Venerdì, 24 Marzo 2023

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Abbattere il muro che divide le istituzioni dal popolo

Fernando Maria Maurizio Potenza 
Fernando Maria Maurizio Potenza 

Sono trascorsi quindici giorni dai tragici fatti criminosi che hanno colpito la nostra Comunità, l'epilogo di una serie di tristi eventi che si sono susseguiti in un così breve periodo di tempo. E nonostante la forte reazione delle Forze dell'Ordine che hanno ripreso il controllo del territorio, un assurdo e assordante silenzio aleggia su questa Città, un silenzio che fa paura più dei violenti fatti accaduti. Il silenzio del Palazzo, delle Istituzioni Sociali, della politica tutta. Perché in questa comunità nessuno ama sentirsi in colpa, così, ipocritamente, si va avanti come se nulla fosse successo. In questo modo a continuare a farne le spese sono spesso i nostri ragazzi, spesso minorenni, figli di una Società che non riconosce più le proprie responsabilità civili e genitoriali. E' innegabile che il loro futuro, per la nostra Amministrazione, ha un enorme costo sociale, ma è una imprescindibile e urgente necessità perché in ballo c'è la vita, la salute di questi ragazzi che si potrebbero salvare. Se forse la smettessimo di pensare in maniera egocentrica e individualista e pensassimo maggiormente che questi adolescenti sono il nostro domani e non possiamo guardare solo alle categorie già avvantaggiate, allora avremmo fatto un grande passo avanti. Continuare a definire il loro comportamento aggressivo come bullismo o il loro disagio giovanile come una malattia da curare, evitando di ascoltare le loro motivazioni, i loro pensieri, di guardargli negli occhi e capire le loro ragioni, sarebbe come lasciarli morire dentro. A loro non basta una grigia e buia strada dove sedersi, un telefonino e qualche euro in tasca, perché allora non abbiamo capito nulla, e non possiamo lamentarci se poi accadono queste cose o tutto quello che accade apparentemente privo di ragione e significato.

Questi ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, capiti da una Politica e Istituzioni Sociali che sappiano leggere tra le righe le loro comunicazioni, il loro linguaggio in qualcosa di concreto, senza critiche, né giudizi, ma comprendendo i loro problemi sociali e le loro reazioni, che spesso avvengono in modo sbagliato. Ragazzi che tentano di ribellarsi ad un sistema che non li tutela e che da questo punto di vista deve ancora crescere. Vittime di questa Società che sa solo inquisire e trovare facili giustificazioni di coscienza. Questa Città, negli anni è diventata sempre più indifferente ed egoista e non lascia a loro spazi adeguati per liberare quelle qualità intrinseche della giovinezza, distruggendo i loro sogni e le loro speranze. Individuare soluzioni per le diverse età, di vario genere e svago, in accordo con artisti, artigiani, professionisti, Enti o Associazioni per stimolare e far sprigionare la loro creatività e genialità, potrebbe essere un esempio. Lasciare la nostra gioventù senza nessun interesse, illudendoli sul loro futuro determina inesorabilmente la perdita di entusiasmo e la voglia di fare progetti. È assolutamente necessario che la Politica e le Istituzioni Sociali ritornino nelle piazze a parlare alla popolazione, senza monologhi, ma per trovare insieme una strada comune per costruire un futuro migliore alle nuove generazioni. Già, perché la soluzione è oltre quel "muro" che in tanti anni è diventato sempre più alto e insormontabile, un "muro" innalzato tra i "poteri forti" e i suoi cittadini. Un muro invisibile e pericoloso che ha portato a "zittire" ed allontanare la parte migliore di questa Comunità rendendola ancor più vuota ed indifferente per ciò che accade nel nostro territorio. Lo dimostrano le tante decisioni prese o non prese contro o a favore della volontà e l'interesse popolare, decisioni a volte affrettate e che invece sarebbero dovute essere più condivise e ponderate. Lo dimostra la "Morte Sociale" che ha spento da tempo i riflettori sulla cultura, sul tempo libero, su forme di svago e sviluppo commerciale, contribuendo a spostare l'attenzione dei residenti in altri luoghi ed impoverendo ulteriormente la nostra economia. Lo dimostra la poca attenzione che si è sempre posta sulla tutela dell'ambiente, la salute, il grande patrimonio artistico e storico che ci appartiene. 

Manduria non merita "muri" o "trincee" ed i nostri figli un freddo e anonimo "bacchittoni". Manduria merita rispetto, amore e responsabilità per tutto quello che da secoli questa piccola ma bella città messapica offre a tutti noi, e che sempre più spesso trascuriamo come se non ci appartenesse. Ed è per questo, che oggi, non serve accusare di irresponsabilità qualcuno ma serve a tutti noi riscoprire il senso di appartenenza. Quel sentimento educativo di fondamentale importanza per la nostra identità, la nostra inclusione sociale, il nostro futuro e il futuro dei nostri ragazzi.

Fernando Maria Maurizio Potenza 

 


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