
E’ morto nei giorni scorsi a Bari, dove viveva da anni, l’avvocato e giornalista manduriano, Bruno Blandamura. Aveva 83 anni e nonostante la vita e il suo lavoro lo abbiamo portato lontano, non ha mai rinunciato ai legami con la sua terra d’origine.
Giurista apprezzato e profondo conoscitore del diritto, amava scrivere e grazie a questa sua passione il suo profondo sapere lo ha trasferito in numerosissimi articoli pubblicati su riviste e quotidiani anche nazionali.
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Tarantino d’origine, è cresciuto a Manduria dove si è formato professionalmente e dove ha messo famiglia sposando Maddalena Trizio dalla quale ha avuto due figlie, Claudia che ha seguito le orme del padre avvocato, e Annalisa.
Bruno Blandamura era figlio di Francesco Paolo Blandamura e di Luisa Carolina Tarentini. La famiglia Blandamura (di origini nobili in quanto Marchesi) era in effetti di Taranto (nella città dei due mari ci sono ancora via Monsignor Blandamura, prozio di Bruno, palazzo Blandamura e sul litorale Torre/Spiaggia Blandamura. Originariamente i bisnonni dei Blandamura di oggi erano proprietari di latifondi che arrivavano sino in Calabria.
Tra gli antenati illustri della famiglia Blandamura si annovera Marco Minghetti, presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia nel periodo 1873-1876. Il padre di Bruno si trasferì a Manduria dove sposò nel 1914 la cugina Luisa Carolina Tarentini. Era un umanista e per la valenza dei suoi studi e delle sue pubblicazioni l'Università di Lecce gli conferì la laurea Honoris Causa
L’avvocato Bruno Blandamura si laureò in giurisprudenza a soli 23 anni ed a 25 aveva già superato l'esame per diventare avvocato. Contemporaneamente agli studi ed anche alla prima parte della professione, svolse anche l'attività di giornalista scrivendo per lungo tempo su "Il Tempo" con il quale collaborò direttamente con Pino Rauti prima e con Gianni Letta dopo.
Come giornalista ha pubblicato anche su "Il Meridionale" (testata di Brindisi), su "Zenith" (testata di Roma) su "Il Messapico" a livello locale e su "L'Eugubino" (testata di Gubbio, città nella quale per anni ha svolto anche attività di consulenza tanto da aver ricevuto da quella municipalità la cittadinanza onoraria, riconoscimento che la città di Gubbio riconosce a personaggi di rilievo quali - ad esempio - Luciano Pavarotti, Franco Zeffirelli, il Cardinale Antonelli ed altri ancora.
Bruno Blandamura andava molto fiero di questa cittadinanza onoraria in quanto per lui Gubbio era una seconda patria, amata forse quanto amava Manduria.
Nei primi anni '70 è stato anche professore di diritto all'Istituto Tecnico Commerciale di Manduria con Preside il Stranieri.
Ha svolto sempre la professione come penalista e come avvocato è stato autore di pubblicazioni molto apprezzate e pubblicate dalle seguenti testate di settore: Eloquenza Siciliana (Palermo), Il Diritto (Palermo), Giustizia Nuova (Bari), Camera Penale (Brindisi).
La sua passione per il diritto ha contagiato la figlia Claudia, anche lei trasferita a Milano dove lavora. «La cosa che più mi piace ricordare – afferma Claudia - è che mio padre è stato uomo di grandi valori e grande onestà mentale e morale, sempre incorruttibile (anche a suo stesso discapito) operando sia in privato, sia in ambito lavorativo, nella più totale scienza e coscienza e nel rispetto delle leggi morali e della legge giuridica che lui era orgoglioso di aver sposato, facendone la sua professione. Purtroppo, per vicissitudini di vita – racconta ancora la figlia - si è spento lontano dalla sua Manduria e dal suo ambiente che tanto amava e dai quali mi piacerebbe fosse ricordato perché è lì il suo cuore è rimasto legato fino agli ultimi giorni di vita.
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1 commento
Antonio Malorgio
mar 23 maggio 11:20 rispondi a Antonio MalorgioMio compagno di classe durante il quarto e quinto ginnasiale.Caro Bruno riposa in pace.