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AVETRANA — A maggio scorso, mentre gli investigatori indagavano sull’uccisione di Sarah Scazzi, seminando cimici e informatori ovunque, la campagna elettorale per il rinnovo del sindaco di Avetrana animava le discussioni tra i cittadini. La conversazione tra due di loro, intercettata dal «grande fratello» , è finita negli atti processuali relativi al delitto. un dialogo tra due donne che parlano della triste vicenda della quindicenne assassinata in via Deledda il 26 agosto scorso, ma anche di altro. La prima, il cui marito si sta impegnando nella campagna elettorale, prospetta alla seconda la possibilità di fare cassa con la preferenza nelle urne. Parla del marito «che sta girando per il fatto dei voti» e dice: «Mi ha detto pure a me… domanda la (omissis), se sono di destra o di sinistra?» . L’altra risponde: «Io non sono di niente» . E la prima la incalza: «Ah! No, casomai, ha detto mio marito, stanno dando soldi ... stanno dando» . La signora non sembra essere interessata: «Io veramente… non giro a niente» . E lei insiste: «... tanto è vero che mi ha detto (il marito, ndc) questa parola ieri quando io me ne stavo venendo da casa tua è arrivato mio marito che portava soldi ... e mi ha detto: "non sappiamo la (omissis) di dove sono"... gli ho detto: «Zitto che se viene glielo dico» . La trascrizione dell’intercettazione tra le due persone informate sui fatti, fa parte delle migliaia di pagine di cui è composta l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccolieri. Il contenuto ovviamente non ha interessato il caso dell’omicidio in famiglia. Piuttosto mette a nudo un costume mai abbandonato dalla politica utile forse ad alimentare il dibattito tra i partiti che hanno perso e quelli che hanno vinto le amministrative ad Avetrana. Per la cronaca a spuntarla è stato il centrodestra che ha confermato il risultato precedente. Dal punto di vista dell’inchiesta penale, invece, ieri il tribunale dell’appello si è nuovamente occupato della richiesta della procura di riconoscere il reato di sequestro di persona a Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, contro la decisione del gip che l’ha invece eliminato. I giudici del Riesame si sono riservati la decisione. Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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