro. La processione del Santo Gregorio. - Non si fa più come quella di anni lontani. Allora il santo veniva accompagnato da tantissima gente. Adesso solo il sindaco che poverino sembrava uno "scappato". Avete mantenuto, comunque, la tradizione delle lanterne volanti o, come li chiamati, i palloni gonfiati. Li ho visti in piazza...ma, non sono stati fatti volare...per pericolo ? -

Lascio farle pensare che i cessi ambulanti visti in piazza erano palloni aerostatici, per non scatenare critiche.

-  Io ed il mio Ambrogio...grande scorpacciata di cupeta o, come dite, copeta. Buonissima. Forse l'unica cosa pregevole che ancora vi rimane è il cibo ed il vino. Quando era viva la mia nonna Crocifissa, Pissa come era chiamata, mi preparava quei pizzarieddi che mi li sogno ancora. Era, la sua, vera arte culinaria. Non per niente era conosciuta come la Pissa ti li pizzarieddi. Quell'anima santa faceva mangiare bene il suo uomo, il nonno Leonardo. Lo chiamavano "Nardu crassu", per il suo quintale di stazza. Lu nunnu Nardu si faceva il vino. Vino che ora nessuno riesce a fare. Sì...le cantine manduriane fanno del vino buono, il primitivo. Ma perché non chiamarlo " primatiu" come all' origine? Siamo rimasti, sino adesso, ché l'Ambrogio, si fa la scorta del vino novello. Poi a Milano se lo scola tutto. Volevamo assistere, pure, all'esecuzione della Cavalleria rusticana...come avevano annunciato...- Faccio notare che l'amministrazione, essendo Manduria tutta enologica, ha voluto fare la festa al vino. Qualche momento spensierato con baccano rusticano manduriano. La signora, di contro : - tutti questi "ano" mi fanno pensare a cose retrostanti - ed ammicca maliziosamente.

Si è fatto tardi, con mattino volato via. Sono un po' stracco e mi capacito con un nostro motto: " quannu lu ciucciu no 'mbole cu bbei, aivoglia cu fischi". Questa " milanese" è di un altro mondo. Io appartengo ad una terra che vorrei gli altri, pur servendosene, non criticassero. Mi accingo al commiato; non senza rivolgere agli ospiti un ruffiano, ma svogliato, " è stato un piacere..."

- Noi ci fermiamo. Abbiamo l'incontro con i compratori della casa dei nonni Pissa e Nardu. Oramai le ragioni per venire a Manduria non hanno più ragione. Ultimamente venire qui ed andare al mare...tra affollamento e scomodità....basta! Vuol saperne una ? Quando a luglio ero a prendere il sole a pancia giù sulla spiaggia, mi sento scivolare dalla nuca sino al fonfoschiena un pennellone vischioso. Mi giro e vedo uno, tuta d'operaio, grondante vernice blu. Gli chiedo cosa stesse facendo...cribbio...!  "Oh...scusatimi signo', sta' facimu le striscie blu per la comune....vi era pijata per un bacchittone...ccu' stu soli....moni vi pulizzu...."

-Ha capito, mi voleva mettere pure le mani addosso...!  I miei annetti ce li ho, ma sono ancora una bella tusa ( detto questo con malcelata vanità). Non scenderemo più da Milano. Non vale la candela. Bene...abbiamo avuto piacere scambiarci opinioni ( ha parlato sempre lei) e mi scusi se sono stata irruenta -.

Ci salutiamo con un "arrivederi". Dopo, penso, meglio "addio". Addio alla "sciura de Milan". E, tra me e me, le vorrei raccomandare di non lasciare mai la sua città perché come dicevano i meneghini di un tempo " chi volta el cuu a milan le volta al pan"; oggi alla "civiltà".

Egidio Pertoso

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5 commenti

  • Lorenzo
    mar 22 novembre 2022 07:27 rispondi a Lorenzo

    Ironia pura che racconta la verità. Molto bello.

  • Domenico
    mar 22 novembre 2022 07:21 rispondi a Domenico

    Sembra un racconto di almeno quaranta anni fa. Se andassimo a scavare nella copiosa letteratura manduriana dell'epoca, troveremmo molti esempi illustri nelle commedie proposte, in vernacolo, dalle numerose compagnie teatrali esistenti (non faccio nomi perche i manduriani di una certa età li conoscono). Lascio al giornale lo spunto per parlarne adeguatamente spiegando anche come i tempi siano... mutati.

    • Lorenzo
      mar 22 novembre 2022 10:38 rispondi a Lorenzo

      Mutati? La gente emigra ancora come 60, 50, 40 anni fa. I cognomi sono sempre e gli stessi. La decadenza è arrivata al fondo. Neanche gli oriundi investono più a Manduria, anzi alla Marina svendono le case pur di non venire più e pagare tasse in cambio di nulla. Antonio... Sig. Antonio... 🤔 Il racconto è attualissimo anzi non infierisce, purtroppo.

      • Domenico
        mar 22 novembre 2022 04:28 rispondi a Domenico

        Spesso la lettura frettolosa porta a non comprendere o a cogliere addirittura " izzi pi azzi". Succede quando i propri orizzonti hanno confini molto ridotti e non arrivano, come nel suo caso, oltre la marina, lu Chidru e San Pietro. Dico esattamente ciò che ha voluto ribadire. Una piccola critica era rivolta al linguaggio usato dal signor Pertoso che, nella parte riguardante la "sciura milanese" oriunda, usa un linguaggio macchiettistico stereotipato in voga già 40 anni fa, attualmente cambiato, meno individuabile e, per alcuni versi, più alfabetizzato. Ma l'autore ciò l'avrà compreso.

        • Lorenzo
          mer 23 novembre 2022 02:01

          Chiedo venia per il mio errore. Molto probabilmente sono prevenuto nei suoi confronti. Sarà una questione di... penna.

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