Lunedì, 30 Giugno 2025

Salento Puglia e mondo

Gli apparecchi telefonici occultati nel canale rettale dei detenuti

Spaccio di droga nel carcere con l'uso di microtelefoni NOMI e FOTO degli arrestati

Le foto Le foto | © La Voce di Manduria

Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri della Sezione Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di Taranto, hanno dato seguito ad un provvedimento cautelare, che vede coinvolti 63 indagati, di cui 55 denunciati in s.l. e 8 sottoposti a misura cautelare, di cui 5 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 1 minorenne in comunità, emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, dr.ssa Rita Romano, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica presso il medesimo Tribunale, dott. Francesco Ciardo, e dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Taranto, dr.ssa Paola Morelli, su richiesta del Procuratore della Repubblica presso il medesimo Tribunale, dr.ssa Pina Montanaro, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di ricettazione in concorso e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto all’interno del Carcere di Taranto.

Le indagini, avviate nel mese di settembre 2019 dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla locale Procura, hanno fatto luce su una perdurante e consistente attività di spaccio di droga e uso di micro telefoni di provenienza illecita, all’interno della Casa Circondariale di Taranto.

L’attività investigativa ha avuto inizio successivamente all’arresto, per detenzione ai fini di spaccio, di un soggetto residente nel quartiere Paolo VI di Taranto, a seguito del quale venivano subito captate conversazioni telefoniche tra lo stesso arrestato, recluso nel frattempo presso il Carcere di Taranto, ed i familiari di quest’ultimo. Veniva così rilevato come il detenuto continuasse a gestire l’attività illecita di spaccio anche durante il periodo di detenzione, servendosi dei propri familiari, segnatamente della moglie, del figlio minore ed del fratello, che venivano contattati attraverso l’uso di micro telefoni, via via sottoposti ad intercettazione. Nel corso delle indagini si apprendeva che oltre all’indagato altri detenuti dello stesso Istituto utilizzavano micro cellulari, sui quali a turno inserivano schede di provenienza illecita.

Nel corso delle attività d’indagine i militari eseguivano ulteriori arresti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, anteponendosi alle finalità criminali gestite direttamente dai detenuti, per il tramite di familiari e stretti collaboratori.

Le articolate indagine che ne seguivano permettevano di rilevare il coinvolgimento sistematico di numerosi detenuti, che a loro volta, utilizzando micro telefoni contattavano parenti ed amici al fine di approvvigionarsi di sostanze stupefacenti da immettere all’interno del plesso carcerario.

Le attività tecniche di intercettazione telefonica venivano corroborate da numerosi riscontri dei carabinieri nei pressi della Casa Circondariale, dove alcuni parenti dei reclusi, in attesa di poter accedere ai colloqui, venivano trovati in possesso di sostanze stupefacenti, abilmente occultate nel cibo o nell’abbigliamento destinati ai detenuti.

A corollario delle attività investigative, veniva posta in essere una imponente attività di p.g. con l’esecuzione di capillari perquisizioni all’interno della Casa Circondariale di Taranto, dove i militari della Sezione Operativa, avuta la pronta collaborazione del personale della Polizia Penitenziaria, rinvenivano nella disponibilità degli indagati, un modesto quantitativo di sostanza stupefacente, oltre che sette microtelefoni cellulari con relativa scheda, una delle quali, intestata ad un cittadino extracomunitario, risultava essere stata utilizzata da 11 detenuti dello stesso Istituto. In particolare lo stupefacente veniva rinvenuto perlopiù tra il cibo e gli effetti personali, mentre modalità alquanto cruente riguardavano l’occultamento di alcuni telefoni. Difatti, con l’ausilio di personale medico e l’utilizzo di strumenti diagnostici, veniva accertato l’occultamento di micro telefoni all’interno del canale rettale di alcuni detenuti.

Il nome dell’operazione trae origine proprio da quest’ultimo particolare.

In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente 63 persone, il G.I.P. di Taranto ha emesso O.C.C. a carico di 8 indagati, di cui uno minorenne, per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e ricettazione in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto all’interno di un istituto penitenziario. Per 5 degli arrestati è stata disposta la custodia in carcere, per 2 gli arresti domiciliari, mentre per il minore, la custodia cautelare del collocamento in comunità. (Nota stampa dei carabinieri)

I nomi degli arrestati

1.NUCCIO Davide, 22enne tarantino, pregiudicato,

2.LACARBONARA Morabito Giosuè, 19enne tarantino, pregiudicato;

3.FAGO Angelo, 40enne tarantino, pregiudicato;

4.FAGO Antonio, 38enne tarantino, pregiudicato;

5.SCARNERA Garbita, 31enne tarantina, pregiudicata;

6.DE PASQUALE Mirko, 30enne tarantino, pregiudicato

7.CERFEDA Salvatore, 30enne tarantino, pregiudicato.

8.[…] Omissis – minore degli anni 18.

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1 commento

  • Egidio Pertoso
    ven 18 dicembre 2020 12:49 rispondi a Egidio Pertoso

    Se i microtelefoni erano nascosti in un posto insolito, per accorgersi delle chiamate avevano impostato la modalità "vibrazioni" ?

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