Il colosso Mc Donald nasce dalla perseveranza di un rappresentante cinquantenne dell'Illinois, interpretato da Michael Keaton, che non ha mai perso la fiducia in se stesso e la propria ambizione. Ma perseveranza ed ambizione implicano il bisogno di mettere i propri obiettivi al primo posto, “inquinando” i rapporti semplici e chiari con i propri cari. The founder ci racconta la storia di un outsider, un uomo medio che non si accontenta di restare in un mondo medio e cerca il riscatto contro chi alle sue trovate imprenditoriali non ha mai dato credito. La storia narrata è interessante, accattivante e spiegata nei dettagli. Sicuramente cattura l'attenzione dello spettatore perchè chi non è curioso di conoscere come è nata la catena di fast food più grande al mondo? Oltre questo però c'è molto poco. Capiamo perfettamente le intenzioni di ogni personaggio, ma non ne sentiamo le emozioni. Quello che ne esce è una versione edulcorata di una storia non politically correct ma che cerca in tutte le maniere di esserlo. Si ha l'impressione che quello che giunge allo spettatore sia solo una parte più addolcita di una storia complessa, fatta di giochi di potere e ricerca del benessere economico a discapito di ogni affetto. Una storia molto interessante ma, forse, maldestramente mainstream. Non catturerà l'attenzione dei cinefili ma certamente l'interesse di tutti gli altri. Valutazione: tre su 5 Antonio Cofano
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