
«La cupola» era interessata al business dei rifiuti. Lo rivelano le motivazioni della sentenza con cui a giugno scorso il giudice del Tribunale di Lecce ha condannato 32 persone, quasi tutti manduriani, accusati di far parte di un'organizzazione criminale che nella città Messapica, secondo l'accusa, stava riorganizzando la frangia ionico salentina della sacra corona unita. Tra le 673 pagine della sentenza firmata dal giudice Marcello Rizzo, si smaschera l'intenzione di Walter Modeo, ritenuto assieme a Giovanni Caniglia e Nazareno Malorgio a capo della Cupola mafiosa e per questo condannati a venti anni di reclusione, di investire in una piattaforma per la trasformazione di rifiuti speciali.
«Ciò rientra senza ombra di dubbio, fra gli scopi dell'associazione scrive il gup -, quello di favorire il controllo da parte del clan diretto da Modeo, dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti, con la creazione di una piattaforma di raccolta differenziata e selezione di plastica, carta e vetro, attraverso cui, vi è da attendersi, riciclare pure i proventi del traffico della droga». Per questo il boss aveva già acquistato un terreno, costituita una società e avviato le procedure per ottenere il via libera dall'Ufficio provinciale, settore ecologia e ambiente. Le intercettazioni dimostrano come Modeo avesse in mente di stringere accordi commerciali con la Igeco, la ditta che gestiva la raccolta dei rifiuti per conto del comune di Manduria e con la Corepla che detiene in tutta Italia il monopolio per la raccolta della plastica (entrambe estranee ai fatti). Agli atti sono presenti anche contatti con ingegneri libero professionisti e con referenti dell'ufficio provinciale ambiente ed ecologia, nessuno dei quali è stato indagato. A fa saltare gli affari dei rifiuti è stata poi l'Arpa Puglia, sezione di Taranto, che espresse parere non favorevole all'impianto perché viziato da gravi criticità.
Un altro passaggi contenuto nelle motivazioni di condanna, mostra la pericolosità dell'organizzazione malavitosa. In un'altra intercettazione ambientale sempre lo stesso Modeo ostentata il suo potere con la frase «la Puglia è nostra». Il manduriano veniva intercettato mentre preparava le armi per un attentato di fuoco contro gli appartenenti ad un clan rivale della provincia di Brindisi. La cimice registrò i rumori dello scarrellamento dei fucili mentre Modeo esclamava: «Quelli non sanno neanche con chi si sono messi contro, mille e cinquecento dipendenti abbiamo tra albanesi, russi e ucraini, quelli non sanno neanche con chi cazzo si mettono contro, il clan mio è operativo, noi comandiamo qua, la Puglia è nostra, punto».
N.Din.
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7 commenti
Giulio Petronio
dom 25 settembre 2022 01:46 rispondi a Giulio Petronio"La Puglia è nostra, punto"Queste erano le parole che diceva pure Totò Riina ,voleva tutta la sicilia,adesso avete visto dove è e come e andato a finire Riina
Pippo
ven 16 settembre 2022 11:58 rispondi a PippoCon chi si sono messi contro? Con un esaltato, che si gasa quando "scarrella", ma poi vive come un topo in una cella. Certo, con il malcostume italico della riverenza ai detenuti presunti potenti, possiamo immaginare che sia una cella comoda, ma sempre cella è. Intanto la magistratura si dia da fare a trovarli questi millantati dipendenti, così li licenziamo noi, in nome del popolo italiano.
Gianni Z.
lun 19 settembre 2022 04:22 rispondi a Gianni Z.Suuuu... che canale lo fanno sto film?
Fattimiei
sab 17 settembre 2022 04:25 rispondi a FattimieiFinché ci sarà gente come lei che offende gratuitamente basandosi su ciò che fa più comodo scrivere per avere sempre la notizia non si andrà avanti mai,, e il topo ahimè è lei che vive intrappolato nelle sue convinzioni e si fida di un articolo!!!le motivazioni sono racchiuse in quasi 1000 pagine, si faccia una domanda!!
Gianni Z.
lun 19 settembre 2022 04:24 rispondi a Gianni Z.Rispondendogli lo hai fatto sentire RAMBO... sò sfigati... non hanno niente da fare... tanto c'è di maio che gli da la paghetta tutti i mesi.
Angela Pedone
dom 18 settembre 2022 04:47 rispondi a Angela PedoneEsatto, ma è più facile puntare il dito.
Gianni Z.
lun 19 settembre 2022 04:27Chi non ha peccato scagli la prima pietra! E nisciunu tirau.... come ho detto a FATTI MIEI non serve rispondere, non son degni di risposta. Ciao A'!