Lunedì, 16 Giugno 2025

Cronaca

Per l'aggressione in spiaggia nella notte di San Lorenzo e un altro episodio a Manduria

Baby gang all'assalto, indagati quattro minori manduriani

La dirigente Marinella Martina La dirigente Marinella Martina

Ci sono quattro manduriani indagati, tutti minorenni, perché sospettati di aver preso parte al raid della notte di San Lorenzo dell’estate scorsa sulla spiaggia di San Pietro in Bevagna quando una comitiva di turisti delle province di Brescia e Milano fu aggredita da una decina di giovani del posto. Gli stessi inquisiti, tra i 16 e 17 anni, devono rispondere anche del ferimento di un adulto avvenuto a novembre dello scorso anno nella villa comunale di Manduria. 

I quattro sono stati individuati grazie alle indagini degli agenti del locale commissariato di polizia al comando della vice questore aggiunto, Marinella Martina. Sono tutti indagati dal Tribunale per i minorenni di Taranto. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale per i minori, Lelio Fabio Festa, li ha già convocati per l’interrogatorio preventivo che inizierà questa mattina e si concluderà giovedì. I quattro manduriani, accompagnati dagli avvocati difensori, Armando Pasanisi e Cosimo Micera, si dovranno presentare per rispondere dell’imputazione provvisoria di concorso in lesioni personali aggravato perché commesso da più persone riunite. Altri giovani, presenti sia alla spedizione notturna in spiaggia che nella sera di novembre a Manduria, non sono stati ancora identificati e gli inquirenti sperano che i loro nomi, salvo la reticenza degli inquisiti, possano venir fuori dagli interrogatori di questi giorni. 

La piaga delle baby gang sembra essersi incancrenita a Manduria. Sulla città messapica, già tristemente nota per la tragica fine di Antonio Cosimo Stano, il disabile 65enne morto di stenti e di solitudine, vittima delle brutalità degli «orfanelli», banda di 18 bulli, quasi tutti minorenni, si riaccendono ora i riflettori per questi altri due casi di violenza ad opera di ragazzi.

Nella contestazione dei reati è ben chiara la spregiudicatezza e l’atteggiamento violento dei «ragazzini» all’epoca dei fatti ancora quindicenni e sedicenni. Capaci, si legge negli avvisi a presentarsi, di procurare lesioni, guaribili con prognosi sino a trenta giorni, procurate con calci, pugni, spranghe di ferro e bottiglie di vetro rotte. 

L’episodio più cruento contestato è quello dell’undici agosto 2024. Dopo la mezzanotte, una comitiva di giovani turisti del bresciano, ragazzi e ragazze tra i 17 e i 19 anni, fu sorpresa sulla spiaggia di San Pietro in Bevagna, marina di Manduria. Il branco composto da una decina di elementi (così ricorderanno le vittime tutte interrogate il giorno dopo dalla polizia), li assalì senza un apparente emotivo. Quattro di loro finirono in ospedale mentre gli assalitori si dileguarono impadronendosi di borse e zaini contenenti telefonini ed altri beni di scarso valore. 

Nell’aggressione singola del 30 novembre scorso, invece, un gruppo di quattro o cinque ragazzi, tutti manduriani, si avventarono contro un uomo della provincia di Bari che era intervenuto per allontanare il branco dal figlio e dalla sua fidanzata del posto, entrambi minorenni, oggetto di scherno e insulti. L’adulto fu malmenato, scaraventato per terra e spedito in ospedale con lesioni guaribili in trenta giorni. Come elementi di prova, prodotti grazie all’attività investigativa della polizia di Stato di Manduria, esisterebbe una ricca documentazione videografica oltre a numerose testimonianze.

Nazareno Dinoi  

 

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COMMENTA

10 commenti

  • Dino Lampa
    mer 12 marzo 00:07 rispondi a Dino Lampa

    Avvocati ma non vi vergognate a difendere certi soggetti

  • Anonimo
    mar 11 marzo 23:10 rispondi a Anonimo

    Manduria è cambiato e anche i tempi ma soprattutto la gente. Ma non vi vergognare che fate vedere e insegnare ai propri figli queste cose???troppa mafia in giro. Che mettessero dentro questi mostri di nullità perché famiglie non riesco proprio a dirlo perché fanno veramente schifo e sono nulle e invisibili. Video sorveglianza per tutta Manduria che ormai è diventata mafia ma soprattutto morta.

  • Mimina Pezzarossa
    mar 11 marzo 15:55 rispondi a Mimina Pezzarossa

    Un DASPO preventivo anche a loro,così come ciliegina sulla torta.

  • Gregorio
    mar 11 marzo 15:24 rispondi a Gregorio

    Grazie alle Forze dell’Ordine ( tutte ) soprattutto al commissariato di polizia al comando della vice questore aggiunto, Marinella Martinache, dove con umiltà e coraggio mettono la propria vita al servizio della comunità e dei più deboli.

  • CD
    mar 11 marzo 13:53 rispondi a CD

    Nella stessa cella madre padre e figli ma non un giorno almeno un anno e poi vediamo

  • Aldo
    mar 11 marzo 11:32 rispondi a Aldo

    Bravi e complimenti al COMMISSARATO,ma purtroppo è lItalia che fa pena (marcio) opinione

  • Enzo
    mar 11 marzo 10:45 rispondi a Enzo

    Ma quando alla ghigliottina??? L'erba marcia non muore mai

  • Giova
    mar 11 marzo 09:59 rispondi a Giova

    Bravi le forze di polizia ad aver individuati questi delinquenti alla giustizia , ma ci vorrebbe anche per i genitori una tirata non solo delle orecchie ma!!!! per non aver educati i figli al rispetto dell'altro

  • Manduriano
    mar 11 marzo 09:56 rispondi a Manduriano

    Che gentaglia ,povera Manduria,sempre belle notizie.

  • Ale
    mar 11 marzo 09:44 rispondi a Ale

    Molto bravi quelli del commissariato di Manduria ad aver individuato anche se in ritardo questi scalmanati che veramente ci vorrebbe una pena esemplare perché sono sicuramente cattivi dentro e sicuramente la famiglia avra' le sue colpe per non aver vigilato su di loro . Nei tempi addietro ci si nascondeva e si seguivano i figli per vedere dove andavano e con chi uscivano , invece adesso con amici e conoscenti sono concentrati di andare a mangiare in qualche pizzeria

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