
Non era tentata estorsione ma minaccia privata. Così il Tribunale di Taranto ha condannato ad un anno di reclusione il manduriano Walter Modeo, già in carcere per altre inchieste, e assolto il 41enne Elio Palmisano perché il fatto non sussiste.
Difesi rispettivamente dagli avvocati Lorenzo Bullo e Cosimo Micera il primo e Sergio Luceri il secondo, rispondevano di tentata estorsione nei confronti del gestore di un’attività commerciale di San Pietro in Bevagna.
Nella stessa inchiesta risultano indagati anche l’imprenditore presunta vittima della richiesta estorsiva e un suo collega con cui il primo si era confidato. I due commercianti, la cui posizione è stata stralciata per cui saranno giudicati a parte, avevano negato la circostanza alle forze dell’ordine che indagavo proprio sulla sospetta estorsiva.
I due manduriani che al momento della contestazione della sospetta richiesta estorsiva si trovavano già in carcere per l’indagine dell’antimafia, “Cupola”, erano finiti nel mirino dei carabinieri della compagnia di Manduria che dal 2019 indagavano su due attentati incendiari, il primo fallito e il secondo portato a segno, avvenuti a maggio e giugno di quell’anno ai danni di una gelateria della marina manduriana. I carabinieri iniziarono un’attività di intercettazione delle utenze telefoniche del titolare della gelateria presa di mira e di altri imprenditori che operavano nelle vicinanze e di alcuni pregiudicati del posto tra cui Modeo. In una telefonata la vittima dell’attentato confidò ad un suo collega di essere stato avvicinato da un certo Walter il quale gli imponeva di chiudere il locale e di tenerlo aperto solo il sabato e la domenica. Dalla telefonata emergeva inoltre che il presunto estorsore era accompagnato da un uomo, suo presunto complice. Dalle immagini di una telecamera di sorveglianza i militari acquisirono quelle che riprendevano la presunta vittima mentre discuteva animatamente con due persone, riconosciute come Modeo e Palmisano. Secondo gli inquirenti, proprio in quell’incontro i due indagati avrebbero presentato la richiesta estorsiva alla loro vittima.
Secondo il giudice Di Todaro, almeno per quanto riguarda Palmisano quelle immagini non potevano provare l’avvenuta richiesta estorsiva. Per Modeo, invece, il giudice ha aderito alla tesi della difesa sull’assenza di prove dell’attività estorsiva riqualificando il fatto nella più tenue tentata violenza privata per le presunte minacce riferite nella telefonata dei due imprenditori. Il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni di reclusione.
N.Din.
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2 commenti
Fattimiei
dom 20 febbraio 2022 02:44 rispondi a FattimieiHai letto?????? Non c'è stata estorsione troppo facile commentare solo per il gusto di scrivere.. Ragionate con il vostro cervello!!!!
Ciro
sab 19 febbraio 2022 07:47 rispondi a CiroPeró quando fanno l estorsione a un avvocato,cambia la prospettiva…