
Il coronavirus si è insinuato nell’arcidiocesi metropolita di Taranto. E rischia di mettere in crisi i riti sacri del Natale già abbastanza complicati dalle misure anti contagio. La notizia che getterà sconforto nella chiesa ionica e non solo, è che l’arcivescovo Filippo Santoro si trova in isolamento fiduciario nella sua dimora di Largo Arcivescovado a Taranto. Il settantaduenne a capo della chiesa tarantina fa parte dei contatti diretti di religiosi risultati positivi al tampone. L’annuncio ufficiale è stato dato ieri sera a San Giorgio Ionico dal vicario del vescovo, Alessandro Greco, durante una funzione religiosa nella chiesa Maria Santissima Immacolata. Il monsignore assente avrebbe dovuto celebrare la cerimonia per il 25esimo di sacerdozio di padre Giancarlo Ruggieri ma al suo posto si è presentato il suo vicario che durante l’omelia ha dato il drammatico annuncio invitando tutti alla preghiera.?
L’arcivescovo Santoro sarà costretto a disertare l’importante cerimonia prevista oggi per il 50esimo anniversario della consacrazione della Concattedrale Gran Madre di Dio progettata dall’architetti Giò Ponti. Ma la preoccupazione di tutti riguarda principalmente il periodo natalizio che oltre alle restrizioni contenute nell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio in materia di contenimento del contagio, rischia per la prima volta a Taranto l’assenza del numero uno della chiesa ionica. Tutto dipenderà dall’esito del tampone che l’arcivescovo effettuerà in queste ore. ?
La notizia del coronavirus negli ambienti della curia ionica, arriva in uno dei giorni peggiori per Taranto e provincia per quanto riguarda l’aggressività del virus che sulle sponde dello Ionio sembra ormai non trovare freni. Si sono registrati ieri due nuovi record negativi, quello del numero di nuovi contagiati (259 nelle ultime 24 ore) e sui ricoveri (289 di cui 15 in terapia intensiva). Cifre mai raggiunte nei bollettini. E come se non bastasse, l’annuncio di sei nuovi decessi che si sommano agli otto del giorno prima: 3 al Moscati di Taranto e uno a testa a Grottaglie, Castellaneta e Santissima Annunziata, unico presidio, quello cittadino, a non avere zone riservate alla patologia virale per cui ci si chiede, vita la ripetitività dei casi, come sia possibile la permanenza di persone positive al virus.?
Nella tabella delle «presenze» di malati nei diversi reparti dedicati alla lotta al Covid, il presidio manduriano, «Marianna Giannuzzi» ha pareggiato per la prima volta il numero di ricoverati con l’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, hub di riferimento della Asl per la lotta alla pandemia. Le due strutture ospitavano ieri 63 persone a testa con sintomi più o meno gravi. Le due rianimazioni, Moscati e Giannuzzi, avevano in cura quindici pazienti Covid in prognosi riservata. All’ospedale Messapico è stata ricoverata una coppia di ultra ottantenni provenienti da Maruggio, entrambi contagiati dal virus con sintomi respiratori, a cui è stata riservata una stanza. Lei ipovedente, a casa veniva assistita dall’anziano marito. A Grottaglie, l’ospedale «San Marco» aveva in cura 32 pazienti affetti dal coronavirus.
?Sul versante occidentale della provincia, invece, al «San Pio» di Castellaneta erano presenti 48 pazienti, mentre al «Valle d’Itria» di Martina Franca i malati Covid erano 11. ?La casa di cura «Santa Rita» ospitava 31 persone con patologie correlate alla pandemia ed altri 11 erano quelli gestiti dal personale del centro ospedaliero della Marina Militare di Taranto. Il presidio Covid post acuzie di Mottola, infine, trattava ieri altri 30 pazienti in fase di riabilitazione.
Dal Quotidiano di Taranto
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