Domenica, 6 Luglio 2025

Salento Puglia e mondo

L’uccisione di Soleimani rischia di avere ripercussioni profonde nei rapporti tesi fra Washington e Teheran, in Medio Oriente ma anche negli Stati Uniti

Atto di guerra: raid Usa a Baghdad uccide il generale iraniano Soleimani

Qassem Soleimani Qassem Soleimani | © Google

Su ordine di Donald Trump, gli Usa colpiscono duramente l’Iran. Le forze americane hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e considerato da alcuni il potenziale futuro leader del Paese.

Un raid condotto con un drone e ordinato dal presidente, un’azione militare che rischia di far salire la già alta tensione fra Stati Uniti e Iran, ma anche in tutto il Medio Oriente. La reazione iraniana è immediata, con Teheran che fa sapere che ci saranno ritorsioni. La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha ordinato tre giorni di lutto nel Paese affermando che l’uccisione del generale raddoppierà la motivazione della resistenza contro gli Stati Uniti e Israele: “Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa” ha detto l’Ayatollah.

Per il presidente iraniano Hassan Rohani “non c’è dubbio che la grande nazione dell’Iran e le altre nazioni libere della regione si vendicheranno dell’orribile crimine commesso dagli americani”. “Questo atto codardo è un altro segno della frustrazione e impotenza dell’America nella regione”, ha aggiunto, denunciando che Washington “viola tutti i diritti umani e il diritto internazionale con la brutalità più disumana”. “L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente pericolosa e una folle escalation” afferma il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, “gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto”.

“Il generale Soleimani stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell’area”, afferma il Pentagono confermano il raid e assumendosene la responsabilità. “Il generale Soleimani e le sue forze al Quds sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altri migliaia”, aggiunge il Pentagono, precisando che il generale iraniano è stato anche il responsabile degli “attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad negli ultimi giorni”. Il raid punta a essere un “deterrente per futuri piani di attacco dell’Iran. Gli Stati Uniti continueranno a prendere tutte le azioni necessarie per tutelare la nostra gente e i nostri interessi del mondo”, mette in evidenza il Dipartimento della Difesa.

L’attacco americano segue l’avvertimento lanciato dal ministro della Difesa, Mark Esper, dopo le tensioni degli ultimi giorni con ore e ore di guerriglia e diversi tentativi di penetrare il compound che ospita l’ambasciata Usa a Baghdad, la cui torretta all’ingresso principale è stata data alle fiamme. La dichiarazione del Pentagono arriva dopo ore di confusione, fra voci che si rincorrevano e nessuna rivendicazione della responsabilità. Trump, avvolto nel silenzio, si è limitato a twittare una foto della bandiera americana prima che il ministero della Difesa uscisse alla scoperto. “Iracheni ballano in strada per la libertà: grati che il generale Soleimani non c’è più” scrive su Twitter il segretario di Stato americano Mike Pompeo, che pubblica un video in cui si vede un corteo di persone correre lungo una strada reggendo tra le mani - sopra la testa - una lunga bandiera irachena.

Nel raid ha perso la vita anche Abu Mahdi al-Muhandis, il numero due delle Forze di mobilitazione Popolare (Hashd al-Shaabi), la coalizione di milizie paramilitari sciite pro-iraniane attive in Iraq. La Guardia Rivoluzionaria iraniana, confermando la morte di Soleimani, afferma che il generale è stato ucciso da un attacco sferrato da un elicottero americano. Secondo le ricostruzioni iniziali, Soleimani e Mohammed Ridha, il responsabile delle public relation delle forze pro-Iran in Iraq, erano da poco atterrati all’aeroporto internazionale di Baghdad ed entrati in una delle due auto che li attendeva quando l’attacco è stato sferrato. L’attacco è seguito al lancio di tre razzi all’aeroporto che non causato alcun ferito.

L’uccisione di Soleimani rischia di avere ripercussioni profonde nei rapporti tesi fra Washington e Teheran, in Medio Oriente ma anche negli Stati Uniti. Non è infatti chiaro se Trump abbia o meno avvertito qualcuno in Congresso dell’attacco. Se non lo avesse fatto, il rischio per il presidente è quello di aprire un nuovo fronte di scontro oltre a quello dell’impeachment e innervosire anche alcuni senatori repubblicani, che potrebbero fargli mancare il loro appoggio in Senato per il processo per la sua messa in stato di accusa.

Donald Trump ha gettato “dinamite in una polveriera”, afferma uno dei candidati democratici alla Casa Bianca, Joe Biden, descrivendo la mossa una forte escalation. “Soleimani era un assassino responsabile della morte di migliaia di persone, inclusi centinaia di americani. Ma la mossa avventata provoca un’escalation della situazione con l’Iran. La nostra priorità deve essere evitare un’altra costosa guerra” twitta l’altra candidata Elizabeth Warren.

https://www.huffingtonpost.it

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