Venerdì, 26 Aprile 2024

Cronaca

L'ex presidente avrebbe ricevuto una tangente di 5mila euro al mese, un'auto Mercedes del valore commerciale di 50mila euro e un contributo di 250mila euro per finanziare la campagna elettorale di sua moglie, Maria Francavilla...

Tangenti e rifiuti, i nomi degli arrestati

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Taranto Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Taranto | © La Voce

«Io oggi ho affermato che la Provincia la comando io». È una frase intercettata dagli inquirenti e considerata emblematica, pronunciata in un locale pubblico dall'ex presidente della Provincia di Taranto ed ex sindaco di Massafra, Martino Tamburrano (FI), arrestato oggi dalla Guardia di finanza, insieme ad altre 6 persone. Sono accusati a vario titolo di corruzione e turbata libertà degli incanti, nell'ambito di una inchiesta sull'autorizzazione all'ampliamento della discarica di Grottaglie e sulla gara d'appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava.

L'ex presidente avrebbe ricevuto una tangente di 5mila euro al mese, un'auto Mercedes del valore commerciale di 50mila euro e un contributo di 250mila euro per finanziare la campagna elettorale di sua moglie, Maria Francavilla, candidata (non eletta) al Senato per FI alle politiche del 2018.

Sette le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Taranto Vilma Gilli su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del sostituto Enrico Bruschi. Oltre all'esponente politico, sono finiti in carcere il dirigente della Provincia Lorenzo Natile, l'imprenditore di San Marzano di San Giuseppe, Pasquale Lonoce (titolare di alcune società attive nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti), e il procuratore speciale di Linea Ambiente srl, società-gestore della discarica di Grottaglie, Roberto Venuti. Ai domiciliari Rosalba Lonoce (figlia di Pasquale), l'ex presidente Amiu Federico Cangialosi e l'attuale dirigente tecnico dell'Amiu Mimmo Natuzzi (presidente e membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti urbani nominata dal Comune di Sava).

Tra gli indagati a piede libero c'è anche un luogotenente dei carabinieri in servizio al comando provinciale di Taranto, che avrebbe svolto un ruolo di mediazione tra Tamburrano e Lonoce, fornendo all'allora presidente della Provincia notizie riservate in merito a una indagine.

La questione della discarica di Grottaglie è ancora al centro di un caso politico-giudiziario. Il sito aveva terminato la sua attività in quanto ormai colmo. La Provincia di Taranto respinse la richiesta di ampliamento ma il procuratore legale della società, attraverso l'imprenditore Pasquale Lonoce, avrebbe stretto accordi illeciti con il presidente Tamburrano per valutare nuovamente la richiesta rigettata. Con la determina dirigenziale 45 del 5 aprile 2018, fu poi concesso l'ampliamento. L'impianto, gestito dalla società Linea Ambiente Srl, è fermo. Il Tar di Lecce lo scorso 28 gennaio ha infatti accolto il ricorso del Comune di Grottaglie in merito al progetto di sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata. Contro questa sentenza, la società ha, a sua volta, presentato ricorso al Consiglio di Stato. Tamburrano, con la complicità di altri arrestati, avrebbe pilotato anche la gara d'appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava per favorire un imprenditore amico, Pasquale Lonoce, che ottenne anche l'affidamento diretto di lavori per somma urgenza e necessità in occasione degli eventi di calamità naturale verificatisi nell'estate del 2018 (con compensi di oltre 90mila euro). In un altro colloquio intercettato dalle Fiamme Gialle un indagato afferma candidamente: «Vedi che ti prendi 5mila euro al mese». Ed ancora: «Per me è più mafioso di Totò Riina». (ANSA).

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