
Lite ieri nella conferenza dei capigruppo convocata per decidere data e ordine del giorno de prossimo consiglio comunale. La discussione inizialmente pacata, è degenerata quando il presidente del Consiglio, Gregorio Dinoi, ha fatto sapere che la seduta sarebbe avvenuta il 28 marzo in remoto “per la presenza di diversi consiglieri (di maggioranza, Ndr) positivi al Covid” e che la stessa si sarebbe tenuta alle 9 del mattino. A quel punto il consigliere Lorenzo Bullo ha chiesto di spostare l’assemblea nel pomeriggio per non penalizzare i consiglieri comunali che esercitano libera attività impossibilitati ad assentarsi per impegni professionali precedentemente presi (nella fattispecie le udienze in tribunale). A questa richiesta, alla quale si è poi accodato il consigliere Gregorio Perrucci, anche lui di minoranza, il presidente Dinoi si sarebbe opposto evitando ogni dialogo. «I capigruppo discutono gli argomenti da portare, mentre la data e l’orario sono prerogativa del presidente del Consiglio in accordo con il sindaco». Questa affermazione non è stata condivisa dall’avvocato Bullo che ha abbandonato la seduta e, subito dopo, ha inviato una nota di protesta indirizzata alla segretaria generale, al sindaco e a tutti i capigruppo. «Quanto avvenuto – ha fatto notare Bullo -, è in palese violazione del regolamento» che in merito ai compiti della conferenza dei capigruppo c’è quello di «programmare i lavori ed il calendario delle riunioni del Consiglio comunale». Nella lettera che il consigliere Bullo invierà anche in Prefettura per le valutazioni del caso, si chiede quindi che l’assise cittadina del 28 si tenga nelle ore pomeridiane «per consentire a diversi consiglieri (tutti i non dipendenti pubblici o privati, ndr), di prendere parte ai lavori».
Nella stessa nota, inoltre, Bullo fa sapere che secondo quanto avrebbe riferito lo stesso presidente, l’impedimento del contagio interesserebbe un solo consigliere e non «diversi» come inizialmente annunciato dal presidente. «Se così stanno le cose – commenta Bullo a margine della polemica -, non si capisce perché un solo contagio nella maggioranza debba condizionare l’intera assemblea ed impedire ai cittadini la possibilità di seguire i lavori in presenza».
L’eccesso di sicurezza adottato dal presidente e dal sindaco, potrebbe essere dettato dalla necessità di assicurarsi la maggioranza dei loro consiglieri alla luce delle ultime scissioni che hanno fatto perdere tre voti preziosissimi al sindaco. Basterebbe un’assenza dei suoi fedelissimi, infatti, per essere battuto sui numeri. Un rischio che non può correre perché entro il 31 marzo bisogna necessariamente approvare degli atti necessari al futuro bilancio pena il commissariamento.
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5 commenti
cittadino
mer 23 marzo 2022 12:42 rispondi a cittadinogalleggiano e ricorrono a questi miseri sotterfugi pur di rimanere incollati alla poltrona...madoooo che schifo...ma vi è rimasta un pò di dignità e passione autentica per la politica
Daniele
mar 22 marzo 2022 06:25 rispondi a DanieleComunque questo sindaco non è sceso dal cielo ma regolarmente eletto da voi manduriani....eh eh eh
Manduriano
mar 22 marzo 2022 02:39 rispondi a MandurianoCome sempre primeggia da parte di qualcuno arroganza e prepotenza. Fate solo pietà. Mandateli a casa meglio un commissario.
Francesco
mar 22 marzo 2022 07:13 rispondi a FrancescoA casa pecora'
Gregorio
mar 22 marzo 2022 08:23 rispondi a GregorioÈ già a casa (municipio)