Mi è capitato di leggere il programma elettorale di Gregorio Pecoraro, sindaco di Manduria, composto da ben 18 pagine. Uno dei punti fondamentali della sua campagna elettorale che mi ha impressionato particolarmente, era riportato ad inizio programma: “Il progetto pecoraro si fonda sul confronto con la cittadinanza, a cui vuole restituire il diritto di partecipazione attiva non solo nella fase progettuale ma anche in quella operativa, col fine di favorire, da una parte, una diffusa consapevolezza e responsabilita' civica, dall'altra di contrastare comportamenti lesivi di un'etica della politica, quali clientelismo, il malaffare e l'interesse di parte".
Bellissime parole, anche un pò commoventi, ma di fatto mai avuti o chiesto confronti con i cittadini. Tanto meno chiesta mai la loro partecipazione attiva in fase progettuale o in esecuzione (per ultimo la questione delle robinie che non ha ascoltato minimamente i pareri dei cittadini e delle associazioni).
Pecoraro ha solo fatto perdere del tempo e soldi ai cittadini che chiedevano dialoghi dal momento che sindaco, presidente e componenti della commissione avevano già deciso di imporre il loro progetto. Che bisogno c’era allora di far spendere soldi e tempo alla comunità manduriana con convocazioni di consigli comunali e sedute di commissioni (ricordo che tutti i componenti vengono pagati a gettone di presenza e non lavorano gratis). Non c'era bisogno di fare tutto ciò quando il sindaco sapeva già che la scelta era stata presa.
Tutto questo è l’ennesimo esempio di una politica fatta di indifferenza verso i cittadini con stile patriarcale e dittatoriale.
Angelo Dinoi
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7 commenti
Giannino
ven 8 novembre 12:22 rispondi a GianninoLa fortuna si dice che passa una sola volta.Qui è passato 3 volte e non c'è ne sarà una quarta,quindi bisogna raccogliere il possibile ,poi che Manduria sarà nella M,,,, non interessa Opinione. Il male o conflitto è che tutti mangiano e guardano (Ancora x poco mi auguro ) Opinione
Vincenzo
ven 8 novembre 07:13 rispondi a VincenzoPerdonatemi l'orrore: "se l'avessi fatto".
giorgio sardelli
gio 7 novembre 20:57 rispondi a giorgio sardelliIl tavolo rotondo c'è sempre stato solo che una volta si sedevano alcuni cavalieri di solito i fedeli del re poi con il cambiamento climatico i non fedeli hanno chiesto al re di avere un posto per loro al tavolo accettando di fare i buoni come i biscotti bistefani in cambio ogni tanto potevano partecipare alla tavola commensale e vivono felici e contenti finchè arriva la scadenza e comunque poi dopo da come va va c'è da ricambiare o continuare visto il gran successo. Ad ogni buon conto disse mio nonno Manduria muore con tutti i Manduriani a meno che arrivano i RE MAGI Commissariando tutto per il bene dei Cittadini ma purtroppo serve L'ESPOSTO ma chi lo fa? ( IL FILM LO INTITOLIAMO " CERA UNA VOLTA LA MINORANZA")
Vincenzo
gio 7 novembre 08:39 rispondi a VincenzoIl potere logora.....ma è meglio non perderlo. Sono convinto che taluni personaggi, arroccati a mantenere saldo lo scranno, su cui hanno poggiato il loro deretano, pur di sperimentare i poteri immaginifici del Cynar, facciano uso smoderato di esso. Come garantiva il buon Calindri, contro il logorio della vita moderna, è un rimedio efficace. Controindicazioni: crea assuefazione ma, di converso, provoca la perdita della memoria, facendo sprofondare nell'oblio le promesse da marinaio contenute nel programma elettorale. Ma sappiamo che in politica tutti possono vantarsi, almeno questo, di essere abili naviganti.
Angelo
gio 7 novembre 11:37 rispondi a AngeloDa dove hai copiato queste parole?🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣perché non scrivi più potabile?
Vincenzo
gio 7 novembre 14:42 rispondi a VincenzoNon sono solito, oserei dire, avvezzo a copiare. Dirò di più, se l'avrei aftto nelle superiori, il professore d'italiano se ne sarebbe certamente accorto. Purtroppo, il lessico con cui si scrive o interloquisce, non si copia. Diventa qualcosa di connaturato. Ecco perché, chi legge i miei commenti, anche se il linguaggio potrebbe risultare ostico, dovrebbe avere il buon senso di capire, al massimo condividere e, indi, di introiettare, serbando, quello che di buono avrà compreso. Riguardo la potabilità, forse, sarebbe meglio rivolgersi all'AQP. Solo per chiarire; senza dare inizio a una sterile diatriba polemica.
Vincenzo
gio 7 novembre 14:40 rispondi a VincenzoNon sono solito, oserei dire, avvezzo a copiare. Dirò di più, se l'avrei aftto nelle superiori, il professore d'italiano se ne sarebbe certamente accorto. Purtroppo, il lessico con cui si scrive o interloquisce, non si copia. Diventa qualcosa di connaturato. Ecco perché, chi legge i miei commenti, anche se il linguaggio potrebbe risultare ostico, dovrebbe avere il buon senso di capire, al massimo condividere e, indi, di introiettare, serbando, quello che di buono avrà compreso. Riguardo la potabilità, forse, sarebbe meglio rivolgersi all'AQP. Solo per chiarire; senza dare inizio a una sterile diatriba polemica.