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Facendo un raffronto elementare con altre bevande, l’acqua minerale servita al ristorante in bottiglia di vetro costa di più.

I conti non tornano: pregiato Primitivo quanto la Ferrarelle

Primitivo Primitivo | © La Voce

Una bottiglia di Primitivo di Manduria Doc a 3,99 euro. Ancora meno un’altra, sempre di Primitivo di Manduria, ma Dop, svenduta addirittura a 2,29. La prima, imbottigliata a Tuglie, nel Capo di Leuca, Lecce, da una società di Milano, è smerciata dalla rete Gross. La seconda, commercializzata dalla società “Fonte Frontini” con stabilimenti in Sardegna, si trova invece sugli attuali volantini della rete “Metro”. Facendo un raffronto elementare con altre bevande, l’acqua minerale servita al ristorante in bottiglia di vetro costa di più.

Come ci riescano, i distributori, ad ottenere un prezzo così stracciato per il Primitivo, è un mistero. Nel 2016, infatti, la quotazione del Primitivo di Manduria Dop all’ingrosso, cioè in cisterna, oscillava tra 1,90 a 2,30 euro al litro. Nel 2017 il prezzo di vendita, sempre all’origine, ha raggiunto cifre oscillanti tra 2,10 fino a 2,40 euro al litro. Alla materia prima bisogna poi aggiungere la lavorazione, l’imbottigliamento, la bottiglia, etichetta, capsula, tappo, trasporti, provvigioni e naturalmente i margini di guadagno. Sta di fatto che quando arriva sugli scaffali, il pregiato vino perde di valore.

Che la cosa puzzi se ne sono accordi al “Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc” dove non sono sfuggiti questi prezzi pazzi. Il direttore del consorzio, Adriano Pasculli De Angelis, ha già segnato sulla sua agenda le stranezze del mercato proponendosi di sollecitare gli organismi di controllo a verificare il contenuto di quelle bottiglie sospette. L’organismo deputato a fare questo è il Nucleo repressioni frodi che, indipendentemente dalle segnalazioni di casi sospetti, procede a verifiche periodiche “a campione”. Recentemente, fa sapere il direttore del Consorzio, gli ispettori dell’autorità di controllo si sono presentati anche nelle mense aziendali oltre che nelle cantine e nelle grandi distribuzioni.

Ciò che non si può ancora controllare è il libero mercato che stabilisce il prezzo di vendita all’origine, spesso troppo basso così da permettere alle grosse aziende vere e proprie svendite del prodotto. Il direttore del Consorzio ha però in animo di muoversi per stroncare tale fenomeno non sempre facile da censurare. Proprio per la legge del libro mercato e liberi prezzi, infatti, nessuno può impedire ad un marchio di fissare prezzi promozionali bassi per un periodo di sconti. «Se invece il prezzo di vendita così basso diventa una consuetudine – fa sapere Pasculli De Angelis -, faremo intervenire l’Antitrust che può impedire l’attuazione della strategia del prezzo predatorio sanzionando il ribasso sospetto del prezzo di vendita».

Nazareno Dinoi

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4 commenti

  • Pierluigi Polignano
    gio 27 febbraio 2020 01:40 rispondi a Pierluigi Polignano

    Ed il consorzio? Dorme?

  • Alessandro il grande
    sab 20 gennaio 2018 07:05 rispondi a Alessandro il grande

    Signor Sardella la chiamo così per educazione perché non la conosco..forse voleva dire altro...a Manduria si fa il vino dall' uva altrimenti non giustificherebbe il culo che mi sono fatto da ragazzino nella vendemmia..detto questo questo è sicuramente un vino scadente spacciato per primitivo..ecco perché ci sono le denominazioni dop doc dopg.ecc ecc però forse

    • giorgio sardelli
      sab 20 gennaio 2018 05:11 rispondi a giorgio sardelli

      Sig. Alessandro ricambio l'educazione, naturalmente la novella non è rivolta a chi come giustamente lei dice si fa il culo a quattro per fare il vino dall'uva primitivo però giustamente come lei fa notare ed è scritto nell'articolo solo per inbottigliare 750cl di vino fra bottiglia etichette tappo e sigillo superano da soli il prezzo esposto allo scaffale finale se poi si considera tutto il lavoro che c'è dietro alla bottiglia col vino primitivo non basta il doppio del prezzo visto in articolo ed è ovvio che vengono i dubbi e ritorna nella mente la novella del padre che dice al figlio " ricordati sempre che il vino si fa ANCHE DALL'UVA" e non solo dall'acqua

  • giorgio sardelli
    ven 19 gennaio 2018 04:00 rispondi a giorgio sardelli

    il papà trascorso il tempo con tanto lavoro sulle sue spalle un giorno capì che il suo tempo stava per terminare e un pensiero fisso nella mente non lo faceva riposare in pace, allora fece chiamare vicino al suo letto il figlio e una volta arrivato lo fece sedere vicino a se e fece uscire tutti dalla stanza tranne il figlio e una volta soli disse al figlio: lascio tutte le mie attività e poderi a te e continua la tradizione di famiglia ma ricordati figliolo che un po di vino lo devi fare anche dall'uva, ma padre rispose il figlio l'uva la mangiamo! no non solo disse il padre dall'uva si fa anche il vino.

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