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Allarme meduse a San Pietro
Allarme meduse a San Pietro | © n.c.Un’invasione di meduse, come non si era mai vista prima, su tutto il litorale di San Pietro in Bevagna, da zona Specchiarica a zona Borraco, sta diventando il nuovo incubo per i bagnanti. Oltre all’allarmismo sollevato sulle spiagge dove si sono verificati tali avvistamenti, uno svariato numero di persone, ancor prima di intraprendere il viaggio per dirigersi sul nostro litorale, cercano notizie su facebook, sulla pagina del gruppo aperto “Quelli che a San Pietro in Bevagna”, che da più giorni ha segnalato il pericolo. I membri del gruppo hanno inoltre sollevato l’urgenza di ottenere maggiori informazioni da parte dell’amministrazione comunale circa le misure di pronto intervento da adottare in caso di contatto con le meduse ma anche su come riconoscere quelle più pericolose (sempre che ci siano differenze) da quelle innocue su cui potersi dilettare nell’osservarne la bellezza. Per tentare d’essere di aiuto sulla questione, il nostro giornale ha fatto una piccola indagine, seppure da prendere con le pinze, non avendo potuto ottenere il contatto diretto con alcun biologo marino. Secondo gli esperti, che spesso lasciano le loro opinioni su Internet, il proliferare delle meduse può essere associato a diverse cause: all’inquinamento, in quanto i fertilizzanti che finiscono nelle acque vicine alle coste contribuiscono a creare un habitat favorevole alla riproduzione delle meduse; al surriscaldamento globale; ai cicli biologici, in quanto per alcuni ricercatori le meduse si riproducono nei mari aperti, ma ciclicamente ogni 10-11 anni si trasferiscono per riprodursi in vicinanza dei litorali; alla pesca intensiva e aggressiva che impoverisce l’ecosistema marino, privando le meduse di molti possibili nemici in lotta con loro per il cibo; infine, da non trascurare che, secondo altri, la presenza di meduse è sintomo di un mare pulito e in salute. Per molti affezionati frequentatori delle nostre spiagge, è diventato difficile rilassarsi con un bel bagno in mare o dirigersi al largo per un bella nuotata, soprattutto senza maschere o occhialini che permettano di guardarsi attorno, perché il contatto accidentale con i tentacoli di una medusa, rivestiti da particolari cellule contenenti un liquido urticante, può rovinare la giornata di vacanza. Proviamo a tranquillizzarli. Il veleno provoca una reazione infiammatoria: la pelle si arrossa, brucia, si formano piccole bolle. Dopo circa venti minuti la sensazione di bruciore si esaurisce, ma resta una fastidiosa sensazione di prurito. Ovviamente, bisogna uscire subito dall'acqua, applicare un gel astringente al cloruro d'alluminio ( è buona abitudine portare con sé sempre una confezione del farmaco, che tra l'atro è molto utile anche contro le punture di zanzara), che blocca la diffusione delle tossine e la sensazione di bruciore fortissima che si prova; è inoltre importante verificare che la medusa non abbia lasciato sulla parte interessata residui del suo corpo che, in questo caso vanno allontanati al più presto, magari usando una tesserina di plastica rigida, come bancomat o carta di credito, oppure un coltello usato di piatto (non dalla parte della lama). Considerata ottima anche la soluzione di diluire il punto di contatto con acqua di mare, rischiosa invece quella di strofinare la sabbia o altro nella parte interessata dal contatto, si rischia di far penetrare meglio all’interno la sostanza urticante; è sconsigliato inoltre anche l’uso di alcol, aceto, ammoniaca o intrugli della nonna vari. Se le meduse continueranno a prevalere nel nostro mare si prospetta un ferragosto alquanto movimentato, soprattutto per il personale del 118 o forse anche, se vogliamo dar adito a tutti i punti di vista … per i ristoratori, in quanto è risaputo che chef stellati hanno creato prelibatezze (come il carpaccio di medusa noctiluca) con le stesse ma … dubito che, in un incontro ravvicinato con una medusa, possa essere questo il primo pensiero a sfiorarci. (
Loredana Ingrosso)
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7 commenti
cap
gio 8 agosto 2013 11:02 rispondi a cap@Tonino Roberto: quale specie di squali, quelli marini o quelli umani?
cap
gio 8 agosto 2013 11:00 rispondi a capLe meduse raffigurate in fotografia io le ho viste a fine maggio nello jonio davanti a Taormina con l'acqua gelata; sembravano in catalessi, ma non ho fatto il bagno per paura dell'occasionale contatto. Ritengo quindi possibile che vengano proprio da lontano.
Angelo
gio 8 agosto 2013 05:49 rispondi a Angelo@manduriana fiera: Meno male che sei una Manduriana fiera,dovresti ringraziare il giornale invece per la notizia "senza allarmismo" che ha prodotto...veritiera oltretutto. Personalmente due giorni f ho passato un paio d'ore ha liberare un p la zona dalle meduse ricevendo molti grazie dalle persone presenti che ignari erano allo scuro di tutto. Inoltre vorrei ringranziae la redazione per i preziosi consigli!
manduriana fiera
gio 8 agosto 2013 03:44 rispondi a manduriana fieraQualche settimana fa c' stata u'invasione di meduse anche a Ginosa marina, quindi poi si sono spostate a torre ovo e adesso spinte dalle correnti hanno raggiunto il nostro mare!!!Ma non c' proprio alcun allarmismo ve lo assicuro, ieri sono stata al mare e l'acqua era pulitissima non vi erano l'ombra di meduse!!!Spesso l'allarmismo viene lanciato dai giornalisti giusto per scrivere un bell'articolo!!!!!!
Roberto III
gio 8 agosto 2013 12:46 rispondi a Roberto IIIAlcune settimane fa stata segnalata un'invasione di meduse in zona Torre Ovo. Che si stiano spostando da noi, trascinate dalle correnti?
manduriano ristretto
gio 8 agosto 2013 09:37 rispondi a manduriano ristrettouffa! cos la mia vacanza al mare andr a monte!
Tonino Roberto
gio 8 agosto 2013 09:26 rispondi a Tonino RobertoNon bastavano gli squali bianchi (quelli cattivi dei film) a turbare i sogni dei bagnanti manduriani, ora ci si mettono anche le meduse tentacolate che sono partite da lontano per guastare le meritate ferie.