Walter Modeo, tra i presunti capi della «Cupola» che a Manduria, secondo gli investigatori della questura di Taranto e della Procura antimafia leccese, controllava le attività criminali gestendo gli affari dello spaccio della droga, delle estorsioni e del mercato delle scommesse, puntava sul business dei rifiuti.
L’attività investigativa, condotta con sistemi tradizionali e con mezzi informatici, avrebbe portato allo scoperto gli interessi di Modeo in questo ricco settore imprenditoriale. Nel suo piano, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, «aveva in mente di stringere accordi commerciali sia con la Igeco (il tutto, c’è da dire, all’insaputa di quest’ultima, Ndr), che con una grossa ditta che detiene il monopolio in Italia per la raccolta rifiuti in plastica».
Il suo piano, però, fallisce: secondo quanto accertato dai poliziotti, pur avendo trovato una spalla in un funzionario dell’amministrazione della Provincia di Taranto, a impedirgli di ottenere l'autorizzazione ci ha pensato l'Arpa Taranto che nelle sue valutazioni ha rilevato «marcate criticità» soprattutto per il luogo sul quale dovrebbe sorgere la piattaforma per la differenziazione dei rifiuti. Modeo, sempre secondo gli investigatori, avrebbe già costituito una società nel settore della trasformazione e differenziazione dei rifiuti.
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