Mercoledì, 24 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

Incontro tra alcuni dei sindaci della provincia ionica sulla questione discariche Vergine. Presentata una minuziosa relazione tecnica che avvalora la tesi del disastro ambientale

L'allarme: "alle discariche Vergine si sta consumando un disastro ambientale"

L L'assemblea dei sindaci | © La Voce di Manduria

Una questione ha messo assolutamente d’accordo i sindaci e gli amministratori che ieri hanno partecipato alla riunione: nelle aree a ridosso delle discariche Vergine si sta consumando un disastro ambientale. La questione abbraccia l’intera provincia ionica - oltre che i comuni di Lizzano, Fragagnano e Faggiano, geograficamente a ridosso dei siti – e soprattutto include il Comune di Taranto: le località Mennole e Palombara (sedi delle discariche) sono due delle sei isole amministrative tarantine. E proprio la rappresentanza delle istituzioni del capoluogo è fortemente mancata al dibattito di ieri sera, sebbene una nota dell’assessore tarantino con delega all’Ambiente, Paolo Castronovi, abbia imputato quest’assenza a “pregressi impegni istituzionali già programmati”. Ma la posizione del sindaco Melucci nella vicenda è quanto mai essenziale per un insieme infinito di fattori, primo tra tutti il già citato ruolo di primo piano sulla propria isola amministrativa. Così come è essenziale il ruolo dell’ente provinciale, attore principale delle questioni ambientali del territorio. E il fattore delle competenze spalanca le porte al dato politico della vicenda: è evidente quanto alla luce di tutto questo, sia necessaria l’inclusione costante dei comuni nei tavoli tecnici provinciali e regionali che riguardano le discariche Vergine. Perché la situazione descritta nella riunione di ieri è molto seria.

E la relazione presentata dalla promotrice dell’incontro, il sindaco di Lizzano Antonietta D’Oria ha lasciato pochi margini di discussione in questo senso: il disastro ambientale appare ormai più che un’ipotesi. La situazione delle discariche attualmente controllate dalla società Lutum sembra quindi già compromessa, con il pericolo imminente di inquinamento della faglia sottostante alla vasca dei rifiuti: il rischio della rottura delle membrane che separano la discarica dal terreno sottostante è molto concreto, così come appare concreto il conseguente sversamento di sostanze inquinanti dal corpo della discarica alle acque di falda.

A questo punto resta da capire in che modo si sceglierà di procedere, anche se è molto probabile un atto condiviso da presentare alla Procura di Taranto. Sono ancora da definire però quali siano effettivamente i sindaci che sottoscriveranno quest’azione congiunta (da questo punto di vista appare indicativa l’assenza dei rappresentanti di alcuni comuni, tra tutti quello di Taranto), così come resta il punto interrogativo sull’effettivo contenuto dell’esposto, il cui testo è al momento al vaglio di alcuni primi cittadini ionici. A tal proposito, significativa è stata la proposta del sindaco di Fragagnano, nonché vicepresidente della Provincia di Taranto, Giuseppe Fischetti, di coinvolgere all’interno del dibattito tutti gli enti deputati al controllo effettivo anche delle bonifiche in atto, considerato che tuttora pende sulle discariche un provvedimento di sequestro. Va poi anche ricordato che la Corte d’Appello di Taranto lo scorso settembre ha assolto i vertici della società che allora gestiva la discarica Vergine, considerandola non responsabile (attraverso appunto la condotta degli imputati) dei cattivi odori che ammorbarono alcuni anni fa i cittadini di Lizzano, Fragagnano e Faggiano. Il ricorso alla Corte di Cassazione è peraltro una delle armi in mano ai sindaci ed è verosimile che si colleghi al piano d’azione futuro.

Oltre ai già citati primi cittadini di Lizzano e Fragagnano, hanno partecipato all’incontro anche il sindaco di Sava, Dario Iaia, i primi cittadini di San Giorgio Ionico e Carosino, Mino Fabbiano e Onofrio Di Cillo, ed il sindaco di Faggiano, Antonio Cardea, nell’occasione “padrone di casa”, considerato che l’incontro si è svolto nella sala consigliare del municipio faggianese.

Il sindaco D’Oria: «È in gioco la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti»

La relazione tecnica presentata dal sindaco D’Oria – affiancata dal vicesindaco di Lizzano, Valerio Morelli, e dal presidente del consiglio lizzanese, Viviana Caiazzo - ha messo d’accordo tutti i sindaci presenti: la strategia è stata quella di mettere in risalto tutti i paradossi della gestione Lutum, che si affiancano alla mancata bonifica a cui i gestori delle discariche erano stati obbligati già nel 2017, addirittura prima che subentrasse la nuova gestione: «L’incontro era mirato all’esposto da presentare alla Procura della Repubblica rispetto agli adempimenti della gestione di Lutum che purtroppo sono venuti a mancare» dichiara il sindaco D’Oria, che poi provoca: «Se ci fossero dei ritardi rispetto alla revisione del testo che abbiamo proposto, l’esposto partirà anche con la mia sola firma». Durante la riunione poi il sindaco di Lizzano non ha nascosto l’apprezzamento per il lavoro di Arpa Puglia, che ha giocato un ruolo di prim’ordine nella vicenda, al contrario degli altri enti istituzionali interessati che – a detta della pediatra lizzanese - non hanno mai contrastato Lutum. E la sua posizione è molto chiara: «C’è una battaglia ambientale da combattere. È in gioco la vita, la salute e il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti».

Il sindaco di Fragagnano, Fischetti: «Necessario coinvolgere tutti gli enti deputati al controllo»

Anche il sindaco Fischetti si dice «sicuro del disastro ambientale». E annuncia di aver provveduto ad inoltrare la richiesta di superamento dell’isola formale amministrativa (la località Mennole si trova nel territorio fragagnanese), recriminando inoltre un coinvolgimento maggiore nei tavoli tecnici. A tal proposito, l’atteggiamento poco inclusivo degli enti che presiedono quegli incontri, sebbene «giuridicamente corretto (i comuni non hanno formalmente alcuna competenza sulle questioni ambientali ndr), dal punto di vista politico è assolutamente scorretto» secondo il sindaco di Fragagnano. Ed è proprio su questo che Fischetti mette l’accento: «Partiamo da una richiesta a chi ha il dovere di controllare, come stimolo ad impugnare presso la Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello (il comune di Fragagnano era parte civile nel processo ndr), atto a cui peraltro non ci sottrarremo. Mai la Provincia Taranto – conclude Fischetti, che come detto è anche il vicepresidente dell’ente di via Anfiteatro - non autorizzerà ampliamenti o riprese delle attività delle discariche, salvo che il giorno dopo il sottoscritto si dimetta».

Il sindaco di Sava, Iaia: «Richiesta un’audizione in Regione»

Il sindaco Iaia condivide le preoccupazioni emerse dalla relazione della collega lizzanese ed in linea di massima anche il passaggio in Procura: «Proporrei un aggiornamento di quell’esposto, anche se capisco l’urgenza e capisco l’emergenza. La situazione è drammatica e alcune volte mi chiedo come sia possibile che la macchina amministrativa deputata al controllo sia stata così lenta in questo caso» sostiene il sindaco di Sava, che poi annuncia che il prossimo passo sarà la Regione Puglia: «Il consigliere regionale, Renato Perrini, ha avanzato al direttore del dipartimento dell’ecologia, Barbara Valenzano, una richiesta di audizione su questa vicenda. Inviteremo tutti i sindaci in modo da poterci muovere su più piani. Più c’è condivisione in Regione, più le nostre istanze avranno forza» sostiene l’avvocato savese, che poi conclude: «Se serviranno risorse per coinvolgere professionisti, non dobbiamo esimerci. E non dobbiamo sottrarci neanche sul piano del dibattito politico».

Gianpiero D’amicis

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