«Attualmente le vasche di Arneo non sono più agibili e pressoché inutilizzabili, mancano di pompe, impianti elettrici, tubazioni, sistemi di controllo e le strutture in cemento armato sono tutte scoppiate». Lo scrive nella sua relazione il geologo Giuseppe Masillo, nelle sue osservazioni al progetto di fattibilità tecnica ed economica per il riutilizzo dei reflui trattati dal nuovo depuratore consortile di Sava e Manduria previsto nella marina manduriana in zona Urmo-Specchiarica. Il tecnico incaricato dal comune di Avetrana di trovare eventuali criticità dello studio di impatto ambientale e alla localizzazione dell’opera, ne ha scoperta una che già da sola metterebbe in crisi l’intero investimento. Si tratta, in sostanza, delle vasche dove secondo i progettisti dell’Acquedotto Pugliese e della Regione Puglia che ne è proprietaria, dovrebbero essere convogliate e raccolte i liquami depurati destinati ad irrigare i terreni agricoli serviti dal consorzio Arneo. Un’opera irrigua realizzata circa quarant’anni fa e mai entrata in funzione e con tutti i segni dell’abbandono e dell’incuria, indispensabile per il master plan del mega impianto di depurazione. Peccato, come ha evidenziato il geologo, che non sia per niente utilizzabile e che non esistano progetti per renderlo tale.
«Rileggendo le varie relazioni a corredo del nuovo progetto ed i relativi quadri economici – scrive il consulente del comune di Avetrana -, è stata prevista la costruzione del depuratore, degli affinamenti, delle prementi (stazioni di pompaggio, Ndr) verso i buffer ed i buffer, ma non vi sono investimenti per mettere in funzione le vasche di Arneo e la rete che praticamente esiste solo sulla carta e si trova nel totale abbandono». La conclusione del tecnico non lascia speranze: «Quelle acque affinate, Arneo non le utilizzerà mai». Dove andranno a finire allora i circa 2.000 metri cubi di reflui al giorno che non saranno smaltiti attraverso la filtrazione al suolo e il lavaggio delle strade? Sarà questo il punto di forza nelle mani del comune di Avetrana – che del depuratore in zona Urmo non ne vuol proprio senti parlare -, per scardinare i piani di chi (i comuni di Manduria e Sava) vuole chiudere subito la partita delle autorizzazioni ambientali che mancano per l’avvio dei lavori. Una prima conferenza di servizi convocata ad inizio luglio a Bari, aveva già fatto traballare i piani di Aqp con le osservazioni avanzate dall’Arpa Puglia che voleva vederci chiaro proprio su questi aspetti. Il rappresentante dell’agenzia regionale per l’ambiente presente a quella riunione, chiedeva appunto il coinvolgimento del Consorzio di bonifica Arneo per comprendere la reale possibilità del recupero e di riutilizzo dei reflui anche ai fini irrigui. A questa esigenza si erano accodati gli esponenti del partito dei Verdi di Manduria e il comune di Avetrana che ora ha prodotto le prove.
Nazareno Dinoi
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1 commento
FDB
mar 14 agosto 2018 11:12 rispondi a FDBL' Arneo vuole solo li surdaji.