Domenica, 18 Maggio 2025

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Prossimo rinnovo, la presidenza potrebbe tornare ad un manduriano

Di Maggio lascia il Consorzio, Erario e Varvaglione in lizza

Da sinistra, Varvaglione - Erario Da sinistra, Varvaglione - Erario | © La Voce di Manduria

C’è fermento nel Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria doc per il rinnovo delle cariche che questa volta si presentano con una novità, inaspettata per molti e nota solo agli addetti ai lavori: il presidente uscente Mauro Di Maggio, direttore generale di Cantine San Marzano, ha rinunciato alla ricandidatura dopo un solo mandato lasciando libero il posto a nuovi e vecchi pretendenti. In tanti stanno già scaldando i motori e i nomi dei possibili successori di Di Maggio circolano da tempo tra gli addetti ai lavori. Interessati a prendere il timone del Consorzio sono in due: l’attuale vicepresidente Roberto Erario, già a capo dell’organismo di tutela per tre mandati di seguito (da lui a febbraio del 2019 il presidente uscente ha ereditato la guida di un Consorzio forte e sano con un export in crescita con 20 milioni di bottiglie prodotte di cui il 70% destinato all’estero); e il tarantino Cosimo Varvaglione, enologo e titolare dell’azienda «Vigne & Vini» con sede a Leporano. A breve il Consiglio d’amministrazione fisserà la data per le nomine per arrivare a fine luglio con il nuovo organigramma composto dai rappresentanti delle cantine consorziate. Ed è nei segreti uffici delle cantine sociali, imprese e cooperative del settore vitivinicolo del Primitivo che si giocherà lo scettro del Consorzio.

Questa volta come non mai la lotta è tra gli imprenditori del blocco esterno che puntano su Varvaglione (con lui le imprese dei comuni «cugini» del Primitivo come Sava, Lizzano, Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe, soprattutto) e i manduriani che cercheranno di far tornare a casa la regia dell’ente. Roberto Erario, titolare con il fratello Silvio delle omonime cantine manduriane con alle spalle tre mandati da presidente e due da vice, non si lascerà sfuggire l’occasione di riprendersi il posto di guida di un’organizzazione che fa gola a molti. All’imprenditore Varvaglione, conquistatore di premi e riconoscimenti nel settore enoico e imprenditoriale, non dispiacerebbe aggiungere il nuovo titolo di presidente di un prodotto in costante ed esponenziale crescita e notorietà in tutto il mondo. Un eventuale passaggio del Consorzio a Varvaglione potrebbe significare anche, ma è solo un’ipotesi temuta dai manduriani, un trasferimento a Leporano, se non nella stessa città capoluogo, della sede sociale attualmente ospitata nella frazione manduriana di Uggiano Montefusco in locali di proprietà del Comune di Manduria .

Insomma, gli interessi sono tanti. Basti pensare che nel 2020, grazie alle esportazioni che coprono il 70% del fatturato delle consorziate ed al mercato domestico che assorbe il 30%, le vendite di Primitivo sono cresciute del 23% sull'anno precedente. Crescite che in tempo di pandemia sono un vero miracolo. Il comparto è riuscito insomma a superare la crisi da Covid-19 commercializzando oltre 28 milioni di bottiglie che corrispondono a più di 21 milioni di litri per un giro d'affari di oltre 182 milioni di euro. Attualmente l’organismo di tutela che raggruppa 50 soci e circa mille viticoltori, è amministrato da un consiglio d’amministrazione composto da Eleonora Brunetti (Cantine Erario), Giovanni Dinoi (Cantina Pliniana), Francesco Filograno (Cantolio), Felice Mergè (Femar Vini), Vittorio Moscoguri e Antonio Resta (questi ultimi due entrambi del Consorzio Produttori Vini non si ricandideranno). Tutti uscenti con il presidente Di Maggio e i due vice Roberto Erario (Cantine Erario) e Paolo Leo (Cantine Paololeo).
Nazareno Dinoi

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