Delle cosiddette «ronde civili» che a marzo del 2011 pattugliavano le campagne tra Manduria e Oria a caccia di migranti che si allontanavano dal campo profughi allestito nell’ex aeroporto militare di Manduria, si parlò a lungo anche sulla stampa nazionale. Due di loro che furono individuati e denunciati finirono anche sotto processo. Dopo otto anni da quegli eventi, i due «cacciatori di profughi in fuga» sono stati assolti «perché il fatto non costituisce reato». Si chiude così la vicenda processuale per due giovani di Oria, A.P. di 31 anni e L.B. di 32, che dovevano rispondere di usurpazione di funzioni pubbliche in concorso. In sostanza, muniti di furgone, pattugliavano le contrade frequentate dai migranti che si allontanavano dal centro di prima accoglienza sulla Manduria-Oria. li rastrellavano e li caricavano sul mezzo riportandoli indietro. Un’iniziativa definita dalla polizia «illegale e non richiesta» e per questo meritevole di denuncia.
L’inchiesta fu affidata alla Procura della Repubblica di Taranto il cui pubblico ministero incaricato, a settembre del 2014 ha chiesto il giudizio immediato per i due delle ronde. Il procedimento si è poi prolungato sino ai giorni nostri. Venerdì scorso la sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Alessandro De Tomasi che ha accolto, di fatto, le tesi difensive degli avvocati Cosimo Micera del foro di Taranto e Raffaele Pesce del foro di Brindisi, assolvendo dopo ben otto anni la coppia di oritani che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 23 e 24 anni. In sostanza non si sostituirono alle forza dell’ordine.
La presenza dei migranti provenienti da Lampedusa generò confusione e preoccupazione nelle popolazioni dei due comuni che confinavano con la mega tendopoli allestita in tempi record dalla Prefettura di Taranto. Un Cara creato in poco tempo capace di ospitare sino a 4000 ospiti che presto mostro le sue fragilità: era praticamente un campo aperto a tuti che incitava alla fuga. In effetti, il primo arrivo di 1400 extracomunitari di nazionalità quasi tutta tunisina provocò un’invasione dei due comuni. Nacquero così le «ronde» e non mancarono episodi di violenza e intolleranza. La polizia cominciò a reprimere il fenomeno che rischiava di degenerare denunciando i cacciatori di migranti.
N.Din.
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