
Con le sue coraggiose prese di posizione si è fregiato dell'appellativo di Masaniello del calcio dilettantistico pugliese. Giulio Destratis, maruggese d'origine ma manduriano d'adozione, con un significativo passato da calciatore sotto diverse insegne, ivi compresa quella biancoverde del Manduria, una volta appesi gli scarpini al fatidico chiodo ha messo a frutto i suoi studi, e la sua laurea, in giurisprudenza. Per forma mentis dedicarsi al diritto sportivo era un atto consequenziale. E, destreggiandosi in punta di diritto, ha conseguito successi professionali di rilievo. Sin dai prodromi la sua mission, dichiarata, è stata quella di moralizzare il "Palazzo".
Numerose le grida d'allarme tese a denunciare un calcio pugliese allo sbando che marcia spedito verso una deriva dagli esiti imprevedibili, nonché una perigliosa navigazione a vista, senza alcuna pianificazione con consequenziale assunzione di decisioni improntate all'estemporaneità. Secondo il Destratis pensiero la gestione di un movimento che coinvolge migliaia di soggetti dovrebbe essere partecipata e non, come purtroppo accade, caratterizzata dall'assoluta mancanza di dialogo e collaborazione fra i vertici e le altre componenti attive. Tante, troppe, le zone d'ombra in oltre tre lustri di amministrazione oligarchica. A cominciare dalla gestione discutibile dell'emergenza Covid che non ha risparmiato l'universo calcio. Nessuno intervento, concreto, a sostegno delle società' travolte dalla crisi incombente è stato posto in essere. A tal proposito, uno dei legittimi interrogativi, posti all'attenzione della pubblica opinione dall'agguerrito procuratore legale è inerente l'utilizzo delle prebende versate dai sodalizi affiliati per la partecipazione ai tornei di competenza e delle tasse corrisposte in occasione dei ricorsi e dei reclami, nella stragrande maggioranza dei casi, poi rigettati. Condivisibile, in un frangente così delicato l'ipotesi,tutt'altro che peregrina, prospettata dall'avv. Destratis di ridistribuire parte di queste somme a titolo di ristoro, peraltro molto parziale, per il disagio patito dalle società".
Ma altre cupe nubi si prospettano all'orizzonte per il già martoriato mondo pedatorio.
"A breve -è l'allarme lanciato dal legale manduriano- il decreto redatto dal ministro Spadafora , che prevede la cancellazione del diritto sul cartellino dei calciatori dilettanti fino al venticinquesimo anno d'età da parte delle società, potrebbe divenire realtà. Ciò rappresenterebbe un colpo letale x tante compagini che non avrebbero più alcun interesse a curare i settori giovanili venendo meno le prospettive di ritorno economico dai propri investimenti. Il tutto nel disinteresse delle istituzioni che si segnalano, esclusivamente, per il loro assordante silenzio".
Maurizio Pasculli
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