Giovedì, 25 Aprile 2024

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Rischi di super risarcimenti dietro le concessioni demaniali

Rischi di super risarcimenti dietro le concessioni demaniali Rischi di super risarcimenti dietro le concessioni demaniali | © n.c.

Sulla vicenda del rinnovo delle concessioni demaniali, mi permetto di chiarire ancora una volta la posizione del gruppo consiliare Progressista che non nasce da una voglia di mettere i bastoni fra le ruote a nessuno, ma di tutelare gli interessi pubblici e diffusi della città e, contemporaneamente, dell'ente pubblico.
Anzitutto la nostra proposta non è quella di non concedere i rinnovi, ma concederli per un tempo più breve (cioè 3 o 5 anni) in attesa della riforma parlamentare che si attende in questi mesi (e che il covid ha rallentato). Quindi tutela occupazionale garantita; tale minore tempo permetterebbe di avere la conclusione del piano spiagge (il cui incarico commissariale è scaduto e si attende rinnovo o altra nomina per iter conclusivo). In tal modo, il piano spiagge non confliggerebbe così con una revisione totale dei nostri chilometri di costa in cui allocare gli stabilimenti. In sostanza - dopo questi 3 o 5 anni, tutte le zone sarebbero libere per andare a bando senza ritrovarsi le attuali licenze rinnovate per altri 20 anni, bloccanti un piano spiagge nuovo. Per quanto concerne l'aspetto più meramente giuridico, conosco ahimè approfonditamente la questione e le uniche sentenze favorevoli per i gestori sono quelle del tar di lecce, che sono tutte oggetto di impugnazione davanti al Consiglio di Stato. Inoltre solo e soltanto il Tar Lecce ha un orientamento positivo mentre tutti i Tar d'Italia stanno dando ragione alla tesi dell'impossibilità di un rinnovo automatico.  Secondo la Commissione Europea la L. 145/2018 è in contrasto con la direttiva “Bolkestein” (2006/123/CE) sulla liberalizzazione dei servizi, nonché con la sentenza della Corte di giustizia europea “Promoimpresa” del 14 Luglio 2016, che aveva dichiarato illegittime le proroghe automatiche e generalizzate sulle concessioni demaniali. Il principio generale ribadito anche nell’ultima lettera di messa in mora è che “gli stati membri sono tenuti a garantire per le concessioni demaniali, in cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali delle spiagge, che siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi…”;


Di recente, anche la stessa Corte Costituzionale con una recentissima sentenza di gennaio 2021 (n.10 del 29-01-2021) intervenendo sui rinnovi delle concessioni calabresi, ha statuito l’illegittimità dei rinnovi automatici sulle concessioni balneari poiché in contrasto con i principi europei. In particolare i giudici costituzionali, hanno sottolineato che il rinnovo delle concessioni già esistenti finisce per essere sottratto alle procedure a evidenza pubblica conformi ai principi, comunitari e statali, di tutela della concorrenza stabiliti per le ipotesi di rilascio di nuove concessioni, e per consentire de facto la mera prosecuzione dei rapporti concessori già in essere, un effetto già più volte ritenuto costituzionalmente illegittimo dalla Corte.

Ed ancora.
Con la recentissima sentenza n.1416 del 16 Febbraio 2021 la IV sezione del Consiglio di Stato ha ribadito “l’invalidità di norme nazionali che prevedano proroghe all’ingresso di nuovi soggetti nel mercato, ostacolo ingiustificabile alla luce dei principi di derivazione europea applicabili in materia di concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative”.
Lo stesso Tar Campania con sentenza n. 265 del 29 gennaio 2021 aveva giustappunto affermato che la proroga delle concessioni demaniali, in assenza di gara “non può avere cittadinanza nel nostro ordinamento” perché equivalente a un rinnovo automatico delle concessioni, ostativo a procedure selettive aperte e trasparenti. Per il Tar “proroga” e “rinnovo automatico” determinano una disparità di trattamento tra operatori economici, facendo sorgere preclusioni e ostacoli alla gestione concorrenziale dei beni demaniali oggetto di concessione.
Anche il Tar Abruzzo con sentenza n. 40 del 03-02-2021 ha affermato oltre all'incompatibilità col diritto europeo, sussistono la scarsità di risorse e l'interesse transfrontaliero certo. La stessa Autorità Garante della Concorrenza AGCM sta continuando a inviare lettere di diffida ai Comuni costieri che hanno applicato l’estensione delle concessioni balneari al 2033. Questo è per l'appunto accaduto ora anche con Comune di Manduria, la cui delibera verrà impugnata dalla Agcm.
Anche il commissario europeo al mercato interno Breton rispondendo ad un interrogazione di alcuni eurodeputati italiani ha affermato che la proroga automatica delle concessioni balneari in Italia, in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati, è incompatibile con la direttiva Bolkestein e col trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Per la Commissione Europea le norme italiane vigenti non solo violano il diritto dell’Ue ma compromettono anche la certezza del diritto per i servizi turistici balneari, scoraggiano gli investimenti e ostacolano la modernizzazione di un settore fondamentale per l’economia italiana». Pertanto, tutti gli ultimi pronunciamenti della giurisprudenza amministrativa e della corte costituzionale si inseriscono in un filone consolidato che va verso l’affermazione della supremazia del diritto europeo rispetto a quello interno per quanto concerne questo settore e normativa. Quindi il punto è che il Comune doveva essere più cauto perchè, se questo orientamento ormai univoco verrà confermato, si troverà esposto a una serie di richieste di risarcimento da tutti quei balneari che nel frattempo hanno ottenuto dal Comune il rinnovo automatico, senza un minimo di raziocinio. Per salvare capra e cavoli avrebbero dovuto fare - come da noi suggerito - come ha fatto il Comune di Lecce, di certo all’avanguardia nella gestione della cosa pubblica, che ha previsto una proroga tecnica della durata di 3 anni per le concessioni demaniali esistenti:   -L’atto del Comune di Lecce è una proposta tecnica e politica che disegna un percorso di uscita dall’empasse, garantendo una cornice di rispetto delle leggi nazionali ed europee vigenti.

Ai concessionari balneari, alle prese con la scadenza del 31/12, si prospetta la possibilità di beneficiare di un orizzonte temporale di 3 anni attraverso una proroga tecnica delle concessioni, per continuare a programmare ed esercitare l’attività;
-L’orizzonte più breve si adegua maggiormente al complessivo riordino della materia delle concessioni balneari. L’auspicio, espresso nella delibera leccese, è che il legislatore possa, da qui al 2024, intervenire per superare le incertezze e i conflitti con la legislazione europea che rendono ad oggi inapplicabile la proroga automatica disposta dalla legge 145/2018. La proroga tecnica difatti non sarebbe confliggente con l’esecutività di eventuali mutamenti del quadro normativo vigente in tema di concessioni demaniali che dovessero intervenire nei prossimi tre anni. Invece a Manduria l’amministrazione, senza alcuna minima valutazione di tali pronunciamenti e in spregio al principio di concorrenza, ha deciso di avviare la procedura di rinnovo automatico al 2033, disapplicando la normativa europea e col rischio di azioni risarcitorie da parte dei gestori. Mi vorrà scusare per la risposta così lunga ma l'argomento purtroppo è complesso e necessità di spiegazioni tecniche puntuali.

A disposizione per ulteriori chiarimenti, Domenico Sammarco, avvocato, capogruppo dei Progressisti

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1 commento

  • Mikiba
    ven 26 marzo 2021 08:10 rispondi a Mikiba

    sempre più vergognoso il fatto che dobbiamo andare in spiaggia è siamo costretti a litigare per il posto con questi lidi che si stanno prendendo tutta la spiaggia ormai sono tutti padroni da quando sono passati in mano ai comuni

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