L’uccisione di «Bambi», il daino fuggito da un agriturismo e ammazzato nelle campagne di Manduria nel 2017, continua a far discutere nonostante la recente condanna a quattro mesi di carcere di uno dei sei cacciatori finiti sotto processo (cinque di loro sono stati assolti).
A sollevare il caso è ancora una volta Francesco Di Lauro, avvocato animalista manduriano referente Wwf per la provincia di Taranto dalla cui denuncia partirono le indagini concluse con l’individuazione dei sei imputati, cacciatori manduriani di età compresa fra i 42 e i 69, tuti incensurati. In casa di uno di loro, l’unico ad essere condannato, la polizia del commissariato di Manduria che si occupò dell’inchiesta, trovò in un frigo la carne già macellata del daino.
L’avvocato Di Lauro non si accontenta della sentenza. «Senza entrare nello specifico di strategie difensive e processuali che intendiamo spendere nel prosieguo e che valuteremo non appena conosceremo le motivazioni della sentenza – spiega Di Lauro - una cosa è certa e cioè che uccidere un daino assolutamente domestico che da mesi era in un luogo noto a tutti e di cui aveva ampiamente parlato la stampa e la pubblica e che si faceva accarezzare da tutti e purtroppo non catturare e mettere in sicurezza, può essere considerato in qualsiasi modo, ma non un esercizio venatorio».
Il daino può essere cacciato solo in presenza di piani regionali e provinciali di abbattimento che in questo caso erano e sono assenti. «Il testo unico sulla caccia – spiega l’animalista - concede ai cacciatori l'ennesimo privilegio considerando non reati ma solo sanzioni amministrative le violazioni commesse in tale ambito, dimostrando – conclude Di Lauro - come tutto il resto dei cittadini italiani sia in balia di uno sparuto gruppo di privilegiati sanguinari».
Di seguito il video di Bambi durante uno dei tentativi di catturarlo e metterlo al sicuro. (Riprese di Francesco Di Lauro)
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3 commenti
Marco
gio 10 dicembre 2020 11:37 rispondi a MarcoMolti cacciatori sono dei fanatici delle armi e altrettanti sono così frustrati e falliti che scaricano la loro rabbia e la loro miseria interiore nel sparare a "raffica" a tutto ciò che si muove. Non ho mai sentito parlare di qualche cacciatore laureato o premiato con qualche medaglia al valor civile o premiato col Nobel cibbe'mmuer...
leo
mer 9 dicembre 2020 08:06 rispondi a leoGrande avvocato solo tu potevi fare qualcosa.ma la legge in Italia non funziona bene.bisognerebbe togliere queste armi. ma a cosa sparate? cacciatori?
ugo
mer 9 dicembre 2020 06:42 rispondi a ugoche miserabili....