Si chiude con una condanna e due assoluzioni il processo a carico di tre giovani accusati di aver stuprato una 25enne di Manduria, giunta in provincia di Lecce per sottoporsi ad una prova di lavoro nel novembre del 2015. I giudici della prima sezione penale (Stefano Sernia) hanno condannato a 6 anni e 6 mesi G.G., 33enne di Galatone, (ritenuto il presunto autore della violenza) mentre sono stati assolti due suoi colleghi/complici per insufficienza di prove dall’accusa di violenza sessuale: P.N., 30 anni, di Gallipoli e A.M., di 24, residente a Lequile. Per tutti e tre gli imputatiil pubblico ministero Donatina Buffelli (titolare del fascicolo era la collega Maria Vallefuoco) aveva invocato 8 anni di reclusione ciascuno non solo per l’accusa di violenza di gruppo ma anche per il furto in concorso (reato dal quale sono stati assolti tutti e tre perché il fatto non costituisce reato). La ragazza si era costituita parte civile con l’avvocato Angelica Angelini e, così come previsto dal dispositivo, verrà risarcita in via equitativa con 80 mila euro e con una provvisionale di 15mila euro.
L’indagine è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce supportati dai colleghi di Gallipoli. Gli accertamenti scattarono dopo la denuncia della giovane. Secondo il suo racconto, l’11 novembre del 2015, la ragazza avrebbe raggiunto il Salento per sostenere una prova di lavoro e svolgere attività di volantinaggio. Seguendo l’ottica della Procura, la 23enne sarebbe stata affidata ai tre giovani, suoi tutor, con cui trascorre l’intera mattina tra Novoli e Villa Convento per sostenere i test. Subito dopo i ragazzi si offrono di riaccompagnare l’aspirante candidata presso la stazione ferroviaria di Lecce per riprendere il treno e fare così rientro a Manduria.
Durante il tragitto, però, il “branco” avrebbe deviato imboccando una stradina di campagna alla periferia di Novoli. Qui, stando all’accusa, si sarebbe consumata la violenza. La ragazza avrebbe anche cercato di sottrarsi al presunto stupro compiuto materialmente da G.G. colpendo più volte il suo presunto molestatore sferrando in quei momenti così concitati pugni contro i vetri dell’auto. Inutilmente. Solo dopo alcuni lunghi minuti la giovane riuscì a raggiungere la stazione ferroviaria. Contattò per telefono un’amica per poi raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” dove venne medicata per le ferite riportate durante il presunto stupro.
I tre tutor rispondono anche di furto. Secondo quanto contestato, si sarebbero impossessati dello zaino della ragazza con all’interno circa 150 euro e la carta d’identità della 25enne. G.G. e P.N. erano difesi dagli avvocati Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia; A.M. invece, da Stefano Bortone.
Francesco Oliva su Corrieresalentino.it
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1 commento
Giuseppe Baldari
sab 19 ottobre 2019 01:48 rispondi a Giuseppe BaldariDa rinchiudere e buttare la chiave oppuremi che muoiano di qualche bruttissima malattia.