Lunedì, 28 Luglio 2025

Gli articoli

Il direttore di Manduriaoggi.it repliche alle accuse della commissione sul depuratore

Buon giornalismo e cattiva politica

Depuratore Depuratore

Pubblichiamo di seguito l'editoriale del direttore di Manduriaoggi.it, Nando Perrore, che repliche alle nuove accuse nei suoi confronti dei componenti della Commissione speciale di controllo sul depuratore. 

Crediamo che siamo ormai al paradosso: noi pubblichiamo i contenuti di un documento ufficiale, ma dapprima siamo accusati prima di averne mistificato il contenuto (che ricalca integralmente, compresa la punteggiatura, il verbale) e in seconda battuta di essere stati fuorviati da chi ha divulgato il documento… Possibile che ci sia ancora gente convinta che, dopo 45 anni di professione giornalistica, siamo così ingenui e sprovveduti da farci fuorviare da qualcuno? E se ora aggiungessimo che questo verbale ci è stato consegnato da una persona vicinissima alla maggioranza, in cosa consisterebbe la presentazione della situazione in modo falso, ingannevole o distorto, approfittando della nostra fiducia e/o buona fede (n.d.r. è questo il significato dell’espressione “travisare la buona fede”)?

Crediamo che quest’ultima insinuazione sia un’offesa ben più grave, non tanto ai nostri danni quanto all’intelligenza della comunità manduriana, e persino degli stessi componenti della Commissione che forse non si sono dati la pena o il tempo di mettere a confronto il nostro articolo e il loro verbale (che hanno sottoscritto).

Sono i componenti della Commissione (non noi, si badi bene) ad indicare in modo dettagliato i problemi del depuratore consortile e a proporre sinanche delle soluzioni, ma è la nostra testata che ne mistifica il contenuto, sol perché… lo ha riportato INTEGRALMENTE limitandosi a premettere solo 20 parole (compresi articoli e preposizioni) di doverosa introduzione, senza alcuna considerazione di valore.

Forse qualcuno non sa (o fa finta di non sapere…) che il compito di una testata giornalistica è quello di raccontare alla gente ciò che avviene nell’interesse dell’opinione pubblica, rendendo noti anche documenti che, come in questo caso, sono stati tenuti in un cassetto per oltre un mese.

Questo ci siamo limitati a fare, ovvero il mestiere del giornalista, scatenando però l’ira di coloro che avevano sottoscritto quel documento e quindi i contenuti da noi integralmente pubblicati (come abbiamo dimostrato nel precedente articolo).

Il testo, lo ripetiamo, era riportato senza commenti né interpretazioni, ma accompagnato da un breve cappello introduttivo necessario a spiegarne il contesto. Nessuna opinione, nessun aggettivo fuori posto: solo i fatti. Tuttavia, l’articolo ha innescato una reazione furiosa da parte di alcuni componenti della Commissione, che ci hanno accusato di “mistificazione”, “strumentalizzazione” e addirittura di essere stati fuorviati da qualcuno…

La prova alla base di queste accuse? Sarebbero i commenti che ne sono seguiti…

Ma se è la stessa Commissione (E NON NOI!) che parla dei rischi delle acque stagnanti e della esalazione di cattivi odori. Quali commenti vi sareste aspettati dalla gente, e in particolare dai proprietari dell’area del depuratore?

Davvero assurdo… si pubblica un documento contenente i risultati del lavoro della Commissione, e non altro, convinti di rendere un servizio positivo nel mostrare alla comunità l’interesse dei suoi componenti alla risoluzione di un problema e la Commissione stessa si rinzela.

E qui si apre allora la vera questione: è possibile essere accusati di mistificazione solo per aver reso pubblico un atto ufficiale? A quanto pare sì, se quel documento potrebbe aver disturbato l’equilibrio fragile del consenso politico o messo in luce contraddizioni che si preferirebbe tenere nascoste.

E così ci viene un dubbio: non è che quest’ira sia stata generata dal fatto che quel documento non doveva essere divulgato?

La vicenda solleva anche interrogativi fondamentali sulla libertà di stampa e sul ruolo del giornalismo in una democrazia. Se un documento ufficiale, pubblicato integralmente e senza interpretazioni arbitrarie, scatena accuse così violente, cosa succederebbe con un’inchiesta vera e propria?
Dietro le parole “mistificazione” e “strumentalizzazione” sembrerebbe nascondersi qualcosa di più profondo: l’incapacità, o il rifiuto, di accettare la trasparenza.

Chi racconta fatti, soprattutto quando documentati in modo trasparente, non dovrebbe essere oggetto di delegittimazione ma, al contrario, riconosciuto come presidio democratico.
In tempi in cui la verità è spesso manipolata o nascosta dietro cortine di propaganda, il compito della stampa resta quello di illuminare le zone d’ombra, anche, e soprattutto, quando dà fastidio.

Ritorniamo al comunicato che ci è giunto sabato e che pubblichiamo in coda.

Tralasciando tutta l’ampia parte iniziale sui compiti della Commissione, non sostanziale sui contenuti della vicenda, riportiamo di seguito la parte finale, che ci sembra tanto emblematica, quanto significativa.

«Sappiamo bene che ManduriaOggi ha fin’ora operato in maniera oggettiva e coscienziosa, ma crediamo che in questa occasione la sua buona fede sia stata travisata e fuorviata da chi ha divulgato il documento. A nostro avviso sarebbe stato più opportuno che ci fosse stato un approfondimento preliminare che avrebbe meglio chiarito il tutto e le chiediamo scusa se si è sentito offeso professionalmente e personalmente».

Poi la chicca in chiusura.

«Sicuri del proseguo dei rapporti».

Dopo offese ingiustificate e pubbliche ripetute due volte, si è persino sicuri “del proseguo dei rapporti”… Preferiamo non commentare.

Questa storia ha tuttavia anche un aspetto positivo: la grande solidarietà che ci è stata manifestata attraverso commenti al nostro post (visibili a tutti), attraverso decine di messaggi privati e telefonate da tantissima gente, che abbiamo ringraziato individualmente (speriamo di non aver dimenticato nessuno) e che torniamo a ringraziare attraverso questo articolo: GRAZIE.

Così come c’è stato anche chi, pur essendosi a parole in passato dimostrato amico, in questa occasione ha preferito non manifestare concretamente questa amicizia sotto forma di solidarietà. Forse per non indisporre qualcuno? Ecco, questa vicenda ci ha consentito anche di capire chi è amico a convenienza…

Un grazie speciale, infine, al collega Reno Dinoi, che attraverso un articolo pubblicato sulla testata che dirige (La voce di Manduria) ha raccontato con la massima obiettività la vicenda e ha espresso la propria solidarietà.

Nando Perrore, direttore Manduriaoggi.it

Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.


© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.


Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.
stai rispondendo a

COMMENTA
Le nostre terre del Primitivo o dell’eolico?
La redazione - ven 27 giugno

L’Archeoclub d’Italia, Sede di Manduria, esprime profonda preoccupazione per il numero di progetti per la realizzazione di Parchi eolici che, a vari gradi di avanzamento nell’iter procedurale, incombono, direttamente o indirettamente, ...

Dante e quel vuoto nella toponomastica manduriana
La redazione - sab 28 giugno

Gentilissima Redazione di La voce di Manduria, qualche giorno fa leggevo con molta attenzione l’articolo apparso sul giornale on line Manduria Oggi, a firma di Giuseppe Pio Capogrosso, sulla ruota degli esposti e la consequenziale intitolazione ...

Manduria invasa dai rifiuti, tartassata dalla Tari e tradita dalla politica
La redazione - mar 1 luglio

Avvelenata dal fetore, seppellita dai rifiuti, tartassata dalla TARI. . . derisa dalla politica! Nonostante sia spesso lontano, seguo la mia Città con attenzione. Manduria oggi non ha l'aria frizzante di mare, né ...