
“Le aziende che operano nel settore della ristorazione in provincia di Taranto, al momento attive, sono 2.845”. Francesca Intermite, Presidente di Casa Impresa parte da numeri piuttosto emblematici per esaminare una situazione che si mostra tutt’altro che rassicurante.
“La media degli occupati in questo ambito – prosegue la Presidente di Casa Impresa - su tutto il territorio nazionale, è del 5,9%. Volendo contestualizzare e riportare il discorso su Taranto, il settore assorbe 8.535 unità. Nel 2020 abbiamo registrato l’iscrizione di 80 nuove imprese e la cessazione di 139, con il risultato di 59 realtà in meno rispetto al precedente anno. Parliamo di 177 posti di lavoro persi nel 2020, di cui la quasi totalità (99%) sono donne. Piuttosto eloquente il dato di dicembre che di solito si caratterizza come periodo particolarmente effervescente sotto il profilo lavorativo”.
“Una doverosa premessa, fatta di dati numerici, che ci consente di tratteggiare i contorni di una situazione complicatissima. Questi sono gli effetti della chiusura di bar e ristoranti, decisa per far fronte alla necessità di contenere il diffondersi della pandemia”.
“Ma – sottolinea la Presidente di Casa Impresa – un conto è dover chiudere per assecondare, con senso di responsabilità, l’esigenza di limitare al massimo le possibilità di contagio e contribuire ad alleggerire la pressione ospedaliera, altra cosa è scoprire che potrebbero esserci stati errori nel conteggio dei posti di Terapia Intensiva di alcuni nosocomi tali da determinare l’ingiusta collocazione della Puglia in zona arancione, limitando in misura importante le attività dei pubblici esercizi”.
“Una categoria letteralmente in ginocchio, imprenditori in affanno, posti di lavoro persi, famiglie che non sono più in grado di coprire i bisogni essenziali: questo lo scenario. Se dovessimo scoprire che è frutto di valutazioni errate sarebbe paradossale, in un momento in cui al contrario è indispensabile garantire un sostegno a quello che sicuramente è uno dei settori più provati”.
“Altrettanto paradossale è che – conclude Francesca Intermite – non vengano individuate le eventuali responsabilità”.
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4 commenti
Domenico
gio 11 febbraio 2021 12:38 rispondi a DomenicoISTAT, per esempio, pubblica statistiche con i dati raccolti. In base a quale utizzo vuole farne, ognuno estrapola quello che gli serve per lodare, denigrare, preoccupare, creare allarmismo, o tranquillizzare. Qualcuno ne approfitta per aggiustare. In questo caso, l'ipotesi più verosimile pare quella che, aumentando il numero di terapie intensive disponibili nella regione, la percentuale di posti liberi abbia permesso la correzione di colore. Semmai c'è da ringraziare qualcuno, non sciacallare (sic stantibus rebus)
Walter
mar 9 febbraio 2021 06:17 rispondi a WalterNon è errore ma voluta da Emiliano (vedi social)
cittadino
mar 9 febbraio 2021 06:03 rispondi a cittadinoparadossale è dare voce a quella che alla luce dei fatti non è altro che una mera ipotesi , formulata certamente sull'onda di quello che è avvenuto in lombardia, Intermite non solo dice che è un'ipotesi, ma vorrebbe anche che venissero trovati i colpevoli di questa ipotesi..... tutti buoni a soffiare sul fuoco
giorgio sardelli
mar 9 febbraio 2021 01:47 rispondi a giorgio sardelliOttimo intervento Signora Francesca Intermite, c'è più di un dubbio sui numeri anche se usare la mano pesante è utile per raccogliere almeno la metà contro la pandemia ma è pure vero che in questo modo le istituzioni si alleviano del lavoro dei controlli che non ci sono quasi mai stati, Vediamo il caso della Lombardi da Rossa a Gialla nel giro di poco tempo per colpa dei numeri sballati e altre regioni si sono susseguite solo quelle che non sanno neppure loro quali sono i numeri sono rimasti arancione