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Canali d'acqua, canneti e spiagge: i�tesori nascosti del bacino del Conte
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Canali d'acqua, canneti e spiagge: i�tesori nascosti del bacino del Conte
Canali d'acqua, canneti e spiagge: i tesori nascosti del bacino del Conte | © n.c.Di spiaggia in spiaggia. Da Torre Colimena a Punta Prosciutto (e viceversa) passando tra canneti e flora mediterranea, dune, canali, bacini e spiagge incantevoli. Ovviamente stiamo parlando di una passeggiata ecologica, (la macchina dovrà essere parcheggiata), attraverso il Bacino del Conte a piedi o con la bicicletta che vi lascerà a bocca aperta per il paesaggio autoctono (e per fortuna ancora intatto) che incontrerete. Arrivando a Torre Colimena, passando davanti alla Torre Saracena (la più alta tra le torri di avvistamento sparse nel territorio pugliese) si gira a sinistra, costeggiando il lungomare e si prosegue fino in fondo, passando davanti alle storiche pescherie e ristoranti di Pompiglio e Caterina (quest'ultima lo scorso anno é stata scelta dal regista Guido Chiesa come uno dei luoghi per le riprese del film "Belli di papà"). Da lì occorre procedere a piedi, attraversare a destra il canale e si comincia il tour tra canali, percorsi, spiagge del Bacino del Conte. Il bacino (uno dei più grandi nel Salento) fu costruito dalla bonifica Arneo intorno agli anni '50 come opera che doveva bonificare la zona paludosa. Nel tempo molti pesci lo hanno scelto per deporre le uova e riprodursi, prima di ritornare in mare, e così è diventato un luogo dove si incontrano molti pescatori e dove si può pescare. Dal bacino partono diversi canali che lo collegano con il mare della spiaggetta di Torre Colimena, di Punta Cacata e altri che, dicono, arrivano fino a Porto Cesareo. Ecco, uno dei sogni possibili che sta a cuore ad Alessandro Mariggió, il direttore della Riserva Naturale, e che sta cercando di realizzare, é la possibilità di poter navigare attraverso quei canali con canoe per fare escursioni nel territorio. Non solo. Mariggió spera altrettanto di riuscire a tracciare i percorsi, sempre percorribili in bicicletta, attraverso i canneti che portano fino a Punta Prosciutto. Al momento i sentieri ci sono, anche se a tratti più difficili da percorrere in bicicletta, perché sabbiosi e, volendo, dal Bacino del Conte si può proseguire, tenendo ben vicino il mare, come riferimento, e arrivando alla "seconda spiaggia". Una bellezza. Immaginate il mare sempre cristallino, la sabbia a metà tra quella a granelli de La Salina dei Monaci è quella bianca fine di Punta Prosciutto e qualche scoglio levigato dal mare che ricorda tanto alcune spiagge della Sardegna. Poca gente (dal momento che non è facilmente raggiungibile con la macchina) e pace assoluta. É il paradiso di chi vuole pescare ricci e polipi, ma anche di chi ama cercare le pietre pomici che ogni anno vengono lasciate dal mare sulla sabbia. Il tempo di asciugarsi dopo un bagno di rito e ripartire. Occorre girare l'angolo, oltrepassare un piccolo promontorio ed eccoci arrivati sulla spiaggia di Punta Cacata. Ora il nome potrebbe farvi sorridere e forse sarà così, visto che anche chi, in passato, gli ha voluto dare questo nome, lo ha fatto pensando che non era così bella questa spiaggia come quella di Punta Prosciutto. Ma si sbagliava. Circondata da dune e canneti, per fortuna intonsi, la spiaggia é un altro paradiso poco frequentato. Piccola, a semicerchio, amata da un turismo tranquillo e solitario che rifugge spiagge troppo frequentate come quella successiva di Punta Prosciutto, bellissima ma impossibile, se non fuori stagione. Arrivati a Punta Prosciutto, lasciato il canneto e ritornati tra macchine e parcheggi selvaggi, la spiaggia ad una prima occhiata sembra impraticabile perché non offre (soprattutto a luglio e agosto) un centimetro di spazio libero. Solo gli scogli sulla destra lasciano qualche margine disponibile. La musica ad alto volume del bar, all'inizio della spiaggia, ci conferma che é finita la tranquillità e la pace. Forse allora verra la voglia di girare la bicicletta e ritornare indietro, per tuffarsi in piena tranquillità nelle spiagge appena lasciate. Provare per credere.
Monica Rossi
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