Si polemizza sulla scelta di alcuni operatori turistici e commerciali della litoranea di chiudere le proprie attività in questo periodo, nonostante la presenza di visitatori.
Siamo i primi a gioire dei risultati della destagionalizzazione, che abbiamo sempre auspicato e favorito, ma bisogna contestualizzare. Oggi un bar, un ristorante, una salumeria deve fare i conti con bollette di luce e gas triplicate, i costi delle materie prime alle stelle, il conseguente decremento delle marginalità e la difficoltà di trovare personale.
Stiamo parlando di piccole attività che hanno sopravvissuto alle chiusure forzate e alle limitazioni del Covid (che forse qualcuno ha già dimenticato) e che oggi vivono una seconda emergenza, che rischia di mettere a repentaglio la loro stessa sopravvivenza.
In tutta Italia, da Milano Marittima a Palermo, si stanno diffondendo fenomeni di chiusura anticipata da parte di esercenti che decidono di abbassare la serranda anziché aumentare i costi e gravare sul consumatore.
Sfortunatamente noi non viviamo sulla luna e i nostri commercianti non sono esclusi da questa guerra alla sopravvivenza che stiamo vivendo. Chi può davvero pensare che oggi una attività stagionale che deve portare avanti la famiglia con i ricavi del lavoro di tre mesi l’anno, possa scegliere con tanta leggerezza di rinunciare ad un mese in più di lavoro? Siamo seri!
Tullio Mancino
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1 commento
Lorenzo
mar 20 settembre 2022 08:24 rispondi a LorenzoOgni scusa è ottima per un popolo che da decenni chiude prima di San Gregorio. 😂😂😂 Per favore non facciamo statistica con gli ultimi 2 anni. Il commercio alla Marina è sempre stato mordi e fuggi. Sempre, tranne il bar tabacchi in piazza Padronanze, ma qui è altra cultura. Opinioni